Mercoledi 21 dicembre 2011, alle ore 18.00, a Reggio Calabria presso il Salone della chiesa di San Giorgio, a cura del Centro Internazionale Scrittori della Calabria, del Circolo culturale “Apodiafazzi” e della Biblioteca F Mosino di Bova, si è svolta una Conferenza sul tema:”GLI EBREI DI REGGIO E DI BOVA”.
La Conferenza è stata presieduta dalla Dr.ssa Loreley Rosita Borruto, Presidente del Centro Internazionale Scrittori della Calabria.
Ha relazionato il Prof. Franco Mosino-Filelleno-.
Sono intervenuti il Dr. Tito Squillaci, medico Pediatra presso il Presidio Ospedaliero di Melito P.S., Segretario dell’Associazione Ellenofona “Jalò tu Vua’”
e il Dr. Carmelo Giuseppe Nucera, Presidente del Circolo culturale “Apodiafazzi”.
La sala era gremita di partecipanti di grande rilievo per questo evento interessantissimo.
Prima di entrare nell’argomento della conferenza per meglio fare capire il contesto di cui dopo parleremo, voglio fare una premessa che è di un mio studio precedente.
Come vivevano in quel tempo i Reggini? Questo ce lo chiarisce il Morabito:” L’occupazione principale degli abitanti della città era l’agricoltura, la coltivazione della vite e l’allevamento degli animali domestici, questi alimentavano le due fiere che si tenevano due volte l’anno. Non vi erano negozi ricolmi di mercanzie né scambi di merci e di prodotti naturali. Vi erano però gli artieri che erano tra i migliori, erano i cosiddetti “Giudei” e dice in proposito il Morabito:” Gli Ebrei avevano le industrie più razionali e sviluppate, loro erano stabiliti nella Giudecca della città, avevano una sinagoga ed una scuola, lavoravano, tingevano la seta, ed avevano una tipografia. Nel 1475 fu stampato il commento di Salomone Isaacide sul Pentateuco, per opera del tipografo Abramo di Isacco Garton. Certamente questa tipografia non si sarà limitata alla stampa di un solo libro, molti di essi si trasferirono a Reggio dopo la chiusura della tipografia di Subiaco. Gli Ebrei apportarono un benessere economico e commerciale alla città e godevano di un trattamento non inferiore a quello dei cittadini.
Gli ebrei si distinsero in un’altra attività l’allevamento del baco da seta e in concomitanza con questo si ebbe l’importazione del gelso, la loro seta fu così eccellente, con le tinte cangianti dell’indaco e del rosa, che fu richiesta in tutto il continente europeo e oltre.
Gli Ebrei si erano insediati a Reggio da pochi anni e furono relegati nell’antico rione che da essi prese il nome di Giudecca, anche se gli fu interdetto ogni pubblico Ufficio come l’accesso ad alcuni istituti scolastici, loro per salvarsi fecero di tutto per rendersi utili, era gente che aveva perduto la patria e aveva conosciuto privazioni e persecuzioni. Molti di loro provenivano dalla Spagna, infatti con l’editto del 31 marzo 1492. Fernando e Isabella avevano espulso tutti gli Ebrei dai domini delle corone di Aragona e di Castilla. Questo editto dava agli Ebrei dei tempi brevissimi, essi dovevano partire entro tre mesi, qualunque fosse la loro condizione e la loro età. Chiunque di essi ritornava rischiava la pena di morte e la confisca dei beni e confisca dei beni anche ai cristiani che dopo quella data aiutavano gli Ebrei a nascondersi. Un numero enorme di Ebrei si mise in moto, forse all’incirca 500.000. Chi si voleva salvare si doveva convertire e questi furono pochi e dovettero subire l’inquisizione spagnola che fu la pagina nera della storia della chiesa. A Reggio si misero subito all’opera, parteciparono a innalzare opere di difesa, a rimodernare le torri e a rinnovare i muri per opporsi alla ferocia dei barbari e alle loro armi. Nel 1426 Reggio da 1300 fuochi si era ridotta a circa 200 e ciò era causato dai continui attacchi specialmente notturni delle orde di Turchi e afro-barbari. Per cui Gli Ebrei aiutarono molto i Reggini a migliorare le proprie difese, castelli, mura , capisaldi venivano fortificati e presieduti dalla migliore gioventù. Vennero create le prime stamperie e famosa divenne l’editoria ebraica, con i testi più importanti della Sacra scrittura.
Fu in questo contesto che la Repubblica di Genova e quella di Lucca congiurarono apertamente presso l’autorità spagnola contro gli Ebrei, avendo lo smercio della seta reggina creato problemi ai loro interessi, fin quando d’accordo col Vice Rè De Cardona, ottennero dal Re un Decreto di espulsione da tutta la Calabria e perché tiranneggiati, essi andarono via il 25 luglio del 1511, mossi da pene severe in caso contrario. Tutto questo avvantaggiò i turchi che irruppero di nuovo nella città, ormai indifesa. E il Mandalari:” Naturale che distrutta tutta la città dai terremoti del 1509 e banditi i Giudei, la popolazione si assottigliò e le forze cittadine scemarono venendo meno il sussidio di braccia e di denaro degli Ebrei per cui le porte si aprirono al nemico. Popolo infinitamente grande e sventurato, che diede i natali a due libri famosissimi nel mondo quello che ci svelò il messia figlio dell’uomo e Maria di Nazareth. Gli Ebrei scacciati si rifugiarono con una sosta momentanea in Sicilia e dopo in Toscana e in Roma.
Dopo questa premessa torniamo alla Conferenza che è stata presieduta dalla Presidente del Centro Internazionale Scrittori della Calabria Dr.ssa Loreley Rosita Borruto,
Ella ha ringraziato i presenti, Le varie Associazioni e dopo ha introdotto il Prof. Franco Mosino
che prima di entrare nel vivo della relazione ha voluto fare una breve introduzione di un argomento che Lui ritiene importante e che ha detto è emerso circa un mese fa, chiacchierando col Presidente Apodiafazzi Dr. Nucera, quindi è bene prima di iniziare l’argomento della Conferenza avente per contenuto gli Ebrei di Reggio e Bova, fare questo prologo che riguarda la storia degli Ebrei in età moderna:”Ora vi faccio vedere un importante saggio pubblicato nel 2008 dalla Casa Editrice Mondadori di Milano, dal titolo “La Germania sapeva” ed. 2008, autori sono un Prof. americano Eric Jhonson e uno Tedesco Karl-Einz Reuband che insegna sociologia a Düsseldorf e che dopo 10 anni di collaborazione hanno scritto questo saggio dal titolo: “La Germania sapeva…) Cosa sapeva?… Quasi tutti sapevano dell’Olocausto, ora vi leggerò una pagina di meravigliosa “Lode” nei confronti dei calabresi che soccorsero e sfamarono gli Ebrei internati in Provincia di Cosenza a Ferramonti di Tarsia (Il più grande campo di concentramento per Ebrei e stranieri costruito in Italia, dopo le leggi razziali e dove vissero, tra il 1940 e il 1943, più di duemila persone che, nonostante la vita difficile del lager, vi trovarono “un paradiso inaspettato”, grazie all’aiuto e alla solidarietà ricevuti dalla gente del posto).
(foto cartolina dal sito Comune di Tarsia)
Continua il Prof. Mosino…”ho qui la scheda di un Ebreo Polacco che racconta la sua esperienza, Erri Singer, scampato al genocidio”, che ha scritto: ”Io finì in Calabria nel 1940, in un campo di concentramento di recente costruzione, il campo era posto in una valle, il Capo italiano cercava di imitare i Tedeschi, nel campo non c’era niente, prima due baracche e dopo costruirono circa 90, lì passai 38 mesi, il campo si chiamava Bellamonti (Ferramonti), gli italiani ci trattavano in un modo molto umano, ho già detto e ribadisco che furono molto generosi, umani e ospitali, non fosse stato per loro non saremmo qui, devo rendergli merito, perfino la polizia segreta (italiana) fu molto umana. Non mi stancherò mai di ripeterlo, voglio fare un’osservazione, il Governo Tedesco era molto spietato e così anche il loro popolo. Il Governo italiano, si dovette adeguare alle decisioni di Hitler, ma la popolazione era molto buona, in Germania e Polonia erano molto cattivi, massacravano, ci sono atti documentali che prendevano i bambini di 3, 4 anni, da un piede e roteandoli li sbattevano contro i muri per farli morire, non lo facevano per ordine, ma per fare queste cose bisogna essere capaci di farlo, gli italiani non l’avrebbero mai fatto…” Continua il prof. Mosino:
”Questo è un grande “Elogio” per gli italiani e i Calabresi in particolare. Tutti, quindi, sapevano. Voglio concludere questo prologo dicendo che Noi Calabresi dobbiamo essere orgogliosi, e questo saggio lo dobbiamo fare conoscere al mondo attraverso le Associazioni Culturali. Questa pagina non dev’essere ignorata, Io voglio difendere la mia Patria dalle ingiurie, di violenza cattiveria che ci affibbiano, è importante perché la pagina è scritta da due stranieri non da un italiano che potrebbe essere interessato, C’è il caso di un Ufficiale Calabrese dell’esercito di Reggio Calabria che teneva i bambini ebrei in braccio, nel 1994 ho pubblicato un saggio dedicandolo agli internati di questo lager.
Per tornare all’argomento di oggi, Noi ci troviamo nel cuore della Giudaica, Gli Ebrei abitavano la via Giudecca e venivano considerati coatti. Questi a Reggio Calabria avevano una sinagoga e si servivano della lingua greca, che era la lingua del commercio, tutte le sinagoghe sorgevano vicino la riva del mare, pure quella di Bova sorgeva vicino al mare cosi come quella più grande d’Italia, di Ostia antica. Il mare diventava la pista, l’autostrada del mare, ecco perché c’erano in questi posti gli insediamenti ebraici. Gli Ebrei furono sempre perseguitati, prima dai Faraoni, dopo dai romani e cosi via.
Per rimanere in tema dico che pochi sanno che nel Nostro Museo a Reggio Calabria, ci sono 60 Iscrizioni greche; tutti vanno al Museo per vedere i Bronzi e non sanno di queste iscrizioni importantissime. I Bronzi sono importanti, ma bisogna parlare anche di queste cose le 60 iscrizioni greche che si trovano nel museo e che sono state tradotte da una epigrafista romana
(Museo di Reggio Calabria epigrafe greca per un bambino morto)
Un altra cosa che va messa in evidenza e che nel Museo Nazionale di Reggio Calabria ci sono depositati nei magazzini, reperti interessantissimi, mai visti , bisogna rilanciare queste cose e fare una grande mostra. In un coccio rinvenuto nell’area di Laboccetta L’epigrafista d’Amore ha ricavato il nome “SIMON” che suggerisce la firma di queste opere che datano il 4° Sec. d.C., quindi le botteghe e gli Opifici erano di questo periodo, in cui Dionisio il giovane riscostruisce la città di Reggio distrutta dal padre.
La suggestiva ipotesi del prof. Mosino è che se fosse certo che il ”Simon” di Reggio era Ebreo, si retrodaterebbe al IV° secolo d.C. la presenza giudaica nella nostra città. Stessa cosa vale per la Sinagoga di Bova Marina” per cui la sinagoga di Bova Marina è sorella della sinagoga di Reggio”. Finisce qui il discorso del Prof. Mosino
Per quanto riguarda il “Simon” coccio trovato nei Campi di Bova a San Salvatore, a 1400 mt. di altezza, e conservato nel museo di Bova Marina se non ricordo male durante un Convegno a Bova Marina uno degli esperti relatore (non ricordo il nome) ha sostenuto che la parola “SIMON” è invece di origine greca, come attestato da Senofonte e Aristofane, e quindi questo reperto risale al VI° Sec. a. C.
AGGIORNAMENTO DEL 24.12.11: A supporto di quanto ho precedentemente sostenuto, ho esperito una ricerca nel sito del Prof. Roob dove ci sono le foto dei reperti trovati a San Salvatore (Campi di Bova) ecco come nel suo sito è descritto
attraverso la foto il reperto e il periodo di riferimento:
(San Salvatore, late 6th century BC skyphos (drinking cup) inscribed with the personal name “Simon” / San Salvatore, skyphos, tardo 6 sec. a.C., con iscrizione del nome “Simon”). dal sito Prof. Roob.
Dopo il Prof. Mosino è intervenuto il Dr. Tito Squillaci già Responsabile Cultura del Comune di Bova Marina, nonché Segretario dell’Associazione Jalò Tu Vuà
che ha sostenuto che gli Ebrei in Calabria e nella nostra zona in particolare, sono circolati a Reggio Calabria con certezza nel 4° sec. d. C., infatti un’iscrizione nella Sinagoga di Reggio “Iudeon” dei Giudei è la dimostrazione di questo.
La lingua Greca in Calabria ha avuto continuità dal periodo della Magna Grecia al periodo romano e dopo Bizantino. Ha continuato parlando dei reperti trovati nelle varie zone
tra cui Lazzaro, in cui un reperto, una lucerna presenta la Menorah e una dedica all’angolo.
Altre tracce sono a Vibo Valentia ed altri posti che ha citato e di cui ha mostrato le fotografie.
La testimonianza ebraica più importante è la Sinagoga di Bova Marina, una zona importantissima risalente al 4° sec. d.C. Il Dr. Squillaci ha illustrato la mappa dell’area museale
mettendo in evidenza che nella parte superiore alla Sinagoga, gli scavi hanno dato alla luce una nuova zona con delle vasche (2) molto simili a quelle di Gerico, che risale come periodo al 1° Sec. a.C., infatti la Dr.ssa Andronico esperta della sovraintendenza ai beni culturali e Archeologici di Reggio Cal. ha avanzato l’ipotesi di un insediamento più antico.
Il mosaico della sinagoga è molto importante ed ha lo stesso stile della villa romana di Casignana. All’interno del mosaico il segno della fede ebraica la Menorah, il Corno dell’ariete e sulla dx il cedro e il corno di palma, i melograni e le lucerne.
Altri reperti trovati sono le lampade con il sigillo dell’Amenorah il sigillo veniva usato per indicare che il contenuto era puro e poteva essere utilizzato solo dagli Ebrei.
La Sinagoga fu distrutta in un modo violento è questo è testimoniato da tracce di incendio e perché sono state trovate dentro un’urna di argilla circa 3000 monetine.
Successivamente in un periodo più recente la Calabria ha rappresentato il confine con l’oriente i cui confini arrivavano fino all’Ucraina.
Quindi la nostra realtà, grazie al mare Mediterraneo è stata sempre multiculturale, infatti nel nostro contesto, oltre alla lingua greca ci sono parole che derivano da tante altre lingue di varie etnie, la Calabria non è stata mai un mondo chiuso. Ogni civiltà ha lasciato tracce greco, ebraica, e noi oggi dobbiamo mettere in evidenza e fare conoscere questa realtà.
Il Dr. Squillaci ha continuato citando varie personalità di quei periodi Greche ed Ebraiche, dicendo che nell’epoca Bizantina vi fu il primo tentativo di convertire gli ebrei e a tale proposito ha letto un passo di un cittadino ebreo, dopo ci furono i Normanni fino a quando furono espulsi.
A Reggio Calabria gli ebrei avevano una stamperia infatti esiste un libro con la data di stampa impresso, dopo ha citato altre testimonianze tra cui un capitello di Gerace dove c’è il segno ebraico e una parola centrale “Corona”.
Ha citato che a Bova esistono dei documenti tra cui un registro dove un certo Spinelli aveva segnato le tasse che pagavano gli Ebrei e dal quale risulta che il numero di fuochi era 6 e dopo ha mostrato tanti altri documenti,
Gli Ebrei a Reggio Calabria avevano il monopolio della seta e usavano per tingere i tessuti, l’indaco. questa particolarità portò un lavoro enorme nelle tintorie.
Il Dr. Squillaci ha concluso, dicendo che gli Ebrei furono mandati via da Reggio Calabria nel 1519 con un decreto di espulsione, questi si trasferirono a Messina e da qui a Roma.
Le conclusioni sono state affidate al Dr. Carmelo Giuseppe Nucera, Presidente del Circolo Culturale “Apodiafazi
Il Dr. Nucera ha messo in evidenza che questa serata dove hanno partecipato varie associazioni e l’Associazionismo in genere è una cosa importante, perché attraverso questa unione si possono portare avanti varie iniziative, coinvolgendo tra l’altro il mondo politico e si è augurato che queste iniziative continuino nel mese di gennaio.
Alla fine dell’intervento del Dr. Nucera , è intervenuta una Socia
e dopo la serata è stata allietata dal suono della ciaramella dell’arch. Antonio Spanò.
A conclusione della serata sono stati offerti dolci per tutti, con gli Auguri di Buon Natale.
Reggio Calabria, li 21.12.2011
daniele dattola
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