9 luglio. E’ arrivato 3 giorni fa, di sera in braccio alla sua nonna, 34,3 di temperatura, inzuppato e semicongelato, dopo 70 km in moto taxi, fatti sotto una pioggia quasi incessante e in coma da malaria cerebrale, un caso non solo disperato ma quasi impossibile. I soccorsi sono stati rapidissimi, riscaldarlo, prendere la vena…ho chiesto preghiere… Stamattina sono andata presto a trovare i bambini. Moamed, li nel suo lettino, il sondino naso-gastrico, la flebo, gli occhietti chiusi e la sua nonna seduta accanto. L’ho chiamato ed ha aperto gli occhietti e subito richiusi. È da ieri che risponde cosi, è da ieri che mi piace chiamarlo e, ogni qualvolta entro nella stanza, mi avvicino, lo chiamo e… mi si apre il cuore. E con la nonna ridiamo e ci diciamo cose in lingue diverse, ma è come se ci capissimo, il sorriso è lo stesso: si è accesa la speranza.
Osea nella lettura di oggi dice : E’ tempo di cercare il Signore… E Matteo nel vangelo di domani : Gratuitamente avete ricevuto, gratuitamente date. Forse per trovare il Signore bisogna dare gratuitamente, e ciò si può fare solo se riconosciamo che tutto quello che abbiamo è dono. E allora? Che cosa resta nel nostro piatto se non le briciole di ciò che abbiamo ricevuto? Per prima cosa voglio assicurarvi che noi stiamo benissimo e siamo felici di stare qui, non saremmo partiti altrimenti. Ciò che vi racconto sono difficoltà, che si superano senza farci perdere la gioia di essere qui, come le difficoltà che si superano in un matrimonio quando ci si ama, sono modi diversi di vita ed è bene che tutti ci rendiamo conto che il nostro modo di vivere in Italia non è scontato per tutto il mondo. Qui impari tante cose. La temperatura si è abbassata, ora si sta molto meglio, eccetto sotto la doccia. Piove tanto, per fare 200 metri con ombrello ed impermeabile mi sono inzuppata, quando si può, bisogna aspettare che allenti, ma potrebbe volerci molto e quando metti piede fuori ricominciare alla grande. Lo stendino è sempre pieno di cose da asciugare, che alle volte impiegano anche più di 2 giorni e sembrano sempre umide. Tuttavia anche per lavare, devi aspettare che smetta di piovere, perché la fontana è fuori, dentro puoi lavare solo le cose piccole, perché il lavandino è piccolissimo. Fa giorno tardi, verso le 6, 30 e fa buio presto, verso le 18.30, sono circa 12 ore di luce e 12 di buio. Per me è un po un problema perché mi piace alzarmi presto la mattina e anche per fare colazione o scrivere al computer devo usare la torcia. Per Tito va bene, ma poi, alle 6,30 quando arriva la luce, o mette la mascherina per gli occhi che io (sapientemente ) ho portato o si alza, perché qui come in tutta l’Africa, ma anche il nord Europa non esistono persiane, serrande o simili. Tutte le domeniche a messa danno informazioni sull’ebola, è stato abolito il segno della pace ed introdotta la comunione nelle mani per tutti, ci diceva Clara che ha saputo che 2 preti si sono contagiati. Spero di riuscirvi a inviare un audio con i canti, sono bellissimi. Foto no, perché sono proibite dal cerimoniere, che fra l’altro stabilisce, se arrivi in ritardo, il momento in cui devi entrare, per non disturbare. Se non ce l’hai, ti da il fazzoletto per la testa. Stabilisce quando devi alzarti per l’offertorio (si va come per la comunione e si mettono i soldi in delle cassette diverse per i poveri delle diverse zone) e per la comunione. A Bova Marina raccoglievo i tappi, qui raccolgo le buste di plastica, poi le porto in ospedale e le regalo alle mamme che ne fanno pannolini per i bambini. Geniale! Io non ci avrei mai pensato, ma il bisogno aguzza l’ingegno. Alcuni, pochi, hanno qualche Pampers vero, anche qui si nota la differenza tra chi sta un po’ meglio e gli altri, che a volte non hanno neanche da mangiare. Qui non si butta proprio nulla e anche noi, a cui , tuttavia, non è mai piaciuto lo spreco, ci stiamo accorgendo che tante cose ancora si possono riutilizzare.
12 luglio. Muamed, per il quale avevamo di nuovo temuto e di nuovo chiesto preghiere, molto lentamente si sta rimettendo, oggi ho avuto l’impressione che quando l’ho chiamato, oltre ad aprire gli occhi mi ha cercato con lo sguardo ed ha accennato ad un sorriso, aprendo la boccuccia. Tito teme che abbia degli esiti, perché è stato troppo tempo in coma.
Stamane alle 7 hanno chiamato Tito, alle 9 sono andata io e proprio in quel momento passava la mamma con il corpicino del bimbo sulle braccia, avvolto nella “lappa”, il telo che usano per legare i bambini alla vita, purtroppo, questa volta era legato per la morte. Non ho avuto neanche il tempo di chiedere il suo nome e preghiere per lui, non ho avuto il tempo di segnarlo, ma lo ho affidato a Gesù, mentre passava, segnandomi io. Lo penso avvolto in quel caldo abbraccio che mai si raffredderà e in tanti bei colori come quelli della lappa a giocare felice, insieme ad Ibraim, dagli occhi grandi, a Jakaja, a Fatmata, a Geba e a tanti di cui non ho fatto in tempo a conoscere il nome, ma solo la loro sofferenza e quella dei loro familiari. In Uganda, dice Tito, in 2 anni e mezzo , ha visto solo qualche caso di malaria cerebrale, qui ne arrivano ogni giorno e spesso in coma, e chissà quanti non arrivano. Ci avevano detto che in Sierra Leone c’è la più alta mortalità infantile dell’Africa, ma mai pensavamo così. Sembrano favole raccontate per commuovere o numeri sparati a vanvera quando li sentiamo in conferenze o alla TV, qui sono nomi, volti, li abbiamo conosciuti, toccati, amati, anche se per breve tempo e il nostro pensiero li segue sperando di rincontrarli un giorno e di sorridere con loro.
14 luglio. Da quando un mare di preghiere giungono da tutte le parti e tanti chiedono di unirsi a questa “raccolta d’amore” molti bambini giunti in condizioni disperate si sono ripresi e sono tornati a casa: Gassimu, Tommy, Sebazu, Aizazacamara , Avuasesè, Joav, Mamiawa , e speriamo presto anche Sulleman, Kadì e Muamed. Questa è la nostra gioia! Isaia, nella lettura di domani dice: se non crederete non resterete saldi. Per restare uniti e perchè la nostra preghiera sia efficace e fedele è necessario credere. E saremo in grado di aiutare questi nostri piccoli fratelli o, come dice Ascenzio, di “allargare i lembi del cielo”, o aprire la tenda del tempio o meglio, per usare un ‘immagine cara a San Francesco, diventare “strumenti” attraverso cui passa la grazia, sacramento di giustizia. Nessuno può mai arrivare a immaginare quanto bene faccia realmente la preghiera, a chi la fa e a chi la riceve, quando esprime la nostra fede,: forse è questo l’ossigeno di cui l’africa ha bisogno o di cui tutti abbiamo bisogno per costruire la nostra casa sulla roccia?! E funziona, credetemi, avrei voluto vedeste, ad esempio, il sorriso di Avuasesè, per la quale mai avresti detto ce la potesse fare, e il sorriso della sua mamma e del suo papà, ieri, quando si preparavano a tornare a casa e ripetevano : Ma peela, a, kai Goma (andiamo a casa, oggi,grazie a Dio).
KAI GOMA e speriamo che questo mare diventi un oceano e circondi tutta la terra come elemento di unione e di trasmissione d’amore .
Continua Nunziella Lukas
20.7.2014 Chiedo preghiere per Amalakuma, Moibabakà. Sono in coma da malaria cerebrale;
21.7.2014 Chiedo preghiere per Mustafà e Muamed Lukas anche loro gravissimi.
22.7.2014 Purtroppo Muamed Lukas non ce l’ha fatta.
24.7.2014 Chiedo preghiere per Fatmata e Maada. Gli altri bimbi per cui avevo chiesto preghiere stanno un po’ meglio
Pujehun
Nunziella Squillaci
La Vostra missione è encomiabile, col tuo racconto riesci sempre ad emozionarmi, lo debbo ammettere non mi stanco mai di ripetere a Nunziella e Tito di stare attenti, forse sono esagerato ma sento verso di loro un’ansia che non avevo mai provato, loro capiscono la mia inquietudine e sempre privatamente, lo voglio svelare Nunziella e Tito, mi scrivono per rasserenarmi: “Stiamo bene. Il sito purtroppo l’ho potuto vedere una volta velocemente, quando arriviamo in ospedale la mattina non sappiamo cosa fare prima. La linea telefonica continuamente va e viene, è un’avventura, e per disperazione a volte desistiamo, poi c’è da guardare la posta, e alle volte da rispondere e spedire. E’ una lotta contro il tempo, è comunque bello constatare quanto ci vuoi bene…Grazie… si sente anche da lontano”. Non c’è alcun dubbio che vi voglia bene, come si fa non volervene.
Melito Porto Salvo, li 24.7.2014
daniele dattola
Mentre di mattina presto, casualmente, col mio fuoristrada, attraversavo il lungomare dei Mille, arrivato in prossimità della Piazza Porto Salvo di Melito, ho intravisto una figura che mi pareva nota, quando mi sono avvicinato sono rimasto sbalordito e dopo essere passato, ho subito messo la marcia indietro, e sono tornato sul posto, non credevo ai miei occhi…indovinate cosa ho visto? Rosario Azzarà Amministratore unico dell’ASED di Melito P.S. mentre scopava.
Si letteralmente così, Rosario Azzarà, personaggio di Melito conosciutissimo, che ha ereditato dal padre Cavaliere Giuseppe Azzarà, proprietario della O.E.G.A. (Officine Elettromeccaniche dal 1938 al 1980), una grande dote imprenditoriale e organizzativa, che fa onore a Lui e al paese di Melito, era nella famosa piazza di Melito e scopava.
Scendo dal mio mezzo e lo immortalo, ancora oggi non so cosa effettivamente stesse facendo, la piazza era vuota c’era qualche suo dipendente, la cosa mi ha stupito, ma non mi ha impedito di fare qualche foto,
naturalmente dopo le prime foto e dopo qualche battuta ci siamo messi tutti a ridere, ma questo non mi ha impedito di immortalarlo
è sempre un grande esempio che l’Amministratore Unico dell’Ased che non ha mai scopato in vita sua (si fa per dire) riuscissi ad immortalarlo.
Ricordo che L’Ased è un’ Azienda, che grazie all’impegno del suo dirigente (Saro) e dei Soci e di tutto il personale è cresciuta a dismisura, perché opera con professionalità nel campo dell’ecologia in vari Comuni della costa Jonica: Melito di Porto Salvo, San Lorenzo, Bova Marina, Roghudi, Condofuri, Montebello Jonico, questo a dimostrazione che i servizi offerti evidentemente sono efficienti.
Melito di Porto Salvo, li 18.7.14
dattola daniele
Melito di Porto Salvo, li 18.7.14
daniele dattola
Chi ha (trova) un’amico ha (trova) un tesoro. Gli amici si devono accettare così come sono, con i pregi e qualche volta con i difetti ( se ne hanno), quando si vedono i difetti degli altri in genere non si notano i propri.
Nel lontano Luglio 2011 Carmelo Giuseppe Nucera, Presidente del Circolo Culturale “Apodiafazzi”, già sindaco di Bova, (voglio qui operare come fanno nell’Associazione Unicef , badano alla bontà degli uomini e al loro modo di fare senza citare i titoli che possiedono) comunque dottore è,
mi ha regalato un volume con questa dedica:”Al Carissimo amico daniele dattola con stima e amicizia”.
Il titolo è:”Bova Storia di una Comunità Greca di Calabria”, scritto da Carmelo Giuseppe Nucera, G. Caridi, ed E. Cozzetto, edito da Associazione culturale “Apodiafazzi”.
Così come in genera faccio, tornato a casa, lo depositai in libreria in attesa di tempi migliori e vuoi per un motivo, vuoi per un altro, oggi, dopo tanto tempo ho avuto modo e mi sono reso conto, leggendolo che è veramente un ottimo libro. Dopo averlo letto, con molta modestia, consiglio la sua lettura, a chi è particolarmente interessato alla storia di Bova, a chi ama la storia di questo territorio e a tutti quelli che amano leggere un buon libro di storia. Ci tengo a precisare, comunque, che questa non è un’operazione commerciale. Il libro, curato nei minimi particolari, inizia con una lettera dell’Autore scritta al Presidente della Repubblica, On.le Giorgio Napolitano con cui evidenzia le origini greche della nostra gente e dove Lo mette a conoscenza che intorno al 730 a.C. coloni provenienti da Calcide, insieme ad un gruppo di Messeni approdarono sul fiume Apsias (attuale Calopinace) e fondarono Reggio, una delle più importanti città della Magna Grecia. Ben presto dice il Nucera i cittadini reggini, divennero fedeli alleati di Atene. Tanto è vero che ad Atene, nel cimitero dal V° sec a.C., ci sono le ceneri dell’ambasciatore di Reggio Sileno, che era andato li per ottenere questa alleanza, quando la guerra del Peloponneso portò a Reggio l’armata navale dei Greci contro i siracusani. Nell’epigramma sepolcrale e’ scritto: ”Un tempo la vasta Atene seppellì questo eroe, venuto dalla patria qui per un’alleanza: è infatti Sileno figlio di Foco, che già nutri Reggio felice, uomo giustissimo”.
Il mare Jonio fu navigato dai Greci verso l’occidente per secoli e secoli, era una tappa d’obbligo per quelli che lo attraversavano per raggiungere il Tirreno. Cosa trasportavano le navi?, anfore,vasi dipinti, grosse giare piene di olio,
vino, grano per i loro commerci, invece i reggini si recavano ad Atene, per studiare, diventare filosofi o filologi, cosi quando tornavano in patria insegnavano nelle scuole. La cultura a Reggio era alta cultura. Reggio fu l’Atene, la seconda Atene del mondo antico. Nucera conclude la lettera dando il benvenuto al Presidente nella Reggio di cultura greca e lo invita a sollecitare le istituzioni della Calabria e il Governo Nazionale a concordare ed attuare un progetto per lo sviluppo e il lavoro in questa terra dove l’emigrazione decapita le forze del cambiamento, per rinverdire la lotta ai poteri mafiosi, che soffocano la Comunità per la mitigazione dei rischi: il sismico, l’idrogeologico, la desertificazione e io aggiungo la decarbonizzazione del territorio laddove qualcuno vorrebbe fare il contrario.
Chissà se il Presidente ha mai risposto a questa richiesta??? Continua il Nucera e’ necessario un progetto per la valorizzazione dei beni e delle aree archeologiche e, per la minoranza calabro-greca, il rispetto della Legge 482/99 che prevede l’insegnamento nelle scuole della lingua e l’intervento programmato del sistema radiotelevisivo pubblico.
La premessa continua con due interessantissime lettere, una di Domenico Raso, una di Fausto Cozzetto.
Si entra nel vivo della storia di Bova con articoli, che trattano delle diverse età, completi e variegati tutti scritti da eminenti personaggi, uno diverso dall’altro tra questi vi voglio citare :
Nell’Età Antica:
Le scoperte del Neolitico fatte dal Prof. Jon Robb dell’Università di Cambridge e dalla sua equipe, nel territorio di Bova, Umbro, Penitenzeria, San Salvatore etc. Di queste cose me ne sono occupato anche io in qualche articolo del mio sito, ma nel libro le argomentazioni sono più collegate tra di loro e molto professionalmente bene esposte. Un altro articolo è scritto dall’eminente prof. Franco Mosino dove viene esposta una storia della città di Reggio in modo lodevole il titolo è: ”Dal poema dell’Odissea ai Calabro-Greci passando attraverso il laboratorio filologico del reggino Teagene (VI° sec. A.C.) ed infine un articolo del Prof. Filippo Violi dove si tratta di un antico rito bovese: “La Palma di Bova”. Demetra e Persefone?
Nell’Età Medievale:
L’orma della Regina. Identità urbana e funzioni territoriali di Bova Medievale, di Francesco Campenni;
Bova nel Medioevo, Annotazioni archeologiche, di Francesco Antonio Cuteri;
I Vescovi di Bova in epoca medievale nelle carte ASV (Archivio Segreto Vaticano), di Francesco Sepe;
Età Moderna:
Etnia, Economia e religiosità in una comunità grecanica in età moderna di Renata Ciaccio;
Bova e l’avvio dell’età moderna, di Fulvio Mazza;
La fine del rito greco in Calabria e nella Diocesi di Bova, di Carmelo Giuseppe Nucera;
I Vescovi della Diocesi latinizzata di Bova nella prima età moderna (1500, 1600), di Enzo D’Agostino;
La Comunità Italo-Greca in Calabria, di Thimoty Violi;
Il busto e il reliquario di S.Leo nel santuario omonimo di Bova, di Pasquale Faenza;
Il Tipikon della cattedrale di Bova, di Antonio Scordino;
Documenti d’archivio sulla contea di Bova, di Domenica Lia Baldissarro;
Il Risorgimento:
Da Bova a Bova Marina, di Rosa Ciacco;
I fratelli Plutino e i grecanici nel Risorgimento, di Pietro Stilo;
Alla “Marina”. L’avvio del processo di urbanizzazione a valle di Bova, di Giuseppe Caridi;
Un microcosmo produttivo: il mulino ad acqua, di Delia Franco;
Memoria e quotidianità tra le carte d’archivio, di Francesca Tripodi;
Il Novecento:
Una forte identità politico civile: Bova nel Novecento, di Rossana Sicilia;
Bova e l’eredità socioeconomica ottocentesca, di Cristian Biancofiore;
To Laiini: storia di un lemma bovese, di Irene Campolo;
Suppliche alla Santa Sede contro l’abolizione della Diocesi di Bova o l’aggregazione ad altre, di A. Chilà;
Cutry Vincenzo e la Banda musicale di Bova, del Sac. Domenico Iiriti;
Epilogo e Appendice
La lingua greca in Calabria, di Gehrard Rohlfs;
Il manoscritto dell’Alagna, di Maria Pia Mazzitelli.
Come potete notare gli argomenti, ricomprendono un periodo che va dall’età antica a oggi, quindi si capisce benissimo che è un libro completo di tutta la Storia di Bova. Volutamente non mi addentro negli argomenti sarebbe come svelarne tutti i contenuti. Vi posso assicurare che è un buon libro che ognuno di noi che ama la storia dei paesi grecanici dovrebbe tenere in libreria. Non mi chiedete il prezzo perché per me è stato un regalo, chiunque è interessato all’acquisto può contattare il presidente del Circolo Culturale Apodiafazi per la difesa e la valorizzazione della lingua greco-calabra, Giuseppe Carmelo Nucera attraverso il sito
www.apodiafazzi.it
Occorre sempre guardare bene nel passato per avere un futuro migliore
Melito di Porto Salvo, li 16.7.2014
daniele dattola
Vi voglio ricordare che Tito Squillaci Pediatra del Presidio Ospedaliero di Melito P.S., insieme alla moglie Nunziella, sono in Africa, a Sierra Leone nel piccolo Ospedale di Pujehun, in missione umanitaria per conto dell’Associazioni ONG, Cuam per l’Africa e Unicef.
Continuano i messaggi di Nunziella Squillaci nei quali chiede sempre preghiere per i piccoli ricoverati dell’Ospedale di Pujehun:
“Chiedo preghiere per Muamed, Kadì, Aizaza, kamura, Sulleman”.
Auva Sesè ieri per la prima volta mi ha sorriso. Che bel sorriso! Sta facendo riabilitazione al braccino e alle gambine con la mamma e la nonna. Oggi stava in piedi e con la mano e un po’ di difficoltà, camminava.
Avua Sesè torna a casa con mamma e papà. Kai Goma!
Tito era soddisfatto per i risultati raggiunti, io quasi piangevo dalla gioia.
Nunziella Squillaci
Voi Tito e Nunziella con la Vostra opera nell’ospedale di Pujehun, aiutate, dove è possibile, a migliorare la vita a migliaia di bambini africani, dando a questi Amore…l’Amore che muove il mondo!!! e per questo sarete ricambiati da un dono grande che riceverete da Loro, e che per Voi è motivo di soddisfazione…il loro SORRISO e tanta PACE.
Da questo sito mi sento di lanciare un grande abbraccio a tutti i Volontari che operano in Africa, in condizione di estrema difficoltà, per donare Amore.
Melito di Porto Salvo, li 14.7.2014
daniele dattola
In data 12.7.2014 alle ore 17,30 presso i locali dell’Hotel Serranò di Melito P.S. si è svolta la cerimonia ufficiale per la costituzione del Comitato comunale dell’Unicef sezione di Melito, ratificata dal Comitato provinciale di Reggio Calabria già nel mese di Aprile 2014. All’incontro sono intervenuti il Presidente Pietro Marino, la responsabile della Task-force Mariella Squillaci che ha svolto un’interessante relazione basata sulla sua esperienza trentennale in questo campo, la stessa ha presentato un libro scritto da Lei e da altri professionisti tra cui Oriana Cogliandro, Giuseppina Garreffa, Pasquale Romeo, ed Elio Stellitano dal Titolo:”Il Disagio Giovanile” visto dagli esperti e raccontato dai ragazzi, edito da Città del Sole Edizioni di Franco Arcidiaco. E’intervenuta anche Isabella Palamara, responsabile della Sezione di Melito P.S. che dopo avere ringraziato tutti i presenti, ha elencato tutte le iniziative che la Sezione di Melito metterà in campo nel mese di Agosto: 17 Agosto Torneo di Beach Volley; alle ore 21.00 I Velk in concerto presso il Lido “El Caribe” ad Annà di Melito P.S.; 20 agosto ore 21.00 Sfilata di Moda presso il Lido Capo Sud a San Lorenzo Marina; 23 agosto ore 18.00 Melito in bici, giro ecologico per le vie del Paese, presso Piazza Porto Salvo, Lungomare dei Mille; 24 agosto ore 21.00 Festival nazionale di cabaret “Facce da Bronzi” presso Piazza Porto Salvo, Lungomare dei Mille;
Ha concluso la responsabile Younicef, Alessandra Tavella. I lavori sul tema “L’Unicef scende in campo nell’Area Grecanica” sono stati moderati con grande professionalità dal giornalista Giuseppe Toscano, che ha saputo imprimere alla serata la giusta direzione per la riuscita dell’evento. Vari sono stati gli interventi tra cui quelli del giovane Giuseppe Zavettieri, di Mario Alberti, del consigliere regionale Giuseppe Giordano e del Consigliere Provinciale Pierpaolo Zavettieri ed altri.
L’UNICEF, (già United Nations International Children’s Emergency Fund, e dal 1953 United Nations Children’s Fund) è stata fondata l’11 dicembre 1946 ed è un’agenzia delle Nazioni Unite che serviva ad aiutare i bambini vittime della seconda guerra mondiale, la Sede centrale si trova a New York e le altre sedi sono dislocate nel mondo in circa 158 Paesi. Si occupa di assistenza umanitaria per i bambini e le loro madri in tutto il mondo e nei paesi in via di sviluppo. Viene finanziata con contributi ricevuti volontariamente dai cittadini, governi e privati. Nel 1965 ha avuto il premio Nobel per la pace. Attività nel mondo:
Salvare la vita dei bambini, lottare perché nascano e crescano sani, aiutarli a realizzare le loro potenzialità; Aiutare milioni di bambini vittime di conflitti, disastri naturali, epidemie e violenze; Lavorare con una strategia fondata sui diritti e sui bisogni del bambino con programmi di sviluppo umano e sostenibile. Attività in Italia:
Mobilitazione per favorire il cambiamento sociale e migliorare la vita dei bambini più svantaggiati ed emarginati; Impegno affinché i diritti di ogni bambino e adolescente che vive in Italia vengano rispettati; Lavorare su tutto il territorio nazionale per costruire comunità migliori a misura di bambini e adolescenti. Il Comitato di Melito Porto Salvo aveva già promosso delle iniziative a sostegno della mortalità infantile. Risale a dicembre 2013 lo spettacolo musicale-sportivo “Un sorriso sotto l’albero”, lo scorso mese di maggio lo stand tematico per la campagna “100% vacciniamoli tutti” era stato allestito a Melito Porto Salvo e Saline Ioniche. Durante la cerimonia sono stati ricordati dal giornalista Toscano, i coniugi Dr. Tito Squillaci e sua moglie Nunziella per la missione umanitaria che stanno svolgendo in Africa a Serra Leone. L’aula era gremita di persone, la serata è pienamente riuscita ed un plauso va fatto agli organizzatori, un altro tassello a Melito si aggiunge alle importanti associazioni che sono nate in questi ultimi tempi.
Melito di Porto Salvo, li 12.7.2014
daniele dattola
Venerdi 11 luglio 2014, alle ore 19.00, si è svolto nel cortile del Santuario della Madonna di Porto Salvo presso il Lungomare dei Mille di Melito P.S., la Seconda Assemblea Presinodale del Sinodo dei giovani :”FEDE E SPERANZA, IL FUTURO CHE NOI VOGLIAMO” dal tema: ”Cittadinanza e Partecipazione”. Questa seconda assemblea presinodale è stata presieduta da Mons. Giuseppe Morosini, e vi hanno partecipato tutti i giovani appartenenti alle circa 120 parrocchie. I giovani diventano i protagonisti di questo Sinodo dice Mons. Morosini, a loro è affidato tutto il lavoro dello stesso…e a loro è affidato il futuro. Bisogna prendere atto di questo Pastore che investe sui giovani coinvolgendoli. Sono intervenuti all’Assemblea:
Attilio Gorassini , Preside della Facoltà di Giurisprudenza dell’Università Mediterranea di Reggio Calabria;
Lucio Dattola, Presidente Camera di Commercio di Reggio Calabria, Presidente Unione Camere;
Roberto di Palma, Sostituto Procuratore della DDA di Reggio Calabria.
Mons. Morosini ha affidato la Direzione a una Presidenza ed a una Segreteria costituita da giovani. Le conclusioni del Sinodo, dopo la terza assemblea presinodale, saranno condotte da: “Un Gruppo di Animazione del Sinodo” costituito da circa 50 giovani e sacerdoti che avranno il compito di sintetizzare e concludere.
Il Sinodo verterà su tre tematiche:
FAMIGLIA E AFFETTIVITA’. (Già svolto a Reggio Calabria il 23.3.2014).
PARTECIPAZIONE E CITTADINANZA. (Il secondo svolto a Melito di Porto Salvo).
VALORI E FEDE. (Il Terzo si deve ancora svolgere).
Ecco come si è arrivati a questa seconda fase Presinodale dove si è discusso della Tematica:” Partecipazione e Cittadinanza”. L’Ufficio di Presidenza, la Segreteria, e il gruppo di Animazione del Sinodo hanno predisposto un questionario, che è stato distribuito in tutte le parrocchie della diocesi. I giovani facenti parte della Diocesi si sono confrontati, incontrati, utilizzando documenti e video per aiutarsi nel dibattito, non è stato semplice coinvolgerli tutti, ma alla fine la partecipazione è stata corale. I gruppi parrocchiali hanno interagito fra di loro, collaborando insieme e rapportandosi con i sacerdoti. A proposito di questo secondo evento Mons. Morosini ha coì posto l’accento su questo secondo Tema: “Cari giovani soprattutto a Voi mi rivolgo: risvegliate in voi la passione e il fascino delle mete alte, il desiderio di ricercare il bene per sé e per gli altri, senza rincorrere interessi particolari, attraverso le condivisioni e l’unione delle identità culturali e delle competenze professionali presenti sul nostro territorio. Promuovete una nuova cultura del lavoro, testimoniate il valore della partecipazione e del discernimento comunitario a fronte di una cultura che fa percepire come inutile o come fatica in più l’esercizio della democrazia. Siate cittadini degni del vangelo, consapevoli dei propri diritti e doveri, favorendo un impegno politico che porti soprattutto i cristiani ad interessarsi e a proporre soluzioni per il territorio in cui vivono, creando cosi un terreno fertile anche per la nascita di vocazioni politiche. Soprattutto approfittare del Sinodo dei giovani che stiamo preparando. E’ un’occasione anche per chi è lontano dalla chiesa di disegnare il Vostro futuro e indicare a noi adulti quali sono le Vostre speranze”. Dai pre-incontri è emerso che…………. la tematica certamente si presta a molteplici forme di riflessione: dalla formazione universitaria, al mondo del lavoro (e del precariato), dall’impegno in politica agli avamposti di legalità; tanti aspetti che caratterizzano l’età giovanile nel campo essenziale delle Scelte.Un appuntamento che si è avvalso della presenza di importanti interlocutori che si sono sottoposti alle domande dei giovani presenti: Attilio Gorassini, preside della facoltà di Giurisprudenza dell’Università Mediterranea di Reggio Calabria; Lucio Dattola, presidente della Camera di Commercio di Reggio Calabria; Roberto Di Palma, sostituto procuratore della DDA di Reggio Calabria. Gli interventi sono stati tutti interessanti e molto professionali. Fatti ad una platea stracolma di giovani interessati, attenti alle tematiche. Dopo i saluti all’Autorità ecclesiastica locale Don Benvenuto Malara che ha accolto tutti i presenti nei locali del cortile del Santuario della Madonna di Porto Salvo, Mons. Morosini ha aperto i lavori: “Ascolteremo i nostri giovani, racconta, cercheremo di capire quale città desiderano, quale futuro stanno cercando di realizzare”. Non mancheranno idee e proposte concrete, frutto del lavoro parrocchiale e zonale di tutti i giovani della Diocesi. “Già durante la Veglia di Pentecoste, continua il presule, ho chiesto ai giovani di tirare fuori il coraggio per ricostruire la nostra città. Serve Speranza e voglia di fare…è il momento di mettercela tutta”. I lavori sono continuati con gli interventi da parte del pubblico e dei referenti delle Zone pastorali. Le conclusioni al secondo sinodo sono state fatte dalla nostra Guida Spirituale Mons. Morosini che era in splendida forma ed ha incitato i giovani ad intervenire con forza più volte. Al termine del dibattito c’è stato un momento di festa, con la musica delle band giovanili della Diocesi e cena a buffet. L’occasione della Seconda Assemblea Pre-Sinodale ha rappresentato per tutta la comunità giovanile del territorio reggino un’opportunità di confronto e di crescita personale e collettiva. Si sono affrontati i temi Università e Formazione; Lavoro; Partecipazione a cittadinanza attiva. Non mi voglio dilungare sulle tematiche trattate ma tirare un po’ le conclusioni per stabilire in effetti cosa è emerso in questo secondo sinodo e quali sono state le proposte. Cosa vogliono i giovani??? Maggiore accompagnamento nella scelta universitaria o professionale lavorativa; Interazione tra Università Lavoro e Territorio all’interno di un circuito virtuoso; Percorsi volti alla scoperta o riscoperta delle potenzialità del nostro territorio; Valorizzazione dei lavori che per tanto tempo sono stati accantonati, ma dal grande valore sociale e culturale. (Specie nel campo artistico e artigianale), favorendo il lavoro delle piccole e medie imprese. Puntare ai settori strategici del Turismo, dell’agro-alimentare e dell’ambiente, valorizzando i beni agricoli e forestali attraverso la cooperazione tra comuni e consorzi di miglioramento fondiario. Su questi Temi si è alzata una voce corale contro la costruzione della Centrale a Carbone di Saline Joniche. Rendere fruibili a tutti le opportunità e gli strumenti di partecipazione democratica e di controllo sulla gestione della cosa comune, sempre sotto l’egida del rispetto della persona e nel pieno rispetto della legalità. Melito di Porto Salvo, li 11.7.2014
daniele dattola
Il Dr. Giuseppe Toscano, mi ha trasmesso per conto del Comitato Unicef città di Melito Porto Salvo, il seguente comunicato stampa relativo alla convention di sabato 12 luglio 2014. che qui di seguito pubblico COMUNICATO STAMPA
Melito, sabato la presentazione del Comitato comunale Unicef
La costituzione del Comitato comunale dell’Unicef era stata “ratificata” dal Comitato provinciale di Reggio Calabria all’inizio dello scorso mese di aprile. A distanza di qualche mese, sabato pomeriggio, l’organismo con sede a Melito Porto Salvo, verrà presentato ufficialmente alla collettività dell’Area Grecanica, per poi dare immediatamente il via al calendario di iniziative estive, finalizzate a sostenere le campagne per la tutela dei diritti e delle condizioni di vita dell’infanzia e dell’adolescenza nel mondo.
L’incontro con la cittadinanza si svolgerà sabato 12 luglio nella sala convegni dell’Hotel Tito Serranò, in via Nazionale a Melito Porto Salvo, con inizio previsto per le ore 17,30. Interverranno per conto dell’Unicef: il presidente provinciale Pietro Marino, la responsabile della Task-force Maria Squillaci, la responsabile Younicef, Alessandra Tavella e la responsabile del Circolo città di Melito Porto Salvo, Isabella Palamara. I lavori sul tema “L’Unicef scende in campo nell’Area Grecanica” saranno moderati dal giornalista Giuseppe Toscano.
<<Per il neonato Comitato melitese – spiega la responsabile comunale, Isabella Palamara – è un momento veramente significativo. Siamo felici di poter dare alla cittadinanza l’annuncio che l’Unicef ha cominciato a piantare le sue radici robuste anche in questa parte di territorio provinciale ma, allo stesso tempo, siamo anche consapevoli che l’evento di sabato rappresenterà solamente la tappa iniziale di un percorso che si preannuncia lungo e impegnativo. Essere al servizio di una organizzazione importante su scala mondiale, come l’Unicef, vuol dire essere pronti a spendersi per il prossimo, vuol dire darsi da fare per cercare di dare risposte a problemi enormi, senza tuttavia avere la presunzione di poterci riuscire da soli, bensì portando ognuno il proprio semplice contributo di impegno. Procederemo nel nostro percorso in stretta sinergia con il Comitato provinciale e con il presidente Pietro Marino, che ringrazio per la fiducia, e posso assicurare che saremo
immediatamente operativi>>.
Il Comitato di Melito Porto Salvo ha già promosso un paio di iniziative a sostegno delle iniziative di sensibilizzazione contro la mortalità infantile. Risale a dicembre 2013 lo spettacolo musicale-sportivo “Un sorriso sotto l’albero”, mentre lo scorso mese di maggio lo stand tematico per la campagna “100% vacciniamoli tutti” era stato allestito a Melito Porto Salvo e Saline Ioniche.
Melito Porto Salvo, li 10 luglio 2014
Per il Comitato Comunale Unicef
Dr. Giuseppe Toscano
Tutte le mattine alle 5 sento il canto del Muezin che prega e allora anch’io mi ricordo di pregare, è bello iniziare
così la giornata. Sento la voce, ma non ho ancora visto la moschea. A Freetown ne ho viste tante e anche sulla strada che ci ha portato a Pujehun. Oggi è domenica e se tutto è tranquillo forse pomeriggio possiamo fare una passeggiata e vedere il paese, finora ho visto solo il mercato, dove vado ogni tanto a comprare il pane e qualche uovo. Dall’Italia invece, non sento le voci, ma vedo i benefici effetti della preghiera. Dal 24 pomeriggio al 26 notte e giorno è stata una continua emergenza. Tanti bambini sono giunti in condizioni disperate, qualcuno non ce l’ha fatta, ma quelli che tornano a casa guariti sono un conforto. Olimpia il 26 giugno alle 21, 28 mi ha scritto: Stasera col coro di Lazzaro abbiamo deciso di donare ogni giorno 2 minuti del nostro tempo per i bambini della Sierra Leone: alle 20 di ogni giorno, ovunque saremo ciascuno dirà un Angelo di Dio per queste creature. E ancora tanti di voi mi scrivete e mi assicurate che pregate ogni giorno. Mi ha commosso tanto sentire la forza dell’amore che misteriosamente si dilata, attraversando quei ponti traballanti e insicuri, che siamo noi, per dirompere ed irrigare terreni da troppo tempo asciutti, perché dimenticati, con la freschezza e la forza necessaria per dare beneficio. Sono certa, ho risposto ad Olimpia, che il Signore che ha un cuore infinitamente più grande del nostro ascolterà queste invocazioni e spero che tanti si uniscano ancora a questa “raccolta” di preghiere per e in un “fondo” d’amore. Penso che l’Africa oggi abbia bisogno di questo, più che di raccolte di denaro e fondi economici. E per questa raccolta d’amore basta poco, lo può fare chiunque e dovunque, e nello stesso istante in cui si “versa” esso arriva. Come ho scritto di recente ad una cara amica: Ogni gesto verso l’amore sana dal male e, come in un unico corpo, porta sicuro beneficio a tutto il corpo. Non
importa se questo gesto sia fatto in Africa o in Europa, in un salotto o in una capanna, il bene o il male possono essere fatti qui o lì ed hanno lo stesso valore. Il bene si propaga e sana, il male infetta e uccide, dal piccolo al grande, dalle pareti di casa alla missione in Sierra Leone. Ora, non ci crederete, o meglio, proprio perché ci credete, da quella sera non ci sono più stati casi gravi (ce ne saranno ancora lo so…la nostra fede è fragile), e nessun bambino in questi quasi 3 giorni ci ha lasciato… forse è una risposta di cui avevamo bisogno per la nostra fragilità… eppure so, che nonostante questo, continuerò a vacillare ad allontanarmi a cadere, ma Tu Signore sei grande nella Misericordia.
1 luglio. Le grandi piogge sono iniziate, da qualche giorno piove di frequente e abbondantemente, soprattutto la notte. La situazione in ospedale, lasciatemi dire è (dopo quello che ho visto) miracolosamente tranquilla ed anche un lattante che era in serie condizioni sembra migliorare, ma soprattutto non ci sono stati decessi per la malaria cerebrale.
Tuttavia, amici, non abbassate la guardia, purtroppo altri problemi affliggono questa terra. Hanno già allestito la tenda per l’isolamento, qualora si presentasse qualche caso di Ebola e Tito, in questo momento, è ad una riunione con tutto il personale medico, paramedico, amministrativo, per discutere sulle precauzioni e soprattutto per trovare un ambiente isolato dove accogliere chi giunge in ospedale. Perché le visite di coloro che arrivano, per un qualsiasi motivo, grave o no, vengono fatte in una stanza di degenza, quindi a grave rischio di contagio generale (considerando, poi, che ogni bambino è accompagnato almeno da un parente…immaginate). Io sto disegnando le tabelle per indicare la strada ai motociclisti, che, da qualche settimana, vengono pagati dal CUAMM ogni qualvolta portano un bambino ammalato, questo per facilitare gli spostamenti e per venire incontro a chi non si può permettere di pagare e, a piedi, arriverebbe troppo tardi. Dovete sapere anche che in Sierra Leone ci sono tantissime motociclette (nelle altre nazioni africane abbiamo visto camminare tutti a piedi o tutt’al più in bici) e, al mio stupore, mi è stato spiegato che è così grazie ad una bella iniziativa del governo, che, finita la guerra, per riabilitare i “bambini soldato”, ha regalato loro una motocicletta e la licenza di “moto taxista”. E cosi è pieno di moto-taxisti, utilissimi. E tutti portano il casco, perché le multe sono salatissime.
In questo periodo comunicare con internet è difficilissimo, la linea cade continuamente e ritorna dopo svariati tentativi, spesso desistiamo. Il metodo migliore è WhatsApp, basta scrivere i messaggi, toccare invio e quando c’è la linea, anche se per pochi secondi, partono da soli. Che belle invenzioni!
Giorno 5 è stato il nostro 27° anniversario di matrimonio. Delia, per il messaggio d’auguri, si è buttata giù dal letto alle 7 del mattino (per chi la conosce sa cosa significa) e a seguire Mimmi e Maria Olimpia, che in nottata era rientrata a Cambridge dalla Svezia. Alle 17,30 poi, ci sono arrivati “6 secondi” di video con il meraviglioso sorriso di Mimmy, che sono certa diventeranno 6 ore in breve tempo. Tito è arrivato per pranzo quasi alle 3 del pomeriggio, io nel frattempo cucinavo per la sera e pregavo Dio che nessun bimbo se ne andasse, e grazie a Dio così è stato: 5 sono gravi, ma nessuno da allora ci ha lasciato. Abbiamo festeggiato a cena con Paolo, Chiara e Clara (Alessandro è rimasto a Freetown). Ognuno di loro ha dovuto portarsi il piatto e il bicchiere; il menù: gnoccone, patate al forno, frittatona, ananas e… salame di cioccolato… un successone! Stranamente tutto è venuto buonissimo, nonostante abbia dovuto modificare un po’ le ricette. Dopo cena avevamo
programmato di vedere un film insieme, ma erano tutti stanchi. Paolo e Chiara avevano avuto 2 cesari di notte e 2 di giorno, Clara in 3 giorni era dovuta andare a Freetown e tornare e Tito doveva passare a vedere i bambini, come fa ogni sera prima di andare a letto, ed era già tardi. Dopo aver lavato e sistemato tutto mi sono andata a coricare , non prima di aver riguardato i “6 secondi” e aver immaginato gli altri sorrisi lontani. Dopo poco è tornato Tito, il generatore era ormai spento, ho sentito i passi, ho visto la luce della torcia e poi, appena dentro, ho risentito dalla cucina i “6 secondi” e… abbiamo sognato i 3 sorrisi.
Kai Goma = Grazie a Dio.
Nunziella Squillaci
Auguri per il Vs. 27° anniversario di matrimonio, che il Signore vi benedica. Dalle tue parole potrei anche dire che Tito evidentemente sta mettendo in campo tutte le risorse e bagaglio culturale e scientifico che una vita di Pediatra presso l’Ospedale di Melito gli permette di mettere a disposizione per questa missione umanitaria. Auguri affinché, questa sofferenza da te documentata quasi giornalmente, possa nel tempo diminuire, e comunque per questo bisogna dire anche grazie a queste Associazioni ONG, Cuam per l’Africa e Unicef, senza di loro tutto questo non ci sarebbe. A Noi non rimane che pregare per Voi.
10.7.2014
d.dattola
Continuano le comunicazioni da parte di Tito e Nunziella Squillaci che informano sulle cose che accadono in africa nell’Ospedale in cui lavora Tito come Pediatra, in missione umanitaria per conto dell’ONG (Organizzazione non Governativa), li redarguisco di stare attenti, perché al Tg nazionale ho ascoltato che l’ebola in Africa Centrale e Occidentale è diventato fuori controllo. Nunziella mi risponde dicendomi che ci sono stati circa 170 casi in Sierra Leone, ma non nell’Ospedale dove si trovano loro.
1 luglio 2014
Tito mi scrive:” Caro Daniele, ti ringrazio del grande affetto nei nostri confronti e dell’impegno con cui ti adoperi per fare conoscere la difficile realtà di questi posti. Scusa se non ti ho scritto prima, ma il tempo è davvero poco e con internet abbiamo molte difficoltà (la linea in un solo posto, fuori casa, solo poche ore la sera quando è acceso il generatore, spesso, poi, non riusciamo a connetterci, e rinunciamo).
Come già sai, l’impatto qui è stato duro, per la gravità delle patologie e l’alta mortalità, ma lavoriamo serenamente, cercando di fare del nostro meglio con le risorse a disposizione. La soddisfazione di rimandare a casa tanti bambini guariti ci incoraggia. L’organizzazione ONG (Organizzazione Non Governativa) per la quale io lavoro unitamente all’Unicef , “Medici con l’Africa Cuamm” fanno di tutto per metterci in condizione di lavorare nel migliore dei modi.
Riguardo al problema dell’Ebola, in effetti, per le caratteristiche di aggressività e diffusibilità del virus, si tratta di un problema potenzialmente gravissimo.
Per ora l’epidemia è confinata in centri rurali, ma se dovesse sfuggire di controllo e raggiungere centri urbani sarebbe una catastrofe difficilmente quantificabile.
Quella in corso è la più grande epidemia insorta fino ad ora, con 528 casi e 337 morti (fino a metà giugno), diffusa in Guinea, Sierra Leone e Liberia. In Sierra Leone ci sono stati 97 casi e 49 decessi, localizzati in vari distretti. Il nostro distretto fortunatamente non ha finora registrato alcun caso, tuttavia l’ospedale è stato attrezzato con una tenda di isolamento e siamo forniti di materiale protettivo adeguato (guanti, maschere, occhiali, ecc.). Dunque, speriamo bene.
Grazie di tutto a te e Lucia Tito
4 luglio 2014
Nunziella mi comunica:” Chiedo preghiere per Geba è gravissima, in coma da malaria cerebrale, chiedo preghiere per Fatmata e Tommy sono gravissimi, in coma da
malaria cerebrale”
5 luglio 2014
Geba purtroppo non ce l’ha fatta, chiedo preghiere per Mamiawa e Moamed sono gravissimi, in coma da malaria cerebrale
E Sebazu
7.7.14
Grazie a Dio e alle Vostre preghiere i bambini sono in leggera ripresa, rispondono agli stimoli. La mamma di Tommy mi ha accolto con un sorriso, il primo.
Chiedo preghiere stasera per AvuaSesè e la sua mamma che era molto triste e scoraggiata.
Nunziella e Tito Squillaci
Gentile Tito e Nunziella Grazie per quello che state facendo, la Vostra è un’incredibile esperienza di vita e professionale,
una sfida quotidiana che migliaia di uomini e donne di tutto il mondo affrontano senza clamore, in nome della libertà e
del progresso dei popoli africani.
Melito, li 7.7.14
daniele dattola