Sabato 3 marzo 2012, presso la Sala Convegni dell’ex Mercato Coperto di Melito P.S., si è svolto un sabato letterario con gli Autori e poeti grecanici del nostro territorio.
Oggi la Calabria si presenta come una delle regioni più antiche d’Italia, lunga circa 250 Km., stretta e lunga, tanto che da qualsiasi punto centrale si arriva al mare con distanze non superiori a 50 Km. Fu abitata dagli uomini fin dall’antichità e un’industria litica apparve grazie ad un tipo di uomo più evoluto Homo erectus circa 700.000 anni prima di Cristo. Durante la glaciazione di Riss scomparve ogni forma di vita e l’uomo ritornò in Calabria, nel Paleolitico Medio la cui massima espressione è rappresentata dal “Bos Primigenius”, un toro inciso nella roccia, risalente a 12.000 anni fa, trovato nella grotta del Romito nel comune di Papasidero, roccia che oggi si trova al Museo di Reggio Calabria.
(Grotta del Romito BOS PRIMIGENIUS GRAFFITO RUPESTRE, da internet)
DA LA VOCE REPUBBLICANA DI MERCOLEDI 15 FEBBRAIO 2012 UN’INTERESSATE INTERVISTA AL PROF. BRUNO SERGI, DOCENTE DI ECONOMIA INTERNAZIONALE PRESSO L’UNIVERSITA’ DI MESSINA PER LE VICENDE LEGATE AL PONTE SULLO STRETTO ECCO L’ARTICOLO DI V.R.
In data 28.2.12, alle ore 18,30, a Bova Marina, presso la Sede del circolo Jalò tu Vua, ha avuto luogo la celebrazione di un Trisaghion a cura di padre Daniele Castrizio, parroco Greco Ortodosso di Reggio, al fine di ricordare, nel 40° giorno della sua scomparsa Mimmo Fiorenza, cultore della lingua e delle tradizioni della Calabria greca, e socio dell’Associazione Jalò tu Vua.
da Gazzetta del Sud pubblicata da Sebastiano Stranges Ellesmere il giorno sabato 6 agosto 2011 alle ore 15.39 ·
ritrovamenti a testimonianza di presenza umana in epoca molto remota.
ANCHE PALIZZI SITO ARCHEOLOGICO
Scoperti manufatti litici sul Monte Gunì sulla dorsale nord a monte del centro abitato. Le affermazioni del ricercatore Sebastiano Stranges
Palizzi nuovo ed interessante sito archeologico Sembrerebbe proprio di sì, secondo le affermazioni di Sebastiano Stranges, ricercatore ed attento studioso del settore. Stranges, che vive a Palizzi e lavora a Reggio Calabria, è ispettore onorario del ministero dei Beni Culturali e ambientali, ha dedicato agli studi archeologici oltre un ventennio, durante il quale ha scoperto numerosi siti riguardanti il primo periodo degli insediamenti stabili umani. “Il territorio comunale – afferma Stranges – è un sito dove si nascondono, visti i risultati, tesori archeologici. Abbiamo già scoperto dei manufatti litici sul monte Gunì, a nord dell’abitato, sulla dorsale che porta verso il territorio montano di Palizzi e Pietrapennata. Il ritrovamento è importante perché attesta la presenza umana in un’epoca così remota, da considerare l’infanzia dell’umanità”. – Chiariamo cosa sono i manufatti litici… “Gli strumenti litici che abbiamo trovato a Gunì sono due chopper (asce) unifacciali, ottenuti per taglio di un ciottolo nella porzione mediale e successivi ritocchi sulla cresta del taglio. Alcuni strumenti, somiglianti ai chopper appena descritti, sono stati rovinati dall’uso dei mezzi meccanici per i lavoro agricoli”. – Non le appare paradossale che gli stessi mezzi agricoli, attraverso lavori di sbancamento, abbiano reso possibile non solo il ritrovamento di manufatti, ma anche l’individuazione di una zona d’alto interesse archeologico. “Vero. Lo sbancamento, denudando lo strato geologico, ci ha consentito l’importante ritrovamento; tuttavia ritengo che, sotto la collinetta sabbiosa che s’é formata in seguito a questi lavori, si celi gran parte dei manufatti. Alcuni di questi, e qui entriamo nel merito dell’importanza della scoperta, sono collocabili al paleolitico calabrese. La datazione più prossima, nell’attesa che eventuali approfondimenti stratigrafici consentano una maggiore precisione, è presumibilmente di 750 mila anni. I ritrovamenti di Palizzi testimoniano la presenza dell’uomo sin da paleolitico arcaico, consentendo così di retrodatare, per la provincia di Reggio Calabria, la presenza umana a 750 mila anni. La datazione è ancora incerta, poiché – precisa Stranges – solo scavi e approfondimenti scientifici, con l’ausilio di strumenti e tecniche moderne, potranno fornire la giusta datazione”. – Può dirci se nel territorio, esistono tracce più recenti del paleolitico? “Soltanto il periodo neolitico, che va tra l’ottavo e il quarto millennio a.C., di cui in ogni caso esistono testimonianze (ceramiche decorate con rombi, losanghe, ecc.), entriamo nella Palizzi greco-romana, la cui presenza è quanto mai significativa. Per oltre venti anni abbiamo vagliato il territorio, discriminando le ceramiche tra quelle locresi e quelle reggine o calcidesi. Il tutto – chiarisce il ricercatore – per stabilire il confine tra Reggio e Locri, che abbiamo individuato a cavallo della dorsale che, dal monte Agrillei, porta fino ai Piani d’Aspromonte. Tracce consistenti della presenza greca le hanno rivelate cuspidi bronzee di frecce, ceramiche attiche e corinzie di pregevole fattura, oltre ai resti di templi, cinte murarie, ecc..” – Grazie a queste scoperte ed a quelle che verranno, dal punto di vista turistico Palizzi potrebbe decollare in maniera definitiva? “Ormai da qualche tempo esiste il cosiddetto archeoturismo, in virtù del fatto che l’Italia è piena di siti da visitare. Per quanto riguarda Palizzi, in presenza accertata d’individuazione di zone archeologiche, dovrebbero subito scattare i meccanismi di protezione previsti dalla legge. Dopo questo necessario passaggio, la sinergia tra pubblico e privato potrebbe fare il resto e compiere il miracolo di trasformare Palizzi in un’oasi archeoturistica di importanza nazionale. Tutto concorrerebbe – rileva il ricercatore – ad avvalorare l’ipotesi di un’auspicabile “esplosione” turistica: il posto, l’escursione climatica e l’enorme interesse scientifico compongono una triade vincente, a patto che la sinergia di cui abbiamo già parlato funzioni”. Giova ricordare che, tutti i reperti fin qui ritrovati, sono custoditi nel Museo di Reggio Calabria, mentre le ricerche effettuate da Sebastiano Stranges sono state condotte con l’ausilio di Luigi Saccà, in stretta collaborazione con la Soprintendenza archeologica reggina.
Pietro Parisi
Melito di Porto Salvo, li 28.2.12
daniele dattola
Siccome ci troveremo spesso a trattare di servizi fotografici e altro che riguardano i luoghi dei monaci Basiliani a Bruzzano, Brancaleone etc. ritengo utile pubblicare questo lavoro, riferito ad una conferenza del 15.4.2005
In un preciso periodo detto dell’età grecanica e per lungo tempo dopo, fino al totale tramonto, nel secolo XVI (1500) i monaci italo-greci detti Basiliani dettero una grande impronta nell’introduzione del rito greco. Dei loro monasteri e dei loro meriti avremo modo di parlare. Fin dall’inizio del Secolo VIII dell’era cristiana, la Calabria, che conservava il nome di Bruzzia o Brezzia, era legata con vincoli saldi al Romano Pontefice, le chiese nello svolgimento liturgico usavano il rito latino, così come quasi in tutto l’Occidente. (v. Cotroneo e altri) Nella faraonica lotta tra Leone Isaurico, l’iconoclasta, distruttore delle Sacre immagini,
(da internet)
La Comunità Bizantina “San Cipriano di Reggio “, l’Associazione Ellenofona “Jalò tu Vuà”, l’Associazione ONLUS “Via Calabria” hanno ritenuto di divulgare una lettera indirizzata a Voi fratelli greci che vivete in Grecia, la lettera è stata firmata anche da chi ha sentito ed ha fatto sua questa questione, che pubblico qui di seguito:
Metto in evidenza, pure le azioni portate avanti dall’Associazione Culturale Apodiafazzi di Bova Marina, qualcuno mi dice Voi condividete una lettera a favore dei Greci nel momento in cui le cose ormai sono appianate, in quanto i Greci hanno avuto dalla Comunità europea il famoso prestito che li dovrebbe salvare dal punto di vista economico. La storia non sta esattamente così…i fratelli Greci sono stati spaventosamente vessati dalla comunità europea e veramente non si
sa come in effetti finirà in quanto il prezzo che debbono pagare è enorme.
Qualche sera fa, mi è arrivato da parte di una conoscente greca un messaggio che veramente mi ha scosso… colpito, è una professionista che ho apprezzato, non cito le sue generalità per protezione nei suoi confronti, ecco cosa ha scritto a me e a tanti altri amici. Il testo della lettera è questo:
SONO MOLTO TRISTE SOFFOCO…..NON CE LA FAREMO AMICI!!
ed ecco ora le foto allegate alla lettera che stanno a dimostrare lo stato drammatico in cui versa la Grecia oggi.
(SENZA PAROLE!!!)
( LA SCRITTA DICE:” NON DOBBIAMO VIVERE COME SCHIAVI!!!)
(IL MIO POPOLO … SOFFRE…!!! )
NOI IN QUESTO MOMENTO CI SENTIAMO VICINI E UNITI A VOI, SOFFRIAMO E SPERIAMO PER VOI. LA STORIA CI HA INSEGNATO CHE LA GRECIA, ANCHE SE SOFFRE AMARAMENTE, NON MORRA’ PERCHE’ LE SUE RADICI SONO PROFONDE.
VI HANNO COLPITO NELLA VOSTRA DIGNITA’ DI POPOLO, MA DOVETE REAGIRE…!!! FORZA E CORAGGIO.
Melito Porto Salvo, li 24.2.2012
daniele dattola
Il dr. Tito Squillaci mi ha inviato questo msg che divulgo:
Cari amici,
vi comunico che martedì 28 febbraio, alle ore 18,30, presso la sede del circolo Jalò tu Vua, sita a Bova Marina, via Traversa I
n. 24, nel quarantesimo della sua scomparsa, sarà ricordato Mimmo Fiorenza, cultore della lingua e delle tradizioni della
Calabria greca e amico fraterno di tutti noi.
Un Trisaghion sarà celebrato da padre Daniele Castrizio, parroco greco-ortodosso di Reggio. Sperando che possiate
partecipare invio cordiali saluti.
State kalà
Antonella Casile
Presidente Ismìa Greka Jalò tu Vua