Nel 1955 un’apposita Commissione, assegnò i Giochi Olimpici alla città di Roma.
Nel 1960 Roma ha l’occasione di mostrare, al mondo intero, tutto il suo splendore e la sua bellezza, la Basilica di Massenzio ospita la lotta, le gare di ginnastica vengono svolte nelle Terme di Caracalla, mentre la Maratona partendo dal Campidoglio, percorre l’Appia Antica e termina sotto l’Arco di Costantino. La Maratona viene vinta da un piccolo, magro, soldato della guardia Imperiale Etiopica, mai visto prima, che nessuno conosceva, e che correva a piedi nudi, Abebe Bikila che arriva solo al traguardo. I giochi furono aperti dal Presidente della Repubblica Giovanni Gronchi.
Questa Olimpiade, trasmessa in tv, per la prima volta in tutta l’Europa fu grande e apprezzata anche per gli storici risultati, con 36 medaglie l’Italia si collocò al 3° posto della graduatoria finale, 1° l’Unione Sovietica, 2° gli Stati Uniti 3° l’Italia, con 13 medaglie d’oro, 10 d’argento, e 13 di Bronzo. Grande la prestazione nei 200 mt di Livio Berruti che conquista il record mondiale, nel torneo di pugilato vittoria eccellente di Classius Clay, grandi gli italiani anche nel ciclismo.
La fiamma olimpica nel 1960 ha attraversato l’Italia e anche la Calabria passando per Melito di Porto Salvo. I Tedofori scelti per attraversare il territorio del Comune di Melito furono: Zampaglione Sergio, Franco Lugarà e Domenico Minicuci.
Il Tedoforo è colui che porta la Fiamma Olimpica, la fiamma è il simbolo dei Giochi, annuncia il messaggio, incarna e diffonde gli ideali: l’unione e la pace tra i popoli, la lealtà, il coraggio, la fratellanza e la solidarietà.
I tre furono prescelti, da un’apposita Commissione, per le loro qualità agonistiche del tempo Domenico Minicuci era un importante e conosciuta punta di attacco della squadra locale di calcio.
Lugarà di Atletica leggera, Sergio Zampagliene di calcio. In occasione delle Olimpiadi di Torino il Lugarà ha fatto per la seconda volta il Tedoforo nella città di Reggio Calabria. Nel 1960 i Tedofori percorrevano un tratto di 1500 mt. oggi invece solo 500.mt., i tre hanno avuto il compito di portare la fiamma olimpica nel centro abitato di Melito.
Oggi i tre sono: Zampaglione uno stimato commerciante, Lugarà Docente Universitario e l’avv. Domenico Minicuci un alto funzionario dell’ASP di Reggio Calabria ex Direttore Generale dell’ASL 10 di Palmi. L’avv. Minicuci ricorda che era stato prescelto in quanto allora era un giovane che aveva una particolare predisposizione allo sport, tanto è vero che s’impegnava durante le partite di calcio nella locale squadra della Melitese, cercando di dare sempre il massimo.
Egli ricorda quel giorno, come un giorno caldissimo e ricorda nel tratto percorso da Annà al Centro di Melito, il calore e l’affetto che gli dimostrarono i cittadini, giunto al Centro consegnò la torcia olimpica a Franco Lugarà ed ecco la foto
Ho ritenuto utile pubblicare queste foto perché sono la memoria storica di un evento importante che deve servire di esempio alle generazioni attuali la “memoria” è una cosa importante, a volte per avere un buon futuro, occorre guardare bene nel passato.
Datemi la possibilità di pubblicare altre foto del passato, relative alla storia di Melito, contattatemi via email….collaborate…grazie
daniele dattola
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