Nel 2010, ho aperto una Sezione, dedicata alle foto del passato, foto il più delle volte inedite, che fanno parte integrante della nostra Storia. Qui gli amanti delle foto d’epoca hanno potuto visionare fotografie, luoghi, persone. Oggi voglio tracciare, per sommi capi la storia di Melito, attraverso le foto che mi ritrovo, una ricostruzione di luoghi, fatti e persone del tempo che fu, per farli conoscere, anche, alle nuove generazioni. Non mi stanco mai di dire che se qualcuno vuole si può fare partecipe con l’invio alla mia casella di posta di materiale fotografico che può essere utilizzato al fine di migliorare queste pagine.
La Memoria è una cosa importante. Sono stato sempre convinto, e l’ho scritto in più occasioni, che per avere un futuro occorre sempre guardare bene nel passato.
Melito è stata sempre una cittadina che ha avuto un ruolo di rilievo nella costa Jonica meridionale, basta pensare alla suggestiva rocca di Pentedattilo, con il suo Paese e la sua Storia, una bellezza unica, conosciuta in tutto il mondo.
(Pentedattilo)
Il paese è famoso perché il 19 agosto 1860, avvenne lo sbarco dei Mille, guidati dall’eroe dei due mondi Giuseppe Garibaldi, uno dei personaggi più famosi del Risorgimento italiano, e per la coltivazione e l’estrazione dell’essenza del bergamotto.
Nel periodo dal 1905 al 1912 fu sindaco di Melito Salvatore Patamia.
Per il nostro territorio un evento bruttissimo fu il catastrofico terremoto, seguito dal maremoto del 1908, che colpì e distrusse le due città principali di Reggio Calabria e Messina causando gravissimi danni nelle due province.
Cominciò dopo questo periodo, l’idea di un illustre uomo di Melito, il Prof. Tiberio Evoli, Senatore della Repubblica Italiana,
che trasformò il suo disegno da sogno in realtà …la realizzazione di un Ospedale, che ebbe inizio nel 1909, con la raccolta di Fondi in tutta Italia. La costruzione ebbe inizio con una baracca, che fu sostituita in seguito da una grande tenda.
Il 28 dicembre 1908 ci fu il violento terremoto,
(Santuario della Madonna di Porto Salvo, dopo il terremoto del 1908 da manoscritto 1913 di A. Patamia)
il 2 gennaio 1909, 400 feriti di Melito e dei paesi viciniori erano in attesa di soccorso, fu Tiberio Evoli che ebbe una grande iniziativa, quella di riuscire ad ottenere una baracca (casa in legno) da adibire a soccorso dei feriti. La baracca conteneva sei barelle e li vi furono ricoverati i sei feriti più gravi. Il 9 gennaio fu costruita una baracca più grande, dove poterono essere ospitati 10 barelle, era l’embrione di quello che fu dopo l’Ospedale di Melito. Accanto a quest’ultima baracca un’altra per gli interventi operatori con un letto operatorio in legno. Il 21 gennaio fu montata una tenda Ospedale con 14 barelle eccola nelle foto di seguito
(Tenda Ospedale con 14 barelle) donata dalla Croce Rossa Svizzera
qui si curavano i primi terremotati feriti,
L’Ospedale grazie alla capacità del prof. Evoli e all’aiuto di tutti crebbe, fu inaugurato nel 1915 il primo Padiglione con 25 posti letto, furono costruiti durante il 1930 altri padiglioni, e altri ancora nel 1952, nel 1954 fu costruita la chiesa, e così di seguito.
piano piano l’Ospedale si arricchì di servizi passando da 25 posti letto a 400 grazie a valenti operatori che diedero lustro a questa Struttura. Dopo …il declino.
Intanto il centro, sito nella parte alta del paese, “Municipio vecchio” si spostò in via XIX agosto, che divenne piano piano la strada principale di Melito. In questa cartolina, si vedono sedute delle donne davanti a un negozio che era quello di Antonio Spinella, Zio di mio padre, qui noi, i Dattola, insieme a mia nonna abbiamo vissuto fino al 1960 data in cui, mio padre costruì una casa in via XXV aprile dove ci siamo trasferiti. Accanto a questa dove si vedono le mercanzie appese, c’era la casa dei Principato e dopo un altro negozio emporio-armeria di proprietà di mio nonno Dattola Giuseppe, che poi divenne il negozio di mio padre.
Come si può vedere, nella cartolina di seguito, la casa era costruita su 3 piani, di cui uno seminterrato. Dopo il terremoto del 1908 subì al piano superiore una lesione, che intaccandone la stabilità costrinse i proprietari alla demolizione e alla costruzione di una mansarda ricoperta, con tegole. La casa è ancora oggi esistente, in buona condizione.
La via XIX agosto era, nel paese vecchio, l’unica percorribile, e poteva essere raggiunta dagli automezzi. Prima fatta in terra battuta (come si vede nella foto sopra) e dopo migliorata con lastroni di pietra, il naturale sbocco per il paese di Melito fu la zona pianeggiante a valle, dove erano stati posti i baraccamenti del dopo terremoto e l’Ospedale, per cui il centro del Paese divenne in seguito il Viale Garibaldi
(La chiesa “Concessa”, dal libro di Don Ettore Lacava “Melito di Porto Salvo”)
Nel 600 vi sono memorie di due chiese: La “Concessa”, cioè una chiesetta dedicata all’Immacolata Concezione; e di pochi decenni posteriore, la “chiesa Madre”; che acquistava però il titolo tolto alla prima chiesetta “dell’Immacolata”. Vi è registrata una visita pastorale della “Concessa”, nel 1682 vi venne a Melito, in questa chiesa, l’arcivescovo Jbanez De Villanueva che concesse ad un Alberti l’ampliamento della chiesa di Porto Salvo. La Concessa, dopo vari tentativi di donarla alla chiesa cattolica a condizione di realizzare un’opera parrocchiale un asilo, una sala o qualche altra cosa, fu venduta dai Ramirez a Nicola Criniti che costruì un palazzo. E’ notorio che in tutta questa zona nel sottosuolo vi erano tracce di civiltà preesistenti.
SANTUARIO DI MARIA SS. DI PORTO SALVO
All’inizio del Lungomare vi è la splendida Piazza di Porto Salvo con il Santuario della Madonna Maria SS. Di Porto Salvo. Fatto costruire per volere di Don Domenico Alberti, Marchese di Pentadattilo, nel 1680, su approvazione dell’Arcivescovo Ibanez De Villanueva. L’Alberti era un uomo religiosissimo e rivolse supplica all’arcivescovo per ottenere la licenza a poter costruire la chiesa di Porto Salvo, perché aveva una particolare devozione verso la Vergine. Il Marchese inoltre per la concessione avuta assegnò una congrua dote di ducati 7 annui di cui sei per la celebrazione di una messa la settimana. L’altro per la tenuta della chiesa, obbligandosi di pagare tale somma il 15 agosto di ogni anno con quanto ricavato dalle terre aratorie della contrada Annà. La chiesa fu iniziata a costruire nel 1637 in contrada Maiorana, con il titolo di Beatissima Vergine della Consolazione, ai tempi dell’arcivescovo Annibale d’Afflitto, essa già esisteva iniziata nelle sue fondamenta, ma mai portata a termine. Il quadro della Madonna di Porto Salvo era preesistente alla costruzione della chiesa, nulla si sa sulle sue origini, la tradizione popolare asserisce che il quadro comparve davanti l’attuale chiesa dove prima esisteva una piccola cappella,
(Daniele e Giuseppe Dattola, davanti la piccola antica cappella dove i visitatori sostavano dopo essere stati nel
Santuario)
portato dalla Turchia sopra una nave, tanto è vero che il popolino canta durante la processione questa cantilena:”Di la Turchia si partiu, intra na navi fu purtata. E sbarcò cu fidi pia, sutta Melitu Maria”.
(Santuario Maria SS. di Porto Salvo)
Ci sono nella tradizione altri racconti fantastici che è meglio tralasciare. L’autore è ignoto ma l’opera è magistrale, la tela è delle dimensioni di 1.55×1,28, ha avuto varie vicissitudini, restaurata, rubata e poi ritrovata, è comunque un’opera pregevole.
Ogni anno il quadro viene trasportato da Melito nella chiesa dei SS. Pietro e Paolo di Pentadattilo e ciò sta a dimostrare che questa inizialmente fu volontà del Marchese di Pentedattilo di ospitare tra le mura del suo castello la divina protettrice, ed era un segno di stima nei confronti di colui che aveva fatto costruire la chiesa di Porto Salvo. Il quadro addobbato con doni preziosi dei fedeli viene il 26 marzo di ogni anno portato dai cittadini di Melito in processione a Pentedattilo e qui tenuto per un mese. Il penultimo sabato di aprile i cittadini si recano di primo mattino, (molti a piedi), per preghiera e voti, fin alla chiesa di Pentedattilo. Inizia il ritorno e alla fiumara Tabacco, i portatori della vara di Pentedattilo consegnano il quadro ai portatori di Melito che trasportano il quadro fino al Santuario di Porto Salvo, qui ci sono le manifestazioni civili con bancarelle, una volta la fiera bovina, giostre e manifestazioni canore. La festa dura due giorni Sabato e Domenica. La Domenica il quadro della Madonna viene portato in processione per le strade di Melito con la banda musicale e al rientro la festa culmina con manifestazioni canore e spettacolari giochi d’artificio. Il popolo di Melito ha una grande venerazione del Santuario e della sua sovrana Protettrice, tanto è vero che nel passato (1863) per distinguere il comune dagli altri paesi col nome simile fu aggiunto il nome della sacra effigie.
Qui sotto una rara cartolina della Marina di Melito, scalo dove anticamente avveniva la salata dei pesci, ancora si notano le barche che usavano la vela
Nel periodo dal 1915 al 20.3.1920 fu Regio Comm. di Melito il Prof. Dr. Aria Francesco.
Il 23 marzo 1919 vengono fondati a Milano i fasci di combattimento;
Il 7-10 novembre 1921 viene fondato il PNF, Partito Nazionale Fascista;
Nel periodo dal 6.6.1922 al 21.6.1923 fu Sindaco di Melito Paolo Sergi
(Paolo Sergi, con i figli Antonio e Avv. Bruno)
Il 30 ottobre1922 su mandato del Re, Mussolini consegna allo stesso la lista dei Ministri;
Il 13 marzo 1923 la giornata lavorativa viene estesa a otto ore.
Il 22 novembre 1922 fu costituito il Fascio di combattimento di Melito e Segretario politico fu nominato Giuseppe Surfaro, mentre Antonio Zampaglione fu designato Segretario amministrativo. Zampaglione fu l’ultimo dei segretari politici del fascio di Melito, che terminò alla fine del fascismo nel 1943.
Dal 24.3.1924 al 29.6.1924 fu Podestà di Melito Geom. Surfaro Giuseppe
qui di seguito, una fotografia scattata il 26.4.1924, trattasi della famiglia Canaria di ritorno da Pentedattilo dopo un viaggio di ricerche storico-scientifiche. Così l’iscrizione dietro la foto. Ecco come si viaggiava un tempo!!!
Il 24 dicembre 1925 Mussolini diventa Capo del Governo
Nel periodo dal 9.2.1927 al 19.9.1927 fu Commissario di Melito Dr. Francesco Aria.
(28.1.1927 davanti al Comune di Melito Emilio Cordova, Antonio Zampaglione e Antonio Minicuci)
(15.5.1927 ore 10.00 Banda Musicale diretta dal maestro Prof. Vincenzo Patera, con a dx il maestro, Prof. Bruno Antonio
Dattola)
(Costruzione anni 30 Ponte di Prunella, progettista Santo Pirrello, Preside Provincia di Reggio)
Nel periodo dal 3.3.1930 al 4.3.1931 fu Podestà di Melito Giuseppe Surfaro.
( 1.1.1931 accanto alla Chiesa dell’Immacolata, personaggi di Melito tra cui, da sin 2° Edmondo Dattola, sull’asino Bruno
Dattola, Salvatore Bellino, ultimo Francesco Denaro)
Molte furono le opere realizzate durante il tempo del fascio, furono demolite le baracche e costruiti lotti di palazzine, sul Corso Garibaldi, alla Marina, negli anni 30 venne costruito il viale delle Rimembranze
la Pretura, e le Scuole elementari,
il mercato coperto,
L’ex mercato coperto costruito nel 1934, durante il governo del podestà Peppino Surfaro Struttura che rientrava nell’ambito della creazione della “nuova Melito”, con la vita del paese che si spostava dal “Paese Vecchio” per urbanizzare la zona marina.
(Mercato coperto di Melito Geometra Giacomo Minicuci mentre acquista)
(Villa Comunale Melito con la caratteristica fontana)
(Il Corso Garibaldi)
il Comune e all’inizio del viale una serie di palazzine, la prima fu adibita a casa del fascio
Quasi alla fine della via Aspromonte, dopo denominata via Matteotti, cosi come si vede nella cartolina, vicino all’incrocio con la via XIX agosto, era posta la “Casa del Popolo”. Tutti i bambini appena nati venivano iscritti all’O.N.B. (opera Nazionale Balilla) che era cosi organizzati:
Balilla – dagli 8 ai 14 anni;
Avanguardisti – dai 15 fino a 17 anni;
Giovani Fascisti – dai 18 ai 21 anni.
Tutti i giovani fascisti, maschi e femmine, per andare a fare sport, partivano, perfettamente inquadrati, in divisa dalla Casa del Fascio, accompagnati dai vari Responsabili fino al campo sportivo.
(Sabato fascista: Ragazze di Melito durante una sfilata)
(Adunata giovani italiane Corso avviamento di Melito P.S. con insegnante Musolino maestra).
A Melito anche le donne della X° ZONA erano organizzate ecco una rara foto scattata credo a villa S. Giovanni durante un raduno
La fiduciaria del fascio femminile era Irma Bresciannini maestra elementare siciliana.
Segretaria della sezione femminile era Carmen Giannotta anche lei insegnante elementare
2° a sin. avv. Vincenzo Lasco; 4° a sin. Sig.ra Giannotta, insegnante; 5° a sin. Cav. Patamia; 5° in alto Gentile; al centro in alto prof. Franco; 3° da sin. Geom Spartaco Namia direttore dell’Avviamento Professionale di Melito P.S.; 1° a dx sac. Giuseppe Calarco; 2° a dx in alto Antonio Zampaglione con in basso i figli.
(In questa foto noti personaggi della Melito di allora tra cui 5° da sin Marino Domenico e 6° Maria Antonia Punturieri,
Ispettrice di Zona del Fascio)
Dedica di Mussolini alle camice nere di Melito; Sfilata fascista davanti al comune di Melito.
(1° a dx ultima fila Antonio Zampaglione Segretario Amministrativo del fascio di Melito, col n. 2 Carmelo Dattola, col
n. 3 Domenico Zema, col n. 4 il dentista Carlo Curatola, sul davanti il secondo da dx il federale Paolo Quarantotto)
Caserma dei giovani fascisti, intitolata a “A. Locchielli nella foto si notano i giovani sulle finestre che fanno il saluto fascista mentre nelle mura è scritto “Vincere” il locale denominato “la Palestra fu per tanto tempo chiamato così anche quando dopo fu adibito a “cinema Dattola con bar e gelateria”.
Accanto al cinema teatro Dattola la chiesa Baracca di San Giuseppe, costruita cosi dopo il terremoto.
(Chiesa baracca di S. Giuseppe)
Tutti sanno che molte chiese nel reggino durante il terremoto del 1908 vennero distrutte completamente, infatti da parte dell’arcivescovado fu predisposto un piano per la ricostruzione delle chiese a cui partecipò monsignor Paolo Dattola di Reggio Calabria e Mons. Cottafavi mandato dal papa pro-tempore.
Distrutta la Chiesa arcipretale di Melito fu edificata una chiesa baracca al centro di Melito accanto al cinema Teatro Dattola, all’inizio del Corso Garibaldi dedicata al culto di S. Giuseppe. I “vecchi melitesi” non scorderanno mai la figura di Don Giuseppe Calarco, nominato parroco di S. Giuseppe nel 1936 che resse tale parrocchia per circa 45 anni fino al 30 settembre 1980, Uomo di grande umanità, umile, molto serio amato e stimato dal popolo Melitese. Egli riuscì nel suo sogno quello della costruzione di una nuova chiesa di S. Giuseppe, chiesa che fu eretta al centro di Melito e consacrata nel 1969.
Prosegue il culto dell’Immacolata Concezione iniziato nel 1682 nella chiesa della Concessa, dismessa in quanto demolita per costruire un palazzo. Il 22 aprile 1820 fu ordinato il trasferimento della Dittereale S. Costantino da Pentedattilo a Melito sotto la denominazione di “Immacolata Concezione”. La chiesa ebbe piena funzione nel 1852 con la nomina dell’arciprete Antonino Evoli.
Fu più volte riparata e ristrutturata specialmente in occasione dei terremoti, quello del 1908 la distrusse e fu riedificata nell’anno 1918. E’ uno degli edifici più antichi di Melito, ricco di opere tra cui un S. Francesco da Paola probabilmente proveniente dalla vecchia Concessa, quadro del 60,
notevole dal punto di vista artistico. Importante anche il quadro raffigurante la Madonna Immacolata che viene portato in processione l’08 dicembre di ogni anno. Una statua lignea di scuola napoletana che raffigura la Madonna. Una statua lignea raffigurante S. Vincenzo. La statua lignea raffigurante S. Francesco da Paola tutte del 1600. La chiesa di Melito e di Pilati è magistralmente diretta da Don Benvenuto Malara che guida la comunità di Melito da almeno 40 anni. Egli è protagonista in molte azioni umanitarie.
A livello nazionale vengono fondati l’I.M.I. e L’I.R.I.
Nel periodo dal 13.4.1931 al 26.3.1934 fu Podestà di Melito Geom. Giuseppe Surfaro.
proprio vicino la casa del fascio era posto il circolo sportivo, e il dopolavoro dove esisteva la “Filodrammatica Melitese” che il 12 agosto 1931 dava lo spettacolo “Il Conte di S. Germano” cosi come si vede in questa foto, la compagnia era formata tutta da cittadini melitesi e diretta da Antonio Minicuci il primo a sin. col cappello e una busta in mano.
( “U Caddaruni” cioè la mensa per i poveri durante il regime fascista. Era posta nei cantinati della fabbrica Sanderson)
(1931-32 Banda musicale di Melito diretta dal Maestro Vincenzo Patera)
(Giornata di ritiro e studio a Prunella sicuramente molto precedente al 1933)
(Foto del 25.5.1933 di una giornata di ritiro e studio a Prunella di Melito)
(1933 Salone da Barba Andrea Demetrio, a dx Angelo Demetrio)
Nel 1934 avviene il primo incontro Mussolini Hitler;
Nel periodo dal 16.6.1934 al 9.11.1934 fu Commissario Prefettizio di Melito Francesco Tropea.
Nel periodo dal 10.11.1934 al 31.1.1935 fu Commissario Prefettizio di Melito Avv. Francesco Lagana’.
Qui di seguito due rare fotografie della Direzione didattica della Scuola Elementare di Melito P.S., e una mentre il Prof. Dattola Bruno Antonio insegna in una classe, da notare appesi i quadri nella parete del Re la Regina e Mussolini.
(In piedi a sin. il Prof. Bruno Antonio Dattola)
Il Prof. B.A. Dattola in classe con gli alunni
Nel periodo dal 1.2.1935 al 9.8.1935 fu Comm. Pref. di Melito Avv. Francesco Tropea.
Nel periodo dal 10.8.1935 al 22.11.1935 fu Comm. Pref. di Melito Francesco Lagana’.
Nel 1935 gli Italiani donano le fedi per la Patria;
Nel periodo dal 1.2.1936 al 19.8.1938 fu Comm. Pref. e Podestà di Melito Avv. Francesco Tropea.
Il 5 maggio 1936 truppe italiane entrano ad Adisabebba;
Il 9 maggio 1936 viene proclamato l’Impero;
(Foto di Giugno 1936 davanti al Comune, 1° a sin Carmelo Spinella, 3 a dx Domenico Zema, seduto in basso
Edmondo Dattola)
Il 24 novembre 1936 nasce l’asse Berlino-Roma.
le foto di seguito riprodotte, risalgono al 19.03.1937, trattasi di una pesca di beneficenza organizzata nel Comune di Melito di Porto Salvo i luoghi sono quelli dell’ex cinema Dattola e del Mercato coperto. Le due foto sono interessanti in quanto sono presenti molti noti cittadini di Melito.
Da sin. A dx nella foto la Banda musicale di Melito con il Direttore della stessa prof. Patera, il 3° Edmondo Dattola, dopo Domenico Zema, Marino Domenico sposato con Virginia Minicuci, Paolo Crocè si distingue per il cappello in testa, col fazzolettino bianco dr. Francesco Tropeano, Carmelo Dattola, Maria Antonia Punturieri madre dell’Avv. Lagana’, penultima a dx con l’ombrello in mano Sig.ra Giannotta, insegnante, e tanti tanti altri ancora. Per Paolo Crocè aggiungo che era un facoltoso commerciante, che insieme alla moglie Ignazia aveva una notevole attività commerciale, tanto che riforniva di generi alimentari l’Ospedale “Tiberio Evoli” e anche le truppe dell’esercito Italiano dislocato tra Melito e Brancaleone.
(Banda musicale di Melito durante la guerra)
Nella foto una squadra di calcio i cui componenti sono: al centro col pallone l’ex Sindaco di Melito Dr. Antonino Familiari , Focà, Laganà, Spinella, Minicuci Domenico, Orlando, Pizzi, Sergi. Inoltre in divisa Giuliarini Alfiero, comandante la Stazione di Bova, coniugato con la sig.ra Antonina Giannotta.
Il 25 settembre 1937 Mussolini incontra Hitler a Monaco;
L’11 dicembre 1937 l’Italia esce dalla Società delle nazioni;
Nel periodo dal 10.9.1938 al 28.7.1939 fu Podestà di Melito Avv. Francesco Tropea.
Il 19 gennaio 1939 viene formata la Camera dei fasci e delle Nazioni;
Il 6 aprile 1939 attacco in Albania;
Il 22 maggio 1939 viene firmato il Patto d’acciaio;
Nel periodo dal 29.7.1939 al 31.8.1939 fu Comm. Pref. di Melito Domenico Marino.
Nel periodo dal 1.9.1939 al 2.7.1941 fu Podestà di Melito Avv. Francesco Tropea.
Il 18 marzo 1940 Mussolini s’incontra con Hitler al Brennero;
Il 10 giugno 1940 avviene la Dichiarazione di Guerra;
Il 18 giugno 1940 Mussolini incontra Hitler a Monaco;
20 giugno 1940 Attacco alla Francia;
24 giugno armistizio con la Francia;
4 ottobre 1940 Mussolini incontra Hitler al Brennero;
( 5° Corso Avviamento professionale a tipo Agrario e Industriale, 1° a dex prof. Franco, a sin. parroco Calarco, al
centro il preside Spartaco Namia e altri)
( 4° Corso Avviamento professionale a tipo Agrario e Industriale, al centro il preside Spartaco Namia e altri)
Nel periodo dal 3.7.1941 al 27.1.1942 fu Comm. Pref. di Melito Cav. Domenico Marino.
(19 agosto 1941 davanti al chiostro giornali via rimembranze Melito Salvatore Demetrio ed altri)
25 agosto 1941 Mussolini incontra Hitler sul fronte orientale;
26 ottobre 1941 Mussolini da i poderi ai contadini;
11 dicembre 1941 viene dichiarata guerra agli Stati Uniti d’America;
Nel periodo dal 28.1.1942 al 23.9.1943 fu Comm. Pref. e Podestà di Melito Avv. Vincenzo Lasco.
Ore 7,30 del 4.9.1942 il principe Umberto passò da Melito, questa rara foto fu scattata da mio cugino
Prof. Domenico Minicuci, figlio di Antonio. Umberto era in quell’occasione Ispettore del Regio Esercito,
in quell’occasione ispezionò postazioni di artiglieria ad Anna’ ed in altri posti. Dietro si vedono la Chiesa
di S. Giuseppe e la famosa Palestra, Caserma “Locchielli”.
7 aprile 1943 Mussolini incontra Hitler a Salisburgo;
24 luglio 43 il Consiglio del fascismo invita Mussolini a dimettersi da tutte le cariche;
25 luglio 1943 il Duce va dal Re a dimettersi e Lui lo fa arrestare;
12 settembre 1943 il duce viene liberato dai Tedeschi;
Nel periodo dal 24.9.1943 al 18.4.1946 fu Sindaco di Melito Marchese Antonio Ramirez con nomina conferita dagli Alleati.
23 settembre 1943 nasce la Repubblica Sociale Italiana;
Nel 44 Mussolini fa condannare alcuni gerarchi per alto tradimento, incontra Hitler in Austria,
a dicembre parla per l’ultima volta in pubblico al Teatro Lirico di Milano, nel febbraio 1945 sostituisce il Ministro degli Interni,
offre la resa agli alleati che la rifiutano, si trasferisce a Milano, il 25 aprile 45 lascia Milano diretto in Valtellina, il 25 aprile 45 viene arrestato con la Petacci in località Dongo, il 28 aprile 45 viene ucciso con la Petacci per ordine dei capi Partigiani.
FINE DEL FASCISMO.
Ora una serie di foto del dopoguerra “Gli anni della ricostruzione”
Ecco un’altra foto del passato, è una foto scattata alla marina di Melito, luogo dove in estate i cittadini, facevano il bagno. Nel passato il costume da bagno veniva chiamato “Maglia”, infatti, alla fine dell’ottocento si era diffuso l’uso di fare il bagno all’area aperta, la località balneare più frequentata in quei tempi era la marina. Il costume maschile era in maglia di lana, ecco perché veniva chiamato “Maglia” questa maglia in genere era di colore scuro cosi come si vede in questa foto nei primi 3 o 4 personaggi a dx. Mentre si usava anche la maglia a righe, cosi come quella che si vede nel primo soggetto a sn. Le donne invece avevano un costume costituito da un vero e proprio vestito di cotone, con sotto dei mutandoni, stretti al ginocchio. Notate le canottiere a grandi strisce. Chissà chi sono i personaggi in questa foto?
Nel periodo dal 19.4.1946 al 1952 fu Sindaco di Melito Gaetano Giuseppe Curatola.
(7 agosto 1946 davanti al Comune di Melito P.S. vari personaggi noti dell’epoca)
(Il Prof. di musica Salvatore Demetrio con i suoi allievi tra cui Isaia Demetrio e Pasqualino Mangiola)
(Daniele e Giuseppe Dattola nel negozio del padre in via XIX agosto da notare i lastroni di pietra a terra)
(Giuseppe e Daniele dattola all’interno del negozio del padre in via XIX agosto di Melito)
(Mimmo Barilla in vespa con Daniele Giuseppe dietro, località Porto Salvo)
(10.10.1951, funzionari del Comune di Melito)
(Domenico Zema, Ufficiale di Stato Civile, mentre lavora al Comune di Melito)
(Edmondo Dattola al lavoro nel Comune di Melito)
(Caratteristica fotografia di Carmelo Zema detto Memè uno dei ragazzi più belli ed eleganti della Melito di allora,
insieme a Ponzio, nella via Roma)
(Passaggio del Giro Ciclistico da Melito Porto Salvo)
(Dietro F. 31.3.1951 Saluti al Pretore uscente. 2° sin prima fila , moglie Dr. Carlo Terzo Curatola, seduto al centro personaggio cancelleria Pretura Melito, prima fila 2° a dx seduto arciprete Zoccali, 1° in alto a dx avv. Vincenzo Lasco, 2° in alto a dx avv. Nino Lagana’, 3° Parroco Calarco, 1° seconda fila avv. Bartolo Dattola, 2° avv. Dieni, 3° Namia Spartaco, 5° dr. Carlo Curatola, avv. Nunzio Manti, etc.)
(a sin. Avv.ti Salvatore Familiari, Nino Lagana’, Annunziato Manti, Bartolo Dattola, Aurelio Nipoti, Pietro Barilla)
(Da sin. Cancelliere Perretta, Avv.ti: Bartolo Dattola, Nino Laganà, e altri)
(Da sin. Avv.ti: Nino Lalaganà, Salvatore Familiari, Bartolo Dattola)
(Viale Rimembranze Cav. Surfaro e L. Lucibello) (Davanti al Comune Dr. Pietro Familiari e Avv. Nino Laganà)
Nel periodo dal 1953 al 1955 Sindaco di Melito fu Bruno Sergi.
(Foto scattata il 03.03.1955 davanti l’entrata dell’Ospedale di Melito P.S. a sin. Ing. Sergi Sindaco di Melito, al centro Prof. Tiberio Evoli, e Prof. Ricci (emiliano) in fondo Dr. Aloi Antonino, Dr. Mario Evoli, Prof. Pietro Panuccio, l’inf. Rosaci e altri).
(1955 Il Sindaco Ing. Sergi esulta quando la Sig.ra Cilione inaugura e da il via alla
corrente elettrica, nuovo impianto, che illuminerà il paese di Melito e zone limitrofe).
(Nei pressi del Comune Ing. Sergi Sindaco di Melito, Prof. Ugo Tropea Presidente
della Provincia di Reggio Calabria e altri).
( 1955 Melito di P.S.- Sindaco Ing. Sergi, l’arcivescovo Mons. Ferro , Parroco Zoccali ed altri)
(Indimenticabili parroci di Melito di P.S. Pensabene della Chiesa dell’Immacolata, Calarco della
Chiesa di San. Giuseppe)
(1955 gita a Gambarie d’Aspromonte di alcune famiglie di Melito P.S.)
(1955 gita a Gambarie d’Aspromonte di alcune famiglie di Melito P.S.)
(Gitanti in vespa, Carmelo e Peppinello Zema, prof. Tito Sgrò e Avv. Pietro Barilla)
(Picnic nel bosco)
(Il ritorno dalla gita a Gambarie in vespa)
(Giugno 1955 -1° Elementare – , al centro il maestro Tripodi e molti ragazzi di Melito)
(1955 Cartolina di Melito P.S.)
Nel 1956 fu Sindaco di Melito Giuseppe Orlando.
Nel 1957 fu Sindaco di Melito Salvatore Pansera.
Nel periodo dal 1958 al 1961 fu Sindaco di Melito il Dr. Antonino Familiari.
(Prima elezione a Sindaco del dr. Ninì Familiari a Sindaco anno 1958)
(1958 Consiglio Comunale Nomina Dr. Ninì Familiari a Sindaco)
(1958 fuori dal Comune Assessore Antonino Mangeruca Sindaco Dr. Antonino Familiari, Prof. Costantino e altri)
(1958 Vicino al Comune Carmelo Dattola, il Sindaco Dr. Ninì Familiari, 3° da dx On.le Reale, Assessori Crea, Antonino
Mangeruca e altri)
(1958 Passaggio a livello Porto Salvo alcuni componenti la Giunta e il Sindaco)
(29.1.1958 Davanti al Comune di Melito P.S. in alto a sin Domenico Zema, i vigili Antonio Minicuci, Sergi, Tuscano, i parroci Don Giuseppe Calarco, Antonio Orlando, Assessore Crea, maresciallo Mazzola, Assessori Antonino Mangeruca,Carmelo Dattola, Fedele Nucera, il Sindaco Dr. Antonino Familiari prima fila Gino Demetrio etc.)
Visite Arcivescovo di Reggio Calabria:
(Arrivo dell’Arcivescovo con la scorta)
(Mons. Arcivescovo Ferro, Dr. Antonino Familiari, Carmelo Dattola, Prof. Gino Demetrio e altri)
(da Sin. Carmelo Dattola, bruno Familiari, Avv. Familiari, Dr. Antonino Familiari, Fedele Nucera)
(Dr. Antonino Familiari con Presidente Provincia Tropea)
(Da sin. Dr. Antonino Familiari, Carmelo Dattola, Bruno Familiari, Avv. Salvatore Familiari)
(Due amici Sindaco Dr. A. Familiari e Vice Sindaco “Conte” C. Dattola)
(Angolo Stazione FF.SS. Futuro Hotel Fedele)
(HOTEL FEDELE)
(Arrivo a Melito del Presidente della Camera On.le Amintore Fanfani)
Ed ecco una serie di foto scattate durante manifestazioni a Melito:
(Iniziativa di Rosario Azzarà:”La migliore vetrina Melitese” nella foto:”Zampaglione, Barilla, Sindaco A. Familiari, Guido
Pizzi, Rosario Azzarà detto Saro)
( Iniziativa di Rosario Azzara’ “La migliore vetrina Melitese”, premiazione)
(Votazione 1° a dx Nino Attina, Emilio Foti,’ Prof. Tito Sgrò)
Convegno con Pietro Neri:
Manifestazione nella Caserma dei Carabinieri di Melito, forse inaugurazione:
(Nella foto il Dr. Paolo Orlando e il sindaco Dr. Antonino Familiari)
Nel periodo dal 1962 al 26.8.1965 fu Sindaco di Melito P.S. Antonio Zampaglione, e dopo per un breve periodo Salvatore Pansera.
Nel periodo dal 1965 al 1967 fu Sindaco di Melito il Dr. Paolo Orlando.
e dopo arrivò a Melito Il Presidente della Repubblica Giuseppe Saragat
(Nella foto il Sindaco Paolo Orlando, Attina’, Iaria, Latella, Calabrò, Dr. Aloi Antonino, Avv. Nino Lagana’, Tito Sgrò,
Pansera, Dr. Paolo Sergi)
Nel periodo dal 1958 al 1961, dal 1970 al 1976 fu Sindaco di Melito e dal 1977 al 1978 fu Comm. Pref. il Dr. Antonino Familiari.
A Melito in località “Rumbolo”, ci fu lo sbarco dei “Mille” guidati da Giuseppe Garibaldi, la prima volta all’alba del 19 agosto 1860, la seconda nel 1862. Sul luogo dello sbarco vi è a perenne memoria una stele e una tomba dedicata ai Garibaldini rimasti uccisi. Oggi è stato costruito un Mausoleo.
In determinati condizioni ed anni, nel mare a volte ad una bassa profondità riemerge dalla sabbia lo scheletro della nave “Torino” che pare oggi il Comune di Melito ha un progetto per il suo recupero. Quante volte ho fatto pesca sub tra quelle lamiere!
Ad agosto 71, un mio cugino mimmo Barilla (fotografo, mi diede una macchina fotografica subacquea Ricoh, per provarla) feci una serie di foto nella nave Torino ecco una della serie
Molti sostengono che Melito deriva dal greco Melitos, genitivo di to melis che significa Miele non bisogna dimenticare che ancora oggi si produce il miele.
Melito importante crocevia tra Reggio Calabria, Locri e l’Aspromonte, ha due importanti arterie, la statale 106 aperta nel 1868 e la linea ferroviaria Reggio Calabria-Roccella inaugurata nel 1871.
Melito fu gravemente danneggiata dai terremoti del 1783 e del 1908 quest’ultimo causò vittime e danni gravi nelle abitazioni, che furono recuperate e il Paese da allora si espanse in pianura vicino al mare. Melito visse anche gli eventi delle due guerre mondiali e fa parte della memoria del Paese il bombardamento del 31.01.1943 che provocò la morte di tante persone che erano riunite in casa Ramirez e quello del 16 luglio 1943, verso l’undici ant. un’aereo s’abbassò e lanciò 5 bombe vicino la fabbrica delle pipe alla marina, danneggiandola e uccidendo 11 ragazzi e un povero caporalmaggiore. Due di queste bombe penetrarono nella sabbia senza esplodere. Si dice, invece che verso il 15.01.1943 due grosse motonavi furono silurate da un sommergibile inglese, una nave calò a picco di fronte la Marina di Melito e oggi si trova in una secca alla profondità di 25 mt., l’altra danneggiata finì arenata sulla spiaggia senza affondare, si decise di scortare questa nave fino al porto di Messina per essere riparata. La nave partì da Melito verso Messina il 27 gennaio 43. Da terra un piccolo convoglio di automezzi munito di cannoni antiaerei sorvegliava la navigazione della nave, scortandola fino a Capo delle Armi. Dopo avere scortato la nave al ritorno, un guasto al motore di un camion fece sostare la colonna nei pressi della casa dei marchesi Ramirez, la colonna pare fu individuata da un aereo che segnalò quel luogo (tragica fatalità) fotografandolo come un obiettivo militare. La sera del 31 gennaio alle ore 20,00 mentre veniva bombardata Messina e il vescovo si era appena affacciato con gli altri a vedere la scena, un aereo si portò sulla casa e sganciò otto bombe dirompenti che in pochi secondi provocò la morte dell’arcivescovo Enrico Montalbetti e di altre nove persone, tra cui il il Marchese Annunziato Ramirez e la sua consorte Caterina Fieschi, il figlio del marchese Annunziato, Francesco Ramirez, allievo Ufficiale alla Nunziatella di Napoli che nonostante ferito, si rifiutò di essere operato per primo, per dare agli altri la possibilità di salvarsi, prodigandosi a dare soccorso e pronunciando parole nobili in punto di morte, gli fu conferita la medaglia d’argento al valore militare. Un’altra vittima fu Don Rocco Trapani in servizio alla curia arcivescovile, il parroco di Anna’ don Giovanni Bilari, i maggiori: Carlo Bertuscelli, Vincenzo Mirto e la moglie Beatrice, Filippo Notarbartolo. A Francesco Ramirez e a Mons. Enrico Montalbetti è stata dedicata una Piazza chiamata Baglio che si trova davanti alla chiesa di S. Giuseppe in contrada Anna’.
All’interno lungo la direttiva della stele, vi è un palazzo famoso dove sostarono i garibaldini oggi trasformato a ristorante domani chissà “La Casina Dei Mille”. Alla vista delle camice rosse affacciate ai balconi, le navi nemiche lo bombardarono. E sulla sua facciata a destra di un balcone ancora vi è infissa una palla di cannone.
(Celebrazione centenario dello Sbarco di Garibaldi a Melito con Anita Garibaldi, figlia di Menotti)
(Una delegazione di Melito Sindaco Familiari, Vice Sindaco Carmelo Dattola e il segretario Comunale sono stati alle celebrazioni di Roma del Centenario Unità d’Italia)
La fiamma olimpica nel 1960 ha attraversato l’Italia e anche la Calabria passando per Melito di Porto Salvo. I Tedofori scelti per attraversare il territorio del Comune di Melito furono: Zampaglione Sergio, Franco Lugarà e Domenico Minicuci. Nella 1° foto in basso Carmelo Zema, Romano Pizzi, Pasquale Mangiola.
Il Tedoforo è colui che porta la Fiamma Olimpica, la fiamma è il simbolo dei Giochi, annuncia il messaggio, incarna e diffonde gli ideali: l’unione e la pace tra i popoli, la lealtà, il coraggio, la fratellanza e la solidarietà.
I tre furono prescelti, da un’apposita Commissione, per le loro qualità agonistiche del tempo Domenico Minicuci era un importante e conosciuta punta di attacco della squadra locale di calcio.
Lugarà di Atletica leggera, Sergio Zampagliene di calcio. In occasione delle Olimpiadi di Torino il Lugarà ha fatto per la seconda volta il Tedoforo nella città di Reggio Calabria. Nel 1960 i Tedofori percorrevano un tratto di 1500 mt. oggi invece solo 500.mt., i tre hanno avuto il compito di portare la fiamma olimpica nel centro abitato di Melito.
Oggi i tre sono: Zampaglione uno stimato commerciante, Lugarà Docente Universitario e l’avv. Domenico Minicuci un alto funzionario dell’ASP di Reggio Calabria ex Direttore Generale dell’ASL 10 di Palmi. L’avv. Minicuci ricorda che era stato prescelto in quanto allora era un giovane che aveva una particolare predisposizione allo sport, tanto è vero che s’impegnava durante le partite di calcio nella locale squadra della Melitese, cercando di dare sempre il massimo.
gli ricorda quel giorno, come un giorno caldissimo e ricorda nel tratto percorso da Annà al Centro di Melito, il calore e l’affetto che gli dimostrarono i cittadini, giunto al Centro consegnò la torcia olimpica a Franco Lugarà ed ecco la foto
(Stazione Ferroviaria Melito P.S.)
Siamo nel 1961, io avevo appena 12 anni e cominciavo nei banchi di scuola ad esercitarmi insieme ad altri miei compagni alle apnee prolungate preludio alle prime pescate sub in mare, mi ricordo che facevo i 2 minuti in apnea, già esisteva un squadra sub eccezionale costituita da Guido Polimeni, Dattola Giuseppe, Giuseppe Gori, Pino Campolo
(Pino Campolo, Pino Dattola, Peppe Gori cernie catturate nella secca Marina di Melito, notate i Saetta B e il Cernia Velox
della Cressi Sub)
e durante la mia iniziazione in mare, fui accompagnato per la prima volta nella secca davanti alla marina di Melito, uno spettacolo eccezionale, che ancora oggi ricordo come la prima volta, andavamo a circa un km dalla battigia, gli scogli iniziavano a 19 mt di profondità, il mare era limpidissimo, fino a quando raggiungemmo dalla superficie dell’acqua, la profondità di 25 mt., qui un grande spettacolo, nel fondale i resti di una nave e tra le lamiere una visione unica, centinaia di cernie e tinche delle dimensioni diverse dalle piccole alle grandi, si muovevano tra le lamiere con una fare lento e maestoso, erano per me 12enne uno spettacolo da sogno, al nostro arrivare, mi ricordo che mi accompagnarono in quel posto Giuseppe Gori e qualche altro, qualcuna di queste cernie enormi, (c’erano esemplari di oltre 25 kg.), s’impauri e tutte scapparono rintanandosi tra le lamiere della nave (affondata durante la guerra perché silurata) e le rocce.
Grandi pescate, grandi escursioni, le scogliere sotto la casa del Dr. Sergi (1°, 2° e 3° scogliera) la prima da 3 a 6 –7 mt di fondo; la seconda a 12 mt, la terza dai 18 in su; e dopo la scogliera di Porto Salvo, la Scogliera del Colonnello dopo il Santuario, un lungo ammasso di rocce squadrate, parallele alla riva del mare dal lato di sopra erano a 18-19 mt di fondo dopo scendevano ripide e stagliate dritte fino ad arrivare a 20-25—30-35 mt di profondità, tutte erano accomunate da una stessa caratteristica, erano ricche di pesci e pullulavano di cernie a centinaia, polpi murene etc.…un vita è trascorsa tra queste cose io feci questo hobby o attività fino all’età di 50 anni si andava con la lampara e torcia lungo la riva del mare,
(La mia prima cernia, catturata a 12 mt di fondo in apnea nella seconda scogliera del Dr. Sergi, notate la felicità di tutti)
(Cernie catturate in uno scoglio zona porto Melito, in questa occasione Guido perse l’orologio sub che trovò il giorno
dopo)
(Guido Polimeni e Giuseppe Gori dopo una battuta di pesca)
voglio ricordare però una cosa, queste scogliere furono ricche di pesci fino a quando un giorno non arrivò da RC un famoso pescatore sub con gli autorespiratori insieme ad altri, (evito di fare il nome ) furono accompagnati con le barche, mi ricordo, che riempirono di cernie, ma da allora in poi queste scomparvero perché modificarono il loro habitat portandosi in profondità più alte, (fine delle cernie), certo ogni tanto s’incontrava qualche esemplare. Ho voluto raccontare questa breve cosa, non a caso, perché voglio dedicare questo angolo di piccola storia, ad un grande amico, oggi morto, Guido Polimeni e voglio qui pubblicare qualche foto che è rimasta tra i miei ricordi,
(Cernia catturata a Capo Spartivento da Guido Polimeni)
un grande pescatore sub ed un grande amico
(davanti l’Officina in via XXV aprile Melito) (una battuta di pesca sub zona Porto Salvo)
La sua esperienza era grandissima s’intendeva di tutto (bravissimo), proveniva da una famiglia con tradizioni meccaniche, suo padre aveva una grande officina sulla T. Minicuci dove lavorava con i suoi fratelli Andrea, (più grande) e Silvio (più giovane). In quell’Officina, sulla T. Minicuci, c’era di tutto, mi ricordo la cosa più importante erano i torni,
A Guido ho dedicato un lavoro in questo sito, chi vuole approfondire questo argomento, lo può fare cliccando il seguente link:
Mentre la Gioventù universitaria nell’anno 69 organizzava la “FESTA DELLA MATRICOLA” Tutto il Paese partecipò a quell’evento di cui pubblico qualche foto:
(Sul Camion da sin. Nello Familiari, Giovanni Labate, Processato Crea, Agatino Familiari, rag. Palumbo, sotto in piedi
Nuccio Zumbo)
(I due premiati Domenico Minicuci e Franco Lugarà accanto Peppinello Zema)
(Altri premi consegnati da cantante a Domenico Minicuci e Peppinello Zema)
(Visita all’Ospedale di Melito dell’arcivescovo di Reggio Calabria Mons. Ferro)
(Arc. Ferro, Dr. Paolo Sergi, Prof. Panuccio Pietro)
(In visita all’Ospedale Arcivescovo Ferro, dietro Prof. Pietro Panuccio, Dr. Alfredo Tripodi ed altri)
(1971 Visita di Mons. Ferro all’Ospedale di Melito P.S. Div. di Chirurgia Generale, con Prof. Pietro Panuccio e Dr. Giuseppe Dattola)
(1971 Visita di Mons. Ferro all’Ospedale di Melito P.S.Con prof. Pietro Panuccio e Dr. Giuseppe Dattola)
(100 anni sig.ra Martorano, madre di Salvatore Martorano, festeggiata dal Sindaco di Melito Dr. Antonino Familiari, dal
Parroco don Malara e dal figlio Salvatore)
(1977 Squadra calcio avvocati 1° posto al campionato nazionale ex equo, terzo da sin. 1° fila avv. D. Minicuci )
Nel periodo dal 1979 al 1983 fu Sindaco di Melito il Dr. Antonino Aloi.
Nel periodo dal 1983 al 1991 fu Sindaco di Melito Giuseppe Iaria.
(Il Sindaco Iaria con Anita Garibaldi)
Nel periodo dal 23.11.1993 al 27.2.1996 fu Sindaco di Melito Umberto Laface.
(Il Sindaco Umberto Laface con la Sig.ra Green)
Nel periodo dal 26.5.1998 al 26.5.2002 fu Sindaco di Melito il Dr. Mario Tripodi.
Nel periodo dal 28.5.2002 a Oggi è Sindaco di Melito Giuseppe Iaria.
Gli anni del dopoguerra furono caratterizzati da una forte emigrazione.
Nella cittadina c’è stato un notevole incremento demografico dovuto anche al trasferimento, negli anni 70, degli abitanti di Roghudi e Chorio di Roghudi. L’economia si basa sull’agricoltura, la pesca, l’impresa familiare, i Servizi, il commercio, ci sono numerosi centri commerciali, un forte sviluppo turistico e un notevole aumento dei servizi e del settore terziario.
Alla base di questa pubblicazione di foto del passato, la consapevolezza che la fotografia rappresenta un’importante documentazione per l’analisi e la comprensione del passato. E ancor di più delle trasformazioni generazionali. Anche se già dalla fine dell’Ottocento è stata avvertita l’esigenza di creare grandi archivi di immagini, le raccolte fotografiche non sono ancora state utilizzate appieno dalla ricerca storica. Eppure le esperienze didattiche in questo campo hanno dimostrato che la ricostruzione del passato attraverso le fotografie conservate in famiglia, contribuisca a creare attorno alle immagini di bisnonni, nonni e genitori un interesse che può trasformarsi in un reticolo di conoscenze storiche che vanno aldilà del nucleo familiare, per abbracciare l’intera società, le visioni e le rappresentazioni del mondo.
Melito di Porto, li 5.Nov. 2011
daniele dattola
Bravissimo,Daniele.Sei una memoria di Melito.Grazie,per ciò che fai.
peppe toscano