Martedì 27.3.2012, presso la Sala San Giorgio al Corso di Reggio Calabria, si è svolto un interessante incontro sul tema:” Pentedattilo. Le tracce dal Tardo Antico all’abbandono nelle strutture superstiti del castello”. La conversazione è stata condotta dall’Autore dell’incontro Dr. Riccardo Consoli e il tutto si è concluso con un interessante intervento del Prof. Daniele Castrizio alla presenza della Dr.ssa Borruto
Oggi la Calabria si presenta come una delle regioni più antiche d’Italia, lunga circa 250 Km., stretta e lunga, tanto che da qualsiasi punto centrale si arriva al mare con distanze non superiori a 50 Km. Fu abitata dagli uomini fin dall’antichità e un’industria litica apparve grazie ad un tipo di uomo più evoluto Homo erectus circa 700.000 anni prima di Cristo. Durante la glaciazione di Riss scomparve ogni forma di vita e l’uomo ritornò in Calabria, nel Paleolitico Medio la cui massima espressione è rappresentata dal “Bos Primigenius”, un toro inciso nella roccia, risalente a 12.000 anni fa, trovato nella grotta del Romito nel comune di Papasidero, roccia che oggi si trova al Museo di Reggio Calabria.
(Grotta del Romito BOS PRIMIGENIUS GRAFFITO RUPESTRE, da internet)
dedicato a Ciccio Gurnari…
A gentile richiesta di Ciccio Gurnari e di tanti altri amici che si ricordano di questo episodio della nostra vita, inserisco questo lavoro, le cui fotografie non sono splendide in quanto tratte da un filmino ma servono a dare l’idea, diciamo che è una parentesi che serve a dimostrare il nostro amore verso il mare.
Eravamo giovani, era il tempo in cui non c’era tutto, come oggi, ma ci accontentavamo, mio fratello Giuseppe era studente universitario in Medicina, gli venne l’idea di costruire un cabinato a vela, iniziò la costruzione dell’ossatura dell’imbarcazione sul nostro tetto di casa,
Sulle qualità e capacità professionali nel campo della ricerca archeologica di Sebastiano Stranges ho già scritto precedentemente in questo sito.
Nel 2010, ho aperto una Sezione, dedicata alle foto del passato, foto il più delle volte inedite, che fanno parte integrante della nostra Storia. Qui gli amanti delle foto d’epoca hanno potuto visionare fotografie, luoghi, persone. Oggi voglio tracciare, per sommi capi la storia di Melito, attraverso le foto che mi ritrovo, una ricostruzione di luoghi, fatti e persone del tempo che fu, per farli conoscere, anche, alle nuove generazioni. Non mi stanco mai di dire che se qualcuno vuole si può fare partecipe con l’invio alla mia casella di posta di materiale fotografico che può essere utilizzato al fine di migliorare queste pagine.
La Memoria è una cosa importante. Sono stato sempre convinto, e l’ho scritto in più occasioni, che per avere un futuro occorre sempre guardare bene nel passato.
Melito è stata sempre una cittadina che ha avuto un ruolo di rilievo nella costa Jonica meridionale, basta pensare alla suggestiva rocca di Pentedattilo, con il suo Paese e la sua Storia, una bellezza unica, conosciuta in tutto il mondo.
(Pentedattilo)
Il paese è famoso perché il 19 agosto 1860, avvenne lo sbarco dei Mille, guidati dall’eroe dei due mondi Giuseppe Garibaldi, uno dei personaggi più famosi del Risorgimento italiano, e per la coltivazione e l’estrazione dell’essenza del bergamotto.
Nel 2010, in questo sito, ho aperto una Sezione, dedicata alle foto del passato, foto il più delle volte inedite, che fanno parte integrante della nostra Storia. Qui gli amanti delle foto d’epoca hanno potuto visionare fotografie, luoghi, persone. Oggi voglio iniziare questa storia, allacciandomi alle precedenti; un nuovo filone, quello di personaggi che il più delle volte hanno vissuto nell’ombra, uomini, che hanno dato un contributo alla nostra Nazione in termini di impegno, capacità, lealtà e che alla fine possiamo definirli come eroi nascosti. Con questa mia ricostruzione storica, intendo portarli alla luce, attraverso documenti, atti e fotografie che ci raccontano di questi uomini del tempo che fu, per farli anche conoscere alle nuove generazioni, per le quali possono costituire un esempio.
Inizio ringraziando i familiari, il figlio Pino Orlando, e il nipote Carmelo Zema (Memè) che interpellati, mi hanno messo in condizione, con il materiale e le foto , di potere scrivere questa pagina dedicata a uomini di Melito Porto Salvo, che hanno avuto un ruolo fondamentale nella Società Italiana ed hanno contribuito a scrivere la Storia d’Italia.
SALVATORE ORLANDO T. Colonello Pilota (nato l’1.12.1914/ deceduto il 5.03.1955).
In data 30.4. e 01.05.2011 si è svolta la festa che annualmente si tiene in onore della Madonna. Qui di seguito una mia breve descrizione della Storia del Santuario di Maria SS. di Porto Salvo, tratto da questo sito:
“All’inizio del Lungomare vi è la splendida Piazza di Porto Salvo con il Santuario della Madonna Maria SS. Di Porto Salvo. Fatto costruire per volere di Don Domenico Alberti, Marchese di Pentadattilo, nel 1680, su approvazione dell’Arcivescovo Ibanez De Villanueva. L’Alberti era un uomo religiosissimo e rivolse supplica all’arcivescovo per ottenere la licenza a poter costruire la chiesa di Porto Salvo, perché aveva una particolare devozione verso la Vergine. Il Marchese inoltre per la concessione avuta assegnò una congrua dote di ducati 7 annui di cui sei per la celebrazione di una messa la settimana. L’altro per la tenuta della chiesa, obbligandosi di pagare tale somma il 15 agosto di ogni anno con quanto ricavato dalle terre aratorie della contrada Annà . La chiesa fu iniziata a costruire nel 1637 in contrada Maiorana, con il titolo di Beatissima Vergine della Consolazione, ai tempi dell’arcivescovo Annibale d’Afflitto, essa già esisteva iniziata nelle sue fondamenta, ma mai portata a termine. Il quadro della Madonna di Porto Salvo era preesistente alla costruzione della chiesa, nulla si sa sulle sue origini, la tradizione popolare asserisce che il quadro comparve davanti l’attuale chiesa dove prima esisteva una piccola cappella, portato dalla Turchia sopra una nave, tanto è vero che il popolo canta durante la processione questa cantilena:”Di la Turchia si partiu, intra na navi fu purtata. E sbarcò cu fidi pia, sutta Melitu Maria".
Ci sono nella tradizione altri racconti fantastici che è meglio tralasciare. L’autore è ignoto ma l’opera è magistrale, la tela è delle dimensioni di 1.55×1,28, ha avuto varie vicissitudini, restaurata, rubata e poi ritrovata, è comunque un’opera pregevole. Ogni anno il quadro viene trasportato da Melito nella chiesa dei SS. Pietro e Paolo di Pentadattilo e ciò sta a dimostrare che questa inizialmente fu volontà del Marchese di Pentedattilo di ospitare tra le mura del suo castello la divina protettrice, ed era un segno di stima nei confronti di colui che aveva fatto costruire la chiesa di Porto Salvo. Il quadro addobbato con doni preziosi dei fedeli viene il 25 marzo di ogni anno portato dai cittadini di Melito in processione a Pentedattilo e qui tenuto per un mese. Il penultimo sabato di aprile i cittadini si recano di primo mattino, molti a piedi, per preghiera e voti, fin alla chiesa di Pentedattilo. Inizia il ritorno e alla fiumara Tabacco, i portatori della vara di Pentedattilo consegnano il quadro ai portatori di Melito che lo trasportano fino al Santuario di Porto Salvo, qui ci sono le manifestazioni civili con bancarelle, una volta la fiera bovina, giostre e manifestazioni canore. La festa dura due giorni Sabato e Domenica. La Domenica il quadro della Madonna viene portato in processione per le strade di Melito con la banda musicale e al rientro la festa culmina con manifestazioni canore e spettacolari giochi d’artificio. Il popolo di Melito ha una grande venerazione del Santuario e della sua sovrana Protettrice, tanto è vero che nel passato (1863) per distinguere il comune dagli altri paesi col nome simile fu aggiunto il nome della sacra effigie!.
Il mio amico Vincenzo Cavallaro quest’anno mi ha trasmesso delle foto inerenti la festa ne pubblico alcune:
E’ stata una celebrazione, quella voluta dall’Amministrazione comunale di Melito Porto Salvo, per il 150° Anniversario dell’Unità d’Italia, semplice, vera e in alcuni momenti toccante. I cittadini melitesi, come non mai, erano presenti. Tutti hanno partecipato ed hanno risposto positivamente all’evento. I davanzali delle principali Istituzioni, molti balconi e l’intero corso Garibaldi avevano esposto a bella vista le bandiere tricolori.