In data 30.3.2014, con il circolo culturale “Meli” di Melito P.S ci siamo recati a visitare Ardore, partenza da Melito di Porto Salvo, seguendo il percorso della SS 106 siamo saliti da Ardore Marina ad Ardore,
ho avuto subito un’ottima impressione dei luoghi, un paese ricco di storia, posto all’interno, molto bello, come tutti i paesi della costa Jonica.
Siamo arrivati nella piazza principale
e da come il paese è posto ho capito che in passato era un villaggio fortificato. Tutti questi paesi posti all’ interno della costa, sono ricchi di storia, risalire alle origini è molto difficile, potrei dire come si sostiene dalle nostre parti che i Greci colonizzarono nel VII° sec. a.C. questo territorio, invece i nostri centri posti all’ interno sono tutti di origine preistorica. E’ certo che la civiltà ellenica ha lasciato tracce inconfutabili che si ritrovano nei nomi delle persone, nei luoghi e nella lingua. Ardore nel passato era legata alla grande città di Locri Epizefiri; al tempo dei Romani 3° sec. a.C. il territorio fu assegnato ai legionari, il paese dominava la vallata fino al mare. Nacque in questa località per sfuggire ai Saraceni che depredavano le nostre coste.
(Chiesa Matrice di S. Leonardo)
Le origini del nome possono riferirsi al calore “ardure” o da “odore” dei fiori, di cui è molto ricco. A Nord del paese, insiste una fontana chiamata Ardorea.
I primi documenti storici risalgono al 1320 e il posto veniva chiamato “Arduri Casalis” dipendeva in quel periodo da Gerace. Fu barone di Ardore Giovanni Ramirez. Dopo alterne vicende fu acquistato intorno al 1626 dal Barone Carlo Gambacorta che si stabilì li definitivamente. Filippo 4° nominò il figlio di Carlo, Orazio Gambacorta, Duca di Ardore. Alla fine del 600 Ardore passò alla famiglia Milano Franco D’Aragona. Giovan Domenico Milano nel 1702 fu nominato Principe di Ardore ed essendosi stabilito tra Napoli e Polistena, il castello che andremo a visitare rimase abbandonato. Nel 1809 divenne Comune. Per prima cosa visitiamo il castello medievale,
una imponente costruzione risalente al 1650, fu costruito dal Duca Orazio Gambacorta, a difesa di Ardore, aveva una forma quadrata ed era formato da quattro torri, due quadrate e due rotonde, oggi ne è rimasta solo una.
Entrata del castello
(Punto di accesso nella torre)
(Veduta dall’interno della Torre)
(Interno Torre con pavimento originale)
Nella parte alta della torre rimasta si vede il pavimento originale come era a quell’epoca.
Come tutti i castelli aveva un complesso sistema di raccolta delle acque, attraverso canali cosi come possiamo vedere che portavano l’acqua nei seminterrati dove c’erano dei punti di raccolta,
(Cisterne raccolta acqua che arrivava dai tetti e dalle parti alte con un sistema di canali)
negli stessi ambienti c’erano le stalle e le officine, mentre negli ambienti interni soggiornava il Duca e la sua corte, c’erano le carceri e i depositi. In parecchi punti si notano le scale che collegavano i vari ambienti e c’erano parecchi passaggi segreti che univano le stanze più importanti. Era un castello ricco, pieno di arredi di pregio, e affreschi.
(Breve sosta dei componenti del Circolo Meli)
Il paese era protetto e l’unico accesso era la “Porta del Dongione” con una lunga scalinata, forse una volta si accedeva attraverso un ponte levatoio. Sotto la porta del Dongione giace in una tomba il Duca Orazio Gambacorta.
Ardore, dista da Reggio Calabria circa 80 km., Il centro del Paese dista dalla costa 5 km., Gli abitanti sono circa 5.000, si compone da due nuclei Ardore Superiore che è la parte più antica, medievale, e Ardore Marina, posta lungo la costa Jonica che si riempie di turisti durante la stagione estiva.
Dal Castello ritorniamo alla Piazza Centrale che è il cuore del Paese, una piazza molto bella, intitolata ad Umberto I°,
Nella piazza una magnifica fontana
(Fontana con tre canali che servono un’unica vasca, con rosoni molto lavorati e 3 gradoni che possono essere
usati come sedili. Dietro la fontana due grandi cancelli in ferro battuto)
è ben visibile il Municipio retto attualmente da una Commissione Straordinaria e la bella chiesa di S. Leonardo, patrono del Paese, chiesa madre, posta davanti al castello.
Entriamo nella chiesa, dedicata anche a S. Maria di Lautentra, all’interno ci sono parecchi quadri,
Bellissima la tela raffigurante La Madonna del Rosario
e l’altare in marmo realizzato a Napoli
sopra la volta dell’altare, un meraviglioso dipinto con l’ultima cena.
Il paese come tutti gli altri paesi in Calabria subì gravi danni a causa dei terremoti del 1783 e 1908. Dalla piazza la vista si perde fino al mare jonio. Tutt’intorno palazzi d’epoca .
Scendendo verso la porta del “Dongione” arriviamo alla chiesa di S. Rocco una chiesa risalente al 1500
che subì gravi danni durante il terremoto del 1783. Durante il percorso incontriamo una casa che è stata quella di che è stata l’abitazione di Michele Bello, martire di Gerace (cinque).
Le frazioni di Ardore sono: S. Nicola, Bombile e Marina. Ci rechiamo nella frazione di Bombile, famosissima per il Santuario della Madonna della Grotta, ecco come si presentava il Santuario prima del crollo ( 2 foto tratte dal sito http://www.locride.altervista.org/bombile.htm)
Come potete vedere accanto alla chiesa ci sono le celle dei monaci che vivevano un eremitaggio, era uno dei posti
più belli della Calabria, La Madonna col bambino è stata sempre venerata dai fedeli, la festa si tiene il 3 maggio ed
arrivano migliaia di fedeli in questo posto che oggi non è più raggiungibile a causa della frana)
il percorso non è difficile ma altalenante, fino a quando si arriva a una strada con una discesa ripida, per arrivare al santuario occorre scendere una scalinata di 145 gradini, oggi sbarrata da un’inferriata perché c’è pericolo di ulteriori frane. La grotta era scavata nella roccia arenaria, risale al 1507 quando un eremita Agostiniano, frate Jacopo da Tropea scavò quella grotta per rifugiarsi e pregare. All’interno della grotta nel 1525 sorse una chiesa, dove venne collocata una statua in marmo della Vergine con il bambino, dicono come sempre opera del Gagini. Il 28 maggio 2004 la grotta franò e la chiesa venne seppellita.
(dono votivo degli emigrati di Melbourne)
Ecco come si presenta oggi il posto, sbarrato da una rete metallica che ne impedisce l’accesso
Nel 2007 la statua fu disseppellita e restituita ai fedeli ed oggi viene tenuta nella stessa Bombile presso la chiesa parrocchiale dello Spirito Santo.
(Chiesa dello Spirito Santo Bombile)
la sensazione che ho provato mentre fotografavo è stata unica da qualsiasi punto il fedele si pone, sembra che la Madonna ti fissi con lo sguardo, guardate bene le foto. L’opera è fatta in un pezzo unico con marmo bianco di Carrara, è in ottimo stato di conservazione nonostante le vicissitudini della frana sembra opera del Gagini o della sua scuola, è alta 1,56. Le due corone auree sono state realizzate dal famoso Gerardo Sacco. Il santuario all’interno era molto bello e maestoso)
(Madonna della grotta nel fianco la data 1509)
Il bambino con una mano sembra benedire con l’altra tiene una colomba.
Il nostro viaggio è finito qui ringrazio tutti voi , un particolare ringraziamento va al Circolo Meli.
Melito di Porto Salvo, li 30.3.2014
daniele dattola
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