Ho sempre scritto su questo sito, cercando di mettere in evidenza la storia della nostra terra, tra gli argomenti La vallata dell’Amendolea, Roghudi, Condofuri, Gallicianò etc. oggi invece voglio descrivervi il contenuto di un libro veramente interessante scritto da mio consuocero il Dr. Rocco Artuso il titolo è:” Rogudi e Ghorio una fetta di mondo grecanico”
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Un libro come dicevo veramente interessante, edito dal Comune di Roghudi nel 1999, a cui presto si aggiungerà una nuova edizione, l’Autore ha sottolineato che il libro non è un’opera specialistica, ma una semplice testimonianza di gratitudine verso una comunità portatrice di valori che rivivono sempre, nonostante assopiti. Io che di queste cose ho scritto più volte, leggendola ritengo sia un’opera importantissima, con un bagaglio di informazioni utili a chi ne vuole venire a conoscenza che hanno lo scopo di tenere viva “La Memoria” di un popolo.
Chissà se le Autorità politiche, riusciranno, cosi come sempre più spesso promesso, a creare quei collegamenti veloci, che permetterebbero di fare rivivere questi luoghi.
L’Autore fa presente che molte notizie storiche le ha attinte nell’ archivio comunale. Le parti relative alle tradizioni le ha messe per iscritto ascoltando la gente. Le fotografie Le ha fatte lui visitando i luoghi, mentre altre le ha ricevute da amici fotografi appassionati amatoriali o da cittadini e dipendenti.
Dice: “ scopo di questo lavoro è soprattutto volto a dimostrare che la sua storia è una realtà che vivrà fin quando ci sarà un cuore che la pensa e la ama. Sogno d’un sogno che più sogno non sia… far rivivere l’antico centro storico della montagna, consolidando le case che possono essere consolidate, abbattere quelle pericolanti, creare aree di sosta con servizi turistici, un piccolo museo di cose antiche, fornirsi con metodi moderni di energia elettrica, sembra un sogno di difficile realizzazione….ma chissà forse un giorno potrà essere realizzato.
Il libro inizia con la Storia; Le origini delle Comunità Grecaniche; Origine delle popolazioni Greche; La questione del rito Greco; Le Casate; La questione linguistica; I Terremoti; i documenti tratti dall’Archivio Storico del Comune; Analisi socio-economica dell’abitato; Gli antichi abitati di Roghudi e Ghorio; Un occhio sul futuro: -considerazioni e proposte; Il trasferimento degli abitati; Antichi sapori: Gli Affetti; Le Feste; I Cibi; Lenzuola, coperte e vestiario, La lavorazione della Ginestra, La Canapa, la lana, la seta; la lavorazione del legno; Memorie e ricordi i segretari comunali; e tanto tanto altro ancora, è interessante far notare che durante la lettura, in genere all’inizio dei capitoli sono citati dei detti in lingua grecanica e alcune poesie in lingua madre tra queste quella di Salvatore Siviglia che cosi recita:
“ Efiga ando Ghorio ce clonda pao Sono scappato dal paese e piangendo vado
Ghiatì den egho ple pu na zio perché non ho più dove vivere
Ghorio dicommo egò se gherotao Paese mio ti saluto
Messena afinno ciola tin cardia con te lascio anche il mio cuore
Olo to cosmo egò paracalao tutto il mondo io prego
Na mi ghadì i glossa ti ene martia che non si perda la lingua che testimonia
Ene mia glossa polli palèa E’ una lingua molto antica
Ce ito i glossa tin ghinìa. Ed era la lingua dei miei antenati.
Un libro ricco, e chi è amante di queste cose, non può fare a meno di avere una copia nella biblioteca per attingere notizie preziose e utili alla nostra “Memoria”.
Quindi non fatevi mancare una copia…buona lettura.
Melito di Porto Salvo, li 23.8.2016
Daniele dattola