L’Italia è una nazione bellissima e la Calabria rientra tra queste bellezze. Voglio occuparmi dei posti della costa jonica meridionale che meritano una particolare attenzione, in quanto non molto sponsorizzati dai media. Per questo ho deciso di fare dei servizi fotografici, scegliendo luoghi che fanno parte della nostra costa calabrese, che hanno un fascino particolare. Il turista oggi, fa vacanze brevi e cerca sempre di visitare i posti più importanti. La punta di diamante è certamente Reggio Calabria, con il famoso lungomare, affacciato sullo stretto di Messina, una finestra che Gabriele D’Annunzio definì “Il più bel chilometro d’Italia”. Il Castello Aragonese, che rappresenta per Reggio Calabria un’importante pagina di storia, il Museo Nazionale con i tesori della Magna Grecia, i Bronzi di Riace (statue uniche al mondo di incomparabile bellezza) e tanti altri manufatti e reperti; l’incantevole Tropea, Scilla con Chianalea, l’Aspromonte e tanti tanti altri luoghi che non si può fare a meno di visitare, ciò non toglie che ci sono anche altri posti che sono meno famosi, paesi ospitali e ridenti, abitati da gente schietta e accogliente, gente fiera o paesi abbandonati. Con questo lavoro voglio evidenziare questi ultimi posti, belli ma non conosciuti da tutti, borghi abbandonati sulle alture, le bellezze del mare, i boschi selvaggi e incontaminati dell’Aspromonte, i castelli, le chiese, le testimonianze magno greche, bizantine, romane etc.
Comincio questo servizio con un paese, secondo me bellissimo che merita attenzione:
Per quanto riguarda la storia di Palizzi vi rimando ad un mio precedente lavoro il cui link è:
http://dattola.com/category/foto-e-notizie-di-melito-e-dintorni/luoghi/palizzi/
Per arrivarci si sale da Palizzi Marina costeggiando la fiumara,
da Gazzetta del Sud pubblicata da Sebastiano Stranges Ellesmere il giorno sabato 6 agosto 2011 alle ore 15.39 ·
ritrovamenti a testimonianza di presenza umana in epoca molto remota.
ANCHE PALIZZI SITO ARCHEOLOGICO
Scoperti manufatti litici sul Monte Gunì sulla dorsale nord a monte del centro abitato. Le affermazioni del ricercatore Sebastiano Stranges
Palizzi nuovo ed interessante sito archeologico Sembrerebbe proprio di sì, secondo le affermazioni di Sebastiano Stranges, ricercatore ed attento studioso del settore. Stranges, che vive a Palizzi e lavora a Reggio Calabria, è ispettore onorario del ministero dei Beni Culturali e ambientali, ha dedicato agli studi archeologici oltre un ventennio, durante il quale ha scoperto numerosi siti riguardanti il primo periodo degli insediamenti stabili umani. “Il territorio comunale – afferma Stranges – è un sito dove si nascondono, visti i risultati, tesori archeologici. Abbiamo già scoperto dei manufatti litici sul monte Gunì, a nord dell’abitato, sulla dorsale che porta verso il territorio montano di Palizzi e Pietrapennata. Il ritrovamento è importante perché attesta la presenza umana in un’epoca così remota, da considerare l’infanzia dell’umanità”. – Chiariamo cosa sono i manufatti litici… “Gli strumenti litici che abbiamo trovato a Gunì sono due chopper (asce) unifacciali, ottenuti per taglio di un ciottolo nella porzione mediale e successivi ritocchi sulla cresta del taglio. Alcuni strumenti, somiglianti ai chopper appena descritti, sono stati rovinati dall’uso dei mezzi meccanici per i lavoro agricoli”. – Non le appare paradossale che gli stessi mezzi agricoli, attraverso lavori di sbancamento, abbiano reso possibile non solo il ritrovamento di manufatti, ma anche l’individuazione di una zona d’alto interesse archeologico. “Vero. Lo sbancamento, denudando lo strato geologico, ci ha consentito l’importante ritrovamento; tuttavia ritengo che, sotto la collinetta sabbiosa che s’é formata in seguito a questi lavori, si celi gran parte dei manufatti. Alcuni di questi, e qui entriamo nel merito dell’importanza della scoperta, sono collocabili al paleolitico calabrese. La datazione più prossima, nell’attesa che eventuali approfondimenti stratigrafici consentano una maggiore precisione, è presumibilmente di 750 mila anni. I ritrovamenti di Palizzi testimoniano la presenza dell’uomo sin da paleolitico arcaico, consentendo così di retrodatare, per la provincia di Reggio Calabria, la presenza umana a 750 mila anni. La datazione è ancora incerta, poiché – precisa Stranges – solo scavi e approfondimenti scientifici, con l’ausilio di strumenti e tecniche moderne, potranno fornire la giusta datazione”. – Può dirci se nel territorio, esistono tracce più recenti del paleolitico? “Soltanto il periodo neolitico, che va tra l’ottavo e il quarto millennio a.C., di cui in ogni caso esistono testimonianze (ceramiche decorate con rombi, losanghe, ecc.), entriamo nella Palizzi greco-romana, la cui presenza è quanto mai significativa. Per oltre venti anni abbiamo vagliato il territorio, discriminando le ceramiche tra quelle locresi e quelle reggine o calcidesi. Il tutto – chiarisce il ricercatore – per stabilire il confine tra Reggio e Locri, che abbiamo individuato a cavallo della dorsale che, dal monte Agrillei, porta fino ai Piani d’Aspromonte. Tracce consistenti della presenza greca le hanno rivelate cuspidi bronzee di frecce, ceramiche attiche e corinzie di pregevole fattura, oltre ai resti di templi, cinte murarie, ecc..” – Grazie a queste scoperte ed a quelle che verranno, dal punto di vista turistico Palizzi potrebbe decollare in maniera definitiva? “Ormai da qualche tempo esiste il cosiddetto archeoturismo, in virtù del fatto che l’Italia è piena di siti da visitare. Per quanto riguarda Palizzi, in presenza accertata d’individuazione di zone archeologiche, dovrebbero subito scattare i meccanismi di protezione previsti dalla legge. Dopo questo necessario passaggio, la sinergia tra pubblico e privato potrebbe fare il resto e compiere il miracolo di trasformare Palizzi in un’oasi archeoturistica di importanza nazionale. Tutto concorrerebbe – rileva il ricercatore – ad avvalorare l’ipotesi di un’auspicabile “esplosione” turistica: il posto, l’escursione climatica e l’enorme interesse scientifico compongono una triade vincente, a patto che la sinergia di cui abbiamo già parlato funzioni”. Giova ricordare che, tutti i reperti fin qui ritrovati, sono custoditi nel Museo di Reggio Calabria, mentre le ricerche effettuate da Sebastiano Stranges sono state condotte con l’ausilio di Luigi Saccà, in stretta collaborazione con la Soprintendenza archeologica reggina.
Pietro Parisi
Melito di Porto Salvo, li 28.2.12
daniele dattola
Il 30.09.2011 si è svolto un interessante Convegno nella città di Palizzi, presso la Biblioteca Comunale.
L’aula era gremitissima di Autorità politiche, e di persone interessate all’argomento.
Erano presenti il Sindaco di Palizzi Dr. Sandro Autelitano,
Posto alle falde dell’Aspromonte, sul versante jonico Meridionale, appartiene all’area grecanica, lo raggiungiamo dopo essere stati a Pentedattilo, Bagaladi e alla valle dell’Amedolea, partendo da Melito arriviamo a Palizzi Marina, (circa 2.000 abitanti).
(Via Nazionale, incrocio strada per Palizzi e Pietropennata)
Paese nato intorno al 1770, una volte finite le incursioni saracene. conosciuto fin dall’antichità (periodo magno greco per il suo porto, Strabone lo citò come un comodissimo punto di approdo, qui le navi si fermavano per il rifornimento di legna acqua e viveri. Ebbe enorme importanza nel periodo magnogreco. Venne ricostruito in età romana, interrato nell’800 per permettere il passaggio della ferrovia.
(Lungomare Palizzi M.na e spiaggia)
Mentre la frazione di Spropoli era un avamposto strategico. Palizzi Marina come tutti i paesi di mare, ha 5 km. di spiaggia, una vocazione turistica con un bel lungomare,
(Particolare Lungomare Palizzi M.na)
il borgo marinaro, il mare molto pescoso, da qui, in pochi minuti, si arriva a Capo Spartivento, uno dei posti più pescosi della Calabria, In questo paese si pratica la pesca e molti si sono dedicati a questa attività,
importante è anche l’agricoltura, rinomato il vino di “Palizzi”di colore rosso intenso, di grado alcolico dai 13 ai 15° ideale per accompagnare piatti forti, a base di carni rosse e cacciagione, si vendemmia a settembre ed è prodotto da vitigni di alicante, malvasia nera e nerello calabrese.
Palizzi ricomprende le frazioni di Pietropennata (circa 150 abitanti).
e Spropoli (circa 250 abitanti). Che deriva da “Propilei” cioè era un avamposto delle guardie di frontiera.
(Spropoli – Via Nazionale)
(Spiaggia Palizzi – località Spropoli)
(Località Spropoli – Particolare battigia)
Salendo verso l’alto dopo avere imboccato il sotto indicato incrocio
(Incrocio Via Nazionale-Palizzi, Pietropennata)
si arriva a Palizzi, (circa 380 abitanti), paese posto su un picco collinare roccioso.
(Palazzi Sup. e il castello visto da lontano)
C’incamminiamo lungo il paese che ha l’aspetto di un borgo medievale.
(Particolare Case Palizzi Sup.)
Come tutti i paesi della costa Jonica sulle origini ci sono varie teorie, si sostiene che fa parte delle sette città fondate dai Calcidesi, nell’VIII° sec. a.C. la fonte è di Aristotile. Il gesuita Cesare de Cara scrisse che queste terre furono occupate dagli Hethei, Pelagi che erano arrivati dalla lontana Mesopotamia e che occuparono le isole dell’Egeo, la Grecia e l’Italia Meridionale. Essi importarono anche le loro abitudini e conoscenze, il credo religioso, la lavorazione dell’argilla. Nell’età medievale, durante il periodo svevo, faceva parte dei possedimenti del vescovo di Bova, periodo che durò fino al 1200. Il centro è sorto come tutti questi centri intorno al 1000. Prima del 1451 vi era in questo territorio la presenza dei monaci basiliani che fondarono alcuni monasteri. Dopo il 1451 ci sono dei documenti che indicano che risulta feudatario Geronimo Ruffo feudatario di Brancaleone e Palizzi, essi rimasero proprietari del feudo fino al 1504. Dopo fu posseduto dai d’Aragona de Ayerbe fino al 1580, dai principi Colonna fino al 1654, e dopo dagli Arduino che la tennero per circa un secolo, ottenendo nel 1662 il titolo di Principe. Dopo il tragico terremoto del 1783 fu acquistato dai De Blasio che ottennero il titolo di barone e che dopo la cessazione dei feudi del 1806 rimasero proprietari fino ad oggi del castello posto in cima al paese, una costruzione imponente con tetti circolari e quadrati, con resti di mura spalti etc.. I francesi disposero durante l’ordinamento amministrativo 1811 che Palizzi fosse sotto la giurisdizione del comune di Staiti.
(Palizzi visto da Pietropennata)
Da visitare:
La Chiesa parrocchiale di Sant’Anna (Matrice)del 1600 con una bellissima cupola di origine bizantina, e una magnifica statua marmorea, di enorme pregio, di Sant’Anna con la Madonna in braccio del 1500-1600, attribuita al Gagini. Questa chiesa fu sede protopapale.
(Chiesa Matrice di S. Anna con cupola Bizantina vista da dietro)
Le case sembrano aggrappate alla rupe dove sovrasta l’antico castello.
(Come si presenta il Paese di Palizzi all’arrivo)
(Paese e castello di Palizzi visto dall’alto-strada verso il borgo di Pietropennata)
Palizzi ha una frazione Pietropennata, posta a 950 mt sul livello del mare, prima dell’arrivo alla frazione vi è una chiesa, della Madonna del Carmine.
(Chiesa della Madonna del Carmine)
La Chiesa della Madonna del Carmine si trova in località Carmine venne fondata prima del 1573 data in cui il vescovo Giulio Straviano istituì il rito latino. Con bolla papale del 1903 è stato stabilito che chi prega, si confessa e fa la comunione in questa chiesa il 15 e 16 luglio di ogni anno ottiene l’indulgenza plenaria.
Ancora più su la frazione Pietropennata, posta a 950 mt sul livello del mare, vi e’ la chiesa parrocchiale
Santa Maria di Alica si trova nelle campagne della frazione di Pietropennata, sono i ruderi di un vecchio monastero basiliano, con la statua proveniente da questo. La statua della Madonna e a mezzo busto risale al 1400 ed è stata attribuita al Gagini. Essa si presenta anche con due corone di argento con lamine sbalzate fu donata dai monaci francescani di Bovalino nel 1655 ora conservata nella chiesa dello Spirito Santo.
Chiesa dello Spirito Santo presso Pietropennata esiste dal 1887, è conservata in questa chiesa la statua di S. Maria di Alica, con tre campane datate 1098, 1161, e 1163.
L’ex chiesa di San Sebastiano governata nel passato da una confraternita laicale funzionò fino al 1840, dopo venne chiusa al culto e ripristinata grazie all’arciprete De Angelis che riusci ad evitare la distruzione dell’edificio, oggi è sede di un’associazione musicale.
Chiesa del Santissimo Redentore sorge a Palizzi Marina fu costrutia nel 1934 su richiesta della popolazione di questo centro e su concessione del Vescovo di Bova, sull’altare la statua del Santissimo Redentore e in fondo alla navata destra la statua in cartapesta della Pietà.
Chiesa di S. Francesco di Paola sorta nel 1810 a Palizzi Marina voluta dal sacerdote Antonio Nesci, e fatta costruire al nipote dello stesso. Nel 1992 fu donata dai fratelli Domenico, Antonio e maria nesci Trapani Lombardo all’arcivescovado Bova-Reggio. Al centro della facciata un medaglione in ceramica che rappresenta la madonna con bambino.
Il Castello Non si hanno notizie certe sulla data di costruzione, ma all’entrata dello stesso è scritto in latino che nel 1580, perché cadente venne restaurato dalla famiglia Colonna e dopo nel 1866 dal Barone Tiberio de Blasio.
Nel 1751 il castello era cinto da muri con due torrioni, oggi il castello non versa in buone condizioni, sono ancora visibili i muri perimetrali parte delle mura di cinta e una torretta addossata alle pareti laterali. Il castello ha necessità di urgenti restauri
(Particolare torre del castello)
Torre Mozza è un rudere collocato su una collina, serviva per l’avvistamento durante l’epoca normanna, a forma quadrangolare.