(Alla fine del servizio brevi filmati)
Organizzato dal Circolo culturale “Meli” di Melito P.S., in data 17.5.2014 ci siamo recati a Bivongi, il percorso è da mozzafiato.
Mentre salivamo s’intravvedeva la cittadina di Bivongi e il suo meraviglioso territorio.
Bivongi si trova all’estremità orientale della Provincia di Reggio Calabria e confina con Catanzaro e Vibo Valentia. Insieme a Monasterace, Pazzano e Stilo fa parte dei paesaggi dello Stilaro. Si trova ai piedi del Monte Consolino ed è percorso dai fiumi Stilaro e Melodari. Il paesaggio è bellissimo, una natura particolare che colpisce l’attenzione del visitatore. E’ un paese di origine Magno-Greca. In questa terra anticamente, nell’anno 1000, si coltivava il baco da seta, grazie ai monaci che a causa della persecuzione iconoclastica si rifugiarono dall’Islam, in Sicilia e dopo nelle montagne del Basso Ionio, intorno al’VIII° sec. d.C. vivendo dapprima in grotte e caverne da eremiti,
favoriti dalla grecanicità dei luoghi, una vita di eremitaggio e di penitenza. Col tempo le grotte furono abbandonate i monaci si riunivano in cenobio ed infine costruirono e dimorarono nei monasteri, riunendosi tra di loro. La nostra tappa prevede la visita del Monastero di S. Giovanni Therestis, che ha rappresentato per parecchi secoli, il Caput Monasterium Ordinis S. Basili in Calabria.
Il Monastero è racchiuso tra il fiume Stilaro (RC) e il fiume Assi (CZ), si presenta come una chiesa imponente con uno stile bizantino,
l’impressione che ho ricevuto non appena l’ho vista è una forte somiglianza con la Chiesa Tridetti del territorio di Brancaleone, che è un monumento nazionale.
La chiesa è stata ricostruita, si nota subito la parte nuova e quella vecchia,
intorno ad essa un fiorente complesso monastico, che risale all’XI° Sec..
Nel 1800, grazie alle leggi napoleoniche divenne di proprietà del Comune di Bivongi, dopo l’Unità d’Italia lo vendettero a vari proprietari, nel 1980, questi, lo donarono al Municipio, che iniziò il restauro. Nel 1994 riprese la vita monastica e nei primi due anni è stato abitato da monaci greci che vennero in questo luogo dal Monte Athos. Nel 2008 il Comune di Bivongi lo concesse alla Diocesi ortodossa Romena d’Italia. Oggi la Comunità monastica Rumena è formata da 5 Monaci ed è guidata da padre Abate Iustin.
In questo monastero visse San Giovanni Theristis (995-1050). Era un santo italo-greco, i suoi genitori erano nobili e abitavano questo territorio. Durante un’incursione saracena il padre venne ucciso e la madre, incinta venne portata a Palermo, dove nacque Giovanni. A 14 anni la madre lo mise al corrente della sua origine e lo incoraggiò a fuggire a Stilo in Calabria, lo informa anche di un tesoro che aveva nascosto il padre prima della morte e che Lui dopo distribuì ai poveri. Arrivato a Stilo dopo varie vicissitudini nel viaggio venne portato al cospetto del vescovo. Giovanni gli racconta la sua storia e gli comunica la sua volontà d’intraprendere la vita cristiana. Giovanni era conosciuto con il nome di mietitore, perché durante una tempesta di pioggia, i mietitori erano fuggiti riparandosi. Quando la pioggia fini, pensavano di trovare il grano distrutto invece trovarono i campi mietuti e le balle legate fra di loro regolarmente. Prima di lui in questi posti vissero i monaci Nicola e Ambrogio, tutti e tre sono sepolti in una chiesa a Stilo. Veniamo accolti nella chiesa all’interno da Padre Abate Iustin e da altri monaci.
(S’intravvede parte del pavimento originale del Monastero)
(Padre Iustin con la nostra insuperabile guida Francesco Passarelli)
Dopo averci accolto il padre ben volentieri risponde alle nostre domande, finito il colloquio, usciamo dalla chiesa per recarci insieme alla nostra guida alla grotta-eremo di santa Maria della Stella che si trova a Montestella di Pazzano.
Proseguiamo verso Pazzano sempre più in alto, fino ad arrivare a circa 800 mt di altezza, anche qui il panorama è veramente invidiabile così come potrete vedere dalle foto,
una profonda quiete rende questo posto unico e magico, si vede verso il basso l’intera vallata.
Dopo aver raggiunto la parte alta, scendiamo lungo una stradina ed ecco arriviamo al monastero
(Inizio del Santuario Grotta con la scalinata)
all’interno del quale, c’è una lunga scalinata, 62 scalini, che scendono rapidamente dentro una meravigliosa grotta scavata nella pietra.
Consiglio questo percorso ai giovani perché è un posto da conoscere si respira un’aria sacra e misteriosa, mentre si scende ti appare sempre di più uno spettacolo immenso pare che la roccia si apre
e sotto in fondo appare la piccola chiesa con una statua della Madonna in marmo bianco.
Ci sono anche dei dipinti con L’Immacolata Concezione e la Santissima Trinità, è interessantissimo il frammento bizantino con Santa Maria che riceve l’eucarestia dal monaco Zosimo, l’affresco è dell’XI° Sec. vi sono anche altre rappresentazioni di Cristo, della Trinità. dell’Arcangelo Michele etc.
La grotta è umida ed è stata abitata fin dall’antichità dai monaci Basiliani, nella zona dell’altare gocce di acqua scendono sgorgando dalla roccia, attraverso stalattiti, sembra da dove fuoriesce l’acqua d’intravvedere un volto
dopo l’altare un grosso cunicolo, dove gli eremiti entravano per i loro riti penitenziali.
Quest’Eremo nel 1096 diventò monastero minore. Nel 1522 diventò Santuario e fu collocata in questa grotta la statua della Madonna della Stella, scolpita da Rinaldo Bonanno. Dopo la visita si scende attraverso una breve galleria
e ci si ritrova all’aperto in uno spazio che riconduce al viale principale tutto alberato con la vegetazione mediterranea che tutti conosciamo.
Bivongi, li 17.5.14
daniele dattola
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