Sento oggi di dover dire grazie a Dio anche per il bene che attraverso voi è giunto a noi, per il bene visibile e per quello invisibile. Noi possiamo solo dire che, seppur con le nostre povertà, abbiamo cercato di amare ogni bambino che è entrato in quest’ospedale ed i suoi familiari, che abbiamo scelto di stare loro accanto e di sostenerli, secondo le nostre capacità, per alleviare la loro sofferenza nel doloroso cammino che erano chiamati a percorrere. Li abbiamo conosciuti per nome e ricordiamo i lorovolti. La gente di Pujehun, in più, ci ha arricchito non facendoci mai mancare il proprio sorriso e sono tanti gli amici che, partendo,portiamo con noi nel cuore.
Sono passati due mesi, pochi ma intensissimi , perché abbiamo vissuto ogni istante come se fosseun’opportunità che il Signore ci dava per rimettere in circolo l’amore che Lui ci ha sempre così generosamente donato… E dopo aver fatto questo… anche noi, indegnamente, possiamo, ancor con più consapevolezza, affermare che siamo “servi inutili” e ringraziare Dio, Padre di misericordia , che ci ha sostenuto sul palmo della Sua mano. Kai Goma,
Ultime foto da Pujehun
(la terza stanza dell’Ospedale disegnata da Nunziella e dipinta da Charls)
(Saluti ai bambini del vicino villaggio)
(saluti ai bimbi che abitano vicino all’Ospedale)
(Saluti a Padre Martin)
Pujehun, 20.8.2014
Nunziella e Tito
Si è svolto a Montebello Jonico il 16.8.2014 alle ore 18.00, in Piazza F. Mazzacuva “Il primo Palio Storico Città di Montebello Jonico nella Terra di Ludovico Abenavoli Del Franco, Cavaliere che vinse la Disfida di Barletta”.
Il Palio è stato patrocinato dal Consiglio Regionale della Calabria, e dall’Associazione Cullturale “Nicolaus Arghiropulos”, in collaborazione con “Accademia Fidia”, L’Associazione Culturale “Polvere di Fata”. I costumi sono stati curati dalla sartoria teatrale “Stile D’Epoca” e dall’Associazione Cullturale “Polvere di Fata”; i gonfaloni sono stati confezionati da Rosella Tripodi e dipinti dall’artista Serena Zema; la Direzione artistica è stata curata dall’architetto Giuseppe Emilio Bruzzese; la Regia e l’Organizzazione tutta è stata del Prof. Vincenzo Malacrinò.
Voglio iniziare questo servizio con le parole dette e rivolte, a fine serata, dal Prof. Malacrinò alla propria madre affacciata su uno spalto. Vincenzo si è scusato pubblicamente, con Lei per averla trascurata durante tutto questo periodo, in quanto occupato a questa organizzazione dell’evento che è stato il più bello, importante, e ben organizzato dell’estate 2014. Che dire una serata magica, piacevole, rilassante con migliaia di presenze, cose mai viste in questo centro. Il prof. Vincenzo Malacrinò non è nuovo a questi avvenimenti, che ormai ci siamo abituati a vedere grazie alla sua professionalità. Sapevo quando ho pubblicato la locandina, nel mio sito, che sarebbe stato un evento importante. La Piazza era gremitissima, le forze dell’ordine facevano fatica a contenere la folla, ricordo che c’è un’unica arteria per cui
doveva essere assicurato il transito degli automezzi. Tutte le Autorità erano presenti civili, religiose, militari e politiche, la Provincia era rappresentata dal Consigliere Provinciale Pierpaolo Zavettieri,
La Regione Calabria dall’Assessore alle Attività produttive Candeloro Imbalzano,
presente anche il Dr. Pasquale Crupi Capo Gabinetto della presidenza del Consiglio Regionale della Calabria
e il famosissimo attore televisivo Giacomo Battaglia.
Che dire di Vincenzo Malacrinò, laureato all’Università “Mediterranea” di Reggio Calabria, col massimo dei voti e la lode, ha conseguito diverse specializzazioni universitarie nel campo scientifico e della Comunicazione, è Professore di Scienze Naturali, Chimica e Geografia, collabora con studiosi dell’Università ed è Autore e Coautore di numerose pubblicazioni scientifiche. Quello per cui è apprezzato e conosciuto di più è l’attività di giornalista, collabora con diverse testate e pubblica notizie su siti a carattere nazionale. Ha vinto diversi premi letterari. Quello che colpisce di quest’uomo è la sua bontà, la sua disponibilità, la sua dolcezza, il suo modo di essere semplice, umile e grande allo stesso tempo. Ha scritto , tra gli altri un libro importantissimo sulla Certosa di Serra S.Bruno “Il Silenzio Certosino” e sta per pubblicare uno sulla storia degli Abenavoli del Franco e la terra di Montebello Ionico.
Nell’incantevole scenario della Piazza F. Mazzacuva e della Chiesa Protopapale dell’Isodia di Montebello Jonico, si è svolto questo evento con varie fasi.
Lo spettacolo del 1° Palio ha avuto inizio con l’esibizione degli sbandieratori “Fieramosca” di Barletta;
Dal Palazzo Mazzacuva posto accanto alla chiesa, dopo una breve introduzione del Prof. Vincenzo Malacrinò,
e la benedizione di don Giovanni Gattuso
l’attore televisivo Giacomo Battaglia ha fatto delle letture sceniche della storia di Montebello Jonico nelle vesti di Ludovico Abenavoli Del Franco;
Finita la lettura di Giacomo Battaglia c’è stato uno splendido Corteo in abito d’epoca per le più importanti strade del paese, nel corteo sfilavano con i propri gagliardetti i rappresentanti di Montebello Ionico, Trunca, Embrisi, Fossato, Masella, Sant’Elia, Caracciolino, Saline.
Infine tutti i partecipanti si sono raccolti in una piazzetta nella quale si ergeva la statua di Padre Pio, Piazza Municipio,
dove con l’insuperabile guida del prof. Malacrinò ha avuto inizio la grande esibizione degli sbandieratori, chiarine, archibugeri, tamburini, arcieri, giullari, fachiri, odalische e draghi del fuoco.
Su decisione del giornalista Malacrinò, c’è stata la premiazione pari merito (per le condizioni del tempo, ha piovigginato un poco) di tutte le contrade e la premiazione con la consegna del premio “Arghilopous” città di Montebello Jonico al Dr. Pasquale Crupi Capo Gabinetto del Consiglio Regionale della Calabria, realizzato dall’artista Rosario la Seta,
e di tutti gli altri partecipanti, tra cui il maresciallo Emilio Condipodero
e il parroco Don Giovanni Gattuso.
In chiusura degli spettacoli c’è stato il concerto di Musica Medievale a cura dell’orchestra “Euterpe” diretta da Giuseppa Maira.
Spero che questo spaccato di richiamo storico si continui tutti gli anni a venire. Complimenti a Vincenzo Malacrinò, a tutti gli organizzatori e alle forze dell’ordine compreso la dirigente il servizio di polizia municipale.
Guardatevi la galleria!!!
Montebello Jonico, li 16.8.2014
Daniele dattola
Ricevo e Pubblico questa lettera del Dr. Tito Squillaci da Sierra Leone
La nostra casa è la terra
Cari amici, vi aggiorno sulla nostra situazione e sul problema dell’Ebola che, giustamente, suscita tante preoccupazioni in ciascuno di noi. La settimana scorsa il Cuamm ha inviato un proprio esperto, il dott. Giovanni Putoto, il quale, attraverso visite sul territorio, incontri con autorità sanitarie e operatori di altre ONG, ha analizzato approfonditamente la situazione e i rischi connessi per il personale impegnato sul campo. Basandosi sulla sua relazione, molto circostanziata, la direzione Cuamm ha preso atto che il rischio è molto elevato per chi lavora in prima linea (cioè a contato diretto con i pazienti, come nel mio caso) e ieri ho ricevuto la disposizione di rientrare in Italia (io e Nunziella partiremo il 20).
Qui rimarranno, comunque, 3 operatori sanitari (chirurgo, ostetrica e capo-progetto) ed un amministrativo, per l’attività del centro materno-infantile e per supportare le autorità sanitarie negli sforzi per il contenimento dell’epidemia. Io sarò sostituito da un “medical officer” locale che ha esperienza di pediatria.
Il Cuamm, così come le altre ONG attive in Sierra Leone, aveva già sospeso tutte le attività sul territorio (assistenza a 75 centri salute periferici, programma per il controllo della sifilide, ecc.) e aveva disposto per il proprio personale la riduzione all’indispensabile dei contatti esterni. Negli ultimi tempi, quindi, viviamo tra casa e ospedale, evitando di frequentare il mercato, la chiesa e qualsiasi altro luogo affollato. Fino ad ora, nelle nostre lettere, abbiamo evitato di parlare dell’Ebola o, quanto meno, abbiamo evitato di scendere nei particolari riguardanti il nostro territorio, per non generare preoccupazioni nelle figlie e nei nostri familiari, ma in effetti, la situazione è grave.
Sul piano generale, l’epidemia, per dirla con un eufemismo che circola qui, “è ben lontana dall’essere sotto controllo”, ogni giorno si registrano nuovi casi (il 12 agosto 21 e il 13 agosto 11) e in tutta la Sierra Leone sono coinvolti 11 distretti su 12. Per quanto riguarda il nostro distretto (Pujehun), ci sono 3 focolai accertati e fino ad ora abbiamo avuto 7 morti, 2 dei quali ricoverati nel nostro ospedale generale. Io lavoro nel centro materno-infantile, che è ubicato a circa 200 metri di distanza, e, ovviamente, operiamo in stato di massima allerta, perchè ogni paziente che arriva può essere contagiato. I bambini, inoltre, possono presentare una sintomatologia sfumata o confondente per altre malattie infantili, per cui, nonostante la massima attenzione, c’è sempre il rischio concreto che un caso di Ebola sfugga, con conseguenze, come potete ben capire, gravissime.
Le infezioni nosocomiali, in situazioni come questa, sono purtroppo frequenti ed in Sierra Leone sono morti circa 20 infermieri e 2 medici (tra i quali il coordinatore del programma per il controllo dell’epidemia a Kenema).
Nel nostro ospedale abbiamo introdotto delle misure restrittive, quali la chiusura ai visitatori, un controllo della temperatura all’ingresso per tutti, associato ad un questionario che rileva se ci sono fattori di rischio per l’Ebola. Dentro il reparto accogliamo i nuovi pazienti in una zona separata, ripetiamo la valutazione dei fattori di rischio e ci accostiamo con tutti i presidi protettivi, compresi maschera e occhiali.
Nell’ospedale generale il Cuamm, in accordo con le autorità locali, ha allestito una tenda di isolamento dove vengono ricoverati i casi sospetti, in attesa del risultato del test. In caso di conferma i pazienti devono essere trasferiti a Kenema (in questo periodo di pioggia incessante, circa 3 ore di macchina), dove è ubicato uno dei 2 soli centri deputati alla cura dell’Ebola (l’altro è Kailahun, situato piu’ a nord).
Le unità di isolamento attive per i casi sospetti, in tutta la Sierra Leone, per ora sono solo 3: la nostra (Cuamm) a Pujehun, una di Medici senza Frontiere a Bo ed una di Emergency a Goderich, vicino Freetown. Nella capitale, che pure ha registrato 11 casi, fino ad ora per l’Ebola non c’è nulla, né tenda di isolamento, nè tanto meno un centro di cura.
Sia nel nostro distretto che nel paese in generale, ci si aspetta un aumento del numero dei casi, poiché, considerate l’alta diffusibilità della malattia e le modalità di gestione familiare dei malati, è certo che ogni deceduto lascia dietro di sé una scia di contagiati (per esempio, in un nostro villaggio, dopo il primo caso, sono morti, in rapida successione, altri 4 familiari, i quali, a loro volta, molto probabilmente hanno contagiato altri parenti).
Lo sforzo delle autorità, in questi casi, è quello di individuare tutti i contatti, isolarli presso il proprio domicilio e monitorarli per 21 giorni (cioè il tempo massimo di incubazione della malattia), ricoverando quelli che manifestano sintomi. Molti contatti sfuggono ai controlli e continuano a circolare, ma, per fortuna, diversamente dalla generalità delle malattie virali, l’Ebola contagia solo in fase sintomatica, non nel periodo di incubazione.
Per paura del ricovero (vissuto come un internamento e come luogo nel quale si va a morire), molti ammalati non si presentano presso i centri sanitari, o scappano dagli stessi centri di cura e muoiono nei villaggi in mezzo alla foresta. Per questo motivo, è certo che il numero reale dei morti e dei contagiati è superiore a quello ufficiale e non stimabile con esattezza. Intorno alle città di Bo e Kenema, per le strade, vengono spesso ritrovati cadaveri (positivi per Ebola) e non è chiaro se si tratta di pazienti abbandonati dalle famiglie per paura del contagio o di persone che scappano per paura di essere ricoverate.
Le iniziative messe in campo dalle autorità per contrastare l’epidemia si basano soprattutto sulla sensibilizzazione della popolazione riguardo alla natura della malattia e alle modalità di trasmissione, sull’individuazione e controllo dei contatti, sull’individuazione e monitoraggio di tutti i soggetti con febbre nei territori interessati (con una ricerca casa per casa, grazie all’aiuto di volontari addestrati), su misure generali di riduzione dei movimenti della popolazione (chiusura di mercati, scuole, ecc., con gravi ripercussioni economiche), l’uso della clorina per il lavaggio delle mani in tutti i luoghi pubblici, cordoni sanitari intorno ad alcuni dei villaggi che hanno avuto casi di Ebola e altro ancora. In questi giorni sono stati (finalmente!) isolati i 2 distretti maggiormente colpiti, con posti di blocco e l’introduzione di un pass per entrare e uscire dal territorio.
Sul piano assistenziale, le autorità intendono attivare a breve un centro di trattamento a Freetown, costruire un nuovo centro a Kenema, incrementare il numero delle unità di isolamento nei distretti e hanno dato parere favorevole all’uso dei presidi farmaceutici non ancora registrati, previo consenso informato dei pazienti.
Oggi pomeriggio abbiamo partecipato ad un incontro con il ministro della salute, presso la sede dell’OMS. È emerso che il paese ha bisogno di tutto: personale specializzato, materiale protettivo, materiale di consumo, disinfettanti, ambulanze e altri automezzi, carburanti, ecc..
È evidente che non possono affrontare da soli una tale situazione. Per sconfiggere l’Ebola è indispensabile un impegno a tutto campo della comunità internazionale e un forte movimento di solidarietà (anche nell’interesse degli stessi paesi occidentali). Non dimentichiamo che la nostra casa è la terra.
Questo è il quadro generale della situazione.
Noi partiamo con rammarico, ma riconosciamo che la decisione della direzione Cuamm è ponderata, basata su una valutazione attenta di tutti i risvolti della questione, tesa a salvaguardare la nostra incolumità e a ridurre al minimo indispensabile il numero delle persone esposte al rischio di contagio di una malattia così grave.
Dunque, un abbraccio a tutti voi e… a presto
Sierra Leone, Pujehun
Tito
Ritengo che la decisione del CUAMM sia giusta e ponderata, insistere a lasciarvi li, è troppo rischioso in questa situazione di grande emergenza, quindi arrivederci presto in Italia.
daniele
Con un breve messaggio Nunziella Squillaci, moglie del Dr. Tito Squillaci, Pediatra in missione umanitaria in Africa, mi ha comunicato che il CUAMM ha predisposto il loro rimpatrio il 21 agosto. Continua…La situazione è fuori controllo e ad altissimo rischio soprattutto per Tito. Che dirti…è col cuore a pezzi ma anche coscienti che ad avere bisogno ancora di noi ci sono le nostre figlie. Poi ti racconterò. Questo è il messaggio che pubblico per portare tale notizia a conoscenza di tutti gli amici che giornalmente mi contattano per sapere qualcosa di nuovo.
Melito di Porto Salvo, li 14.8.2014
daniele dattola
Ringrazio tutti gli amici che scrivono chiedendo notizie di Nunziella e Tito Squillaci. Nunziella in un msg mi ha fatto sapere che stanno bene e sono in attesa della decisione del CUAMM, l’Organizzazione Umanitaria che ha mandato li il Dr. Tito Squillaci nella veste di medico specialista Pediatra nell’Ospedale di Pujehun. Con un’altra lettera ecco di seguito cosa ha scritto Nunziella:
La chiamerò la ricetta delle tre U: Umiltà – Umanità – Unità. Ecco cosa penso, dopo questo periodo di permanenza in Africa, siano gli elementi necessari per fare una buona cooperazione. Umiltà, che scaturisce dall’amore, non per te stesso, ma per l’altro, prima per chi ti sta accanto e collabora con te e poi per chi è affidato alle tue cure. Umanità, che scaturisce dalla capacità di sentirsi non “il solo”, ma una tessera di un insieme, una parte di un tutto (che non sei tu) e, solo la disponibilità ad accogliere l’altro nell’amore, permette a te di scoprire la bellezza del tutto. Unità, che scaturisce dall’equilibrio fra te e l’altro. Equilibrio, che non può sussistere, se non è mantenuto costantemente (senza abbassare la guardia) da una grande dose di umiltà su un piatto della bilancia e da un’uguale dose di umanità sull’altro piatto. Forse però, questi tre elementi, possono essere applicati anche in ogni rapporto, in ogni gruppo, comunità, famiglia, parrocchia…, perché penso che, senza di essi, sia difficile e improbabile ogni rapporto e cooperazione.
5 Agosto. Ieri è arrivato da Padova Giovanni, un esperto del CUAMM, con una vastissima esperienza di cooperazione e volontariato, e anche di epidemie come l’Ebola. Abbiamo discusso a lungo sia ieri che oggi, ora sta facendo un giro di colloqui con le autorità, un controllo delle strutture e della sicurezza e sta facendo anche un giro di colloqui personali con ciascuno di noi. Terminerà la sua visita l’11 agosto e le sue osservazioni costituiranno la base per le decisioni che il CUAMM prenderà riguardo alla nostra presenza qui, a causa della situazione creatasi con l’epidemia di Ebola. In questo campo, comunque, il CUAMM è già molto attivo e sta fornendo un importante supporto alle autorità locali dal punto di vista logistico e organizzativo, in particolare per l’allestimento dell’unità di isolamento per i casi sospetti del nostro
distretto. Ieri in tutta la Sierra Leone è stato il “Sit down day”, una giornata dedicata alla riflessione, nella quale era obbligatorio rimanere in casa, quasi un “coprifuoco” voluto dal governo per sensibilizzare la popolazione riguardo all’Ebola: nessuno poteva viaggiare, per spostarsi occorrevano dei permessi speciali, ogni attività pubblica è stata sospesa. In ospedale non sono arrivati bambini. Oggi è arrivato solo un bimbo, ed una bambina che però purtroppo era già morta, Tito è lì, speriamo che il bambino non sia grave. Per sicurezza ci è stato proibito di frequentare luoghi pubblici, e domenica non siamo potuti andare a messa. A me è stato vietato di andare in ospedale, andrò solo per fotografare i dipinti che oggi Charles ha completato e non ho ancora potuto vedere, perché abbiamo avuto a pranzo Giovanni.
7 Agosto. All’ospedale non è arrivato più nessuno e il reparto si sta svuotando man mano che i bambini vengono dimessi. Ma ciò avviene, purtroppo, non perché non ci sono bambini malati, bensì per la paura dell’Ebola che hanno sia i genitori, che i mototaxisti , proprio perché due di loro si sono contagiati per aver portato, ignari, due ammalati di Ebola. E così, molto probabilmente, gli ammalati si rivolgono alla medicina tradizionale.
Angela torna in Italia, l’ha deciso il CUAMM, non ha alcun senso che corra tanti rischi per la tesi. Ha ventotto anni, quasi coetanea di Maria Olimpia, che ne ha venticinque. Da quando è arrivata le abbiamo consigliato piu’ volte di ripartire, ma lei era risoluta a rimanere, non avremmo mai voluto essere nei panni dei suoi genitori. Era arrivata da Lamezia Terme per fare il tirocinio di un master in cooperazione, giusto in tempo per festeggiare i sessanta anni di Tito con un bel capicollo, che gli ha portato in dono… mai dono fu tanto gradito!
Mi dispiace che vada via, perché era una bella compagnia, ma sono felice per i suoi genitori. Penso che mi mancherà, ma mi mancherà anche Clara, che parte per due settimane di ferie, è una persona molto equilibrata, competente e sempre disponibile.
9 Agosto. Ogni giorno facciamo degli incontri “fiume” con Giovanni, riguardo all’Ebola, per discutere su ciò che si è fatto in giornata e su ogni aspetto della sicurezza, sull’organizzazione, sul materiale da reperire, sui lavori per il completamento della tenda di isolamento, sulla formazione e la collaborazione con il personale locale e tanto altro. La situazione è difficile e non si prevede alcun miglioramento a breve.
Per i sessanta anni di Tito, Olimpia, che è medico anestesista, ci ha inviato una lettera densa di affetto, le ho risposto: “È bello sapere che innanzi tutto usi il cuore per curare (certamente oltre la competenza e la professionalità), non chiuderlo mai dietro a delle fredde sbarre di ferro”. Alla scuola di specializzazione in bioetica, al San Tommaso, ho studiato la care, allora mi sono ritrovata a pensare che una definizione di “care” poteva essere: “la carezza di Dio”, che si serve della nostra mano per donarla a chi ne ha bisogno. E oggi, i miei ricordi mi hanno portato in Malawi, dai bambini di un piccolo villaggio che eravamo andati a visitare. Io facevo loro delle carezze, all’inizio si spaventavano, poi ridevano e in fine ci seguivano senza mollarci fino a sera, nonostante facessi loro capire che era buio e dovevano tornare a casa. Ho pensato che Dio ci accarezza continuamente con il suo amore, noi qualche volta ci allontaniamo, qualche volta ci
spaventiamo, qualche volta ridiamo, ma più lo seguiamo e più gustiamo la bellezza della sua carezza e più ci viene difficile allontanarci.
E quando sopraggiunge la sera, quando il buio non ci permette più di vedere la sua mano, allora, è tempo di “fare memoria” e, ricordando, trasmettere quanto abbiamo ricevuto. Non dobbiamo avere paura, perché il ricordo del calore e del profumo di quella carezza può rendere bello anche il buio della notte senza luna. Non ci stanchiamo di essere la mano di Dio, accarezziamo il “piccolo” che ci sta accanto finché non giunga il giorno.
12 Agosto. domani la direzione del Cuamm analizzerà la situazione dell’epidemia di Ebola, con i rischi connessi, e deciderà riguardo alla nostra permanenza qui.
Sierra Leone, 13.8.2014
Nunziella Squillaci x daniele dattola
Melito serata del 10 agosto 2014, ecco come si presentava la Luna.
Tutti sono usciti a guardare le stelle cadenti per esprimere i propri desideri….ma i media hanno dato una brutta notizia …La Luna in quest’occasione, della notte di S. Lorenzo, raggiungerà il massimo della sua luminosità e della sua dimensione…tutto ciò renderà la luce della stessa molto intensa e quindi causerà la cancellazione di molte stelle e la cattiva visione di quelle cadenti.
Guardate ora cosa hanno fatto!!! la mattina dell’11 mi alzo presto per fotografare l’alba ed ecco come mi è apparsa la Super Luna… Per evitare la cattiva visione delle stelle cadenti, hanno spostato la povera Super Luna sull’Etna…e cosi tutti gli appassionati di questa notte magica non si sono persi lo spettacolo delle stelle cadenti. Naturalmente non è un trucco fotografico buona visione!!!
Melito di Porto Salvo li 11.8.2014
daniele dattola