In data 7.7.2013 ci siamo recati in pullman a visitare i Megaliti di Nardodipace, partendo da Melito P.S..
L’organizzazione è stata mirabilmente curata capillarmente dalla Prof.ssa Giulia Minicuci, per conto del Circolo Meli di Melito P.S..
Prima di parlare dei Megaliti, occorre accennare alla collezione dell’avv. Mario Tolone Azzariti di Girifalco, questa collezione vicino a Nardodipace ha come primi reperti un volto scolpito con gli occhi stralunati, un sole con tre lettere incise in una scrittura sconosciuta, e tavole grandi con iscrizioni trovate nel novembre del 90, queste iscrizioni, furono studiate per tutta la sua vita, dal Prof. Domenico Raso di Reggio Calabria. Il Prof. Raso dopo aver pubblicato tanti libri sui Megaliti, poco tempo fa è venuto a mancare. Epigrafe simili a quelle di Girifalco sono state trovate in Francia e in Sardegna. Raso ha sostenuto che queste tavolette sono legate a una antica cultura millenaria che ha preceduto in Calabria quella Magnogreca. Di questa collezione fa parte un piccolo sauro. Il Prof. Raso studiò questi reperti e quindi la relativa scrittura che ricondusse a una popolazione Pelasgica, provetti navigatori che disegnavano perfettamente le coste, antenati di diversi popoli Italici, si espansero in tutto il bacino Mediterraneo e i reperti trovati in Calabria sono simili a quelli della Toscana, Sardegna, Libia e Francia, non è una scrittura ma una prescrittura. Nella scrittura ad ogni segno corrisponde un suono, nella prescrittura a ogni segno corrisponde un forma espressiva ideo-pittografica. Questi reperti indicavano Nardodipace
come “Città della Porta”, una postazione importante dei Pelasgi posta al Piano di Cianu. Tutto il gruppo viene accompagnato, guidato e istruito dal Prof. Giuseppe Marino un allievo di Raso che magistralmente ci ha illustrato i siti.
Queste gigantesche pietre risultano marcate da segnature Pelasgiche.
La Struttura “B” narra attraverso le segnature pelasgiche, che in quel posto sono stati sepolti i “Signori del Mare” portati da queste popolazioni durante le loro navigazioni dal Mediterraneo parte sud-est.
Questo è riportato in almeno 15 reperti di Tolone. Questi re pelasgici furono portati alla Montagna della Porta all’incirca nel 5000 a.C., quando i Popoli del Mare d’Egitto e della Siria sbarcarono sulle coste Joniche Vibonesi e Catanzaresi.
Queste popolazioni avevano il culto del Dio serpente (colubro leopardino), insomma segni precisi che è difficile smontare.
Seguiremo per quanto riguarda i siti A e B quanto ci illustra il Prof. Giuseppe Marino, espertissimo di queste cose
e una guida che si è aggiunta al nostro gruppo di cui non conosco il nome,
li seguiremo anche attraverso i filmati che inserirò alla fine di questo articolo.
In località Campoli di Marina di Caulonia fu ritrovato lo scheletro di una donna con le braccia incrociate al petto, una scheletro della lunghezza di 1 mt e 86 cm. che richiama la leggenda di Omero sui giganti Lestrigoni, lo scheletro era nella stessa posizione di un re perto trovato da Tolone.
In chiusura richiamo quanto affermato dal Prof. Franco Mosino, noto filelleno di Reggio Calabria egli sostiene che l’Odissea apparteneva al periodo dei Greci Calcidesi reggini VIII° sec. a.C. Omero era molto informato del Popolo dei Lestrigoni, conosceva molte cose del periodo arcaico delle nostre coste e dei nostri mari. I giganti Lestrigoni riuscivano a mettere a posto le pietre quindi il Prof. Mosino trovò molte corrispondenze tra i suoi studi e quelli del prof. Raso. Questi popoli del mare una volta seppelliti i suoi re si spostarono in Toscana, nell’alto Tirreno Francia e Sardegna. Una tavoletta indica una precedente patria atlantoidea che inabissatosi fece emigrare questo popolo nel Mediterraneo, nell’Africa e le coste europee. Dopo questo periodo di floridezza persero la loro grandezza diventando crudeli pirati. Ho notato durante l’escursione che tutta la montagna presenta un po’ la caratteristica di questi siti. I siti A e B sono posizionati all’apice di colline piramidali. Ci sono punti d’incontro tra levata e tramonto del sole e un allineamento con la stella Antares usata nel neolitico per orientare le tombe delle necropoli.
Una escursione culturale di elevato livello, grazie al Circolo Meli, a Giulia Minicuci e al Prof. Giuseppe Marino.
Nardodipace, li 7.7.2013
daniele dattola
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