Il Sito di Daniele Dattola

Daniele Dattola

COPPA ITALIA GIRONE A- AS MEDICI MELITO BATTE MEDICI NAPOLI 2 A 0

DSCF2892_450x600Si è svolta a Melito di P.S., Domenica 8 giugno 2014 alle ore 16.30, presso il locale campo sportivo S. Spinella, la partita di calcio di Coppa Italia Girone A, tra AS Medici Melito

 

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e Medici Napoli.

 

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La partita è stata vinta dai AS Medici Melito con il risultato di 2 a 0. I componenti della squadra Melitese Medici sono: Santo Logozzo, Sergio Maimone, Agostino Ventra, Gennaro Baldino, Antonio Nirta, Francesco Stelitano, Vittorio Criaco, Salvatore Alati, Antonio Spinelli, Domenico Paino. Dario Tuscano, Claudio Franzutti, Guido Zavettieri e Francesco Baccellieri.

I goal sono  arrivati durante il 2° tempo il primo è stato segnato da Nirta Antonio, il secondo da Consolo Pierluigi, questa vittoria permetterà alla Medici Melito l’entrata in final four, i prossimi avversari saranno quelli della squadra di Milano Brianza. Ecco alcune foto scattate durante la partita.

 

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(Fischio finale)

 

 

 

 

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il bravissimo dr. Francesco Baccellieri

 

 

Melito di Porto Salvo, li 8.6.2014

 

daniele dattola

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MARIANNA SAVRAMI UNA “GRANDE” DONNA GRECA

 

 

 

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In data 7.6.2014 alle ore 18.30, a RC presso i locali della chiesa Ortodossa S. Paolo dei Greci ha avuto luogo un interessantissimo incontro, organizzato dal Presidente del Circolo culturale “Apodiafazzi” Dr. Carmelo Giuseppe Nucera, con conversazione sul tema:”VALENZE ECONOMICHE DEI FLUSSI TURISTICI LEGATI ALLA FRUIZIONE DEI SITI ARCHEOLOGICI E DEI LUOGHI DELLA SPIRITUALITÀ, NEI TERRITORI DELLE COLONIE MAGNO GRECHE DELLA PROVINCIA DI REGGIO CALABRIA”.

 

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Il Dr. Carmelo Giuseppe Nucera ha introdotto l’architetto Marianna Savrami.

 

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La Savrami, nella giornata di ieri ha concluso nella Ns. Università Mediterranea, il dottorato di ricerca, dopo avere conseguito la laurea in Architettura presso l’Università di Genova. Ritornata dopo la Laurea in Grecia, questa donna che si presenta in  modo  umile e dolce, in Grecia dal 1994 ha assunto un lavoro importante presso il Ministero dei Beni Culturali e dopo presso la Soprintendenza Bizantina di Atene, oggi ricopre un’importante incarico nel settore Tecnico del Museo Numismatico di Atene, è membro dell’Eikonos greco con incarico di Tesoriere e si occupa della gestione del patrimonio archeologico ed è nel Comitato Scientifico internazionale dei paesi storici.

 

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Il Dr. Nucera ha fatto presente, dopo averla ringraziata, che dopo l’Università di Genova, Lei ha scelto per il dottorato RC in quanto sente, come noi lo sentiamo, un legame forte tra la Grecia e la Magna Grecia, tanto da aver favorito una serie di scambi e di gemellaggi con varie importanti associazioni culturali italo greche.

 

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L’architetto Marianna Savrami a conclusione del dottorato di ricerca presso l’ Università Mediterranea di Reggio Calabria, ha relazionato sulla sua idea progettuale, che nasce con l’intento di valorizzare i flussi turistici, legati alla fruizione dei luoghi di spiritualità, tipici dei territori della provincia di Reggio Calabria e del patrimonio archeologico delle colonie magno-greche.

 

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A conclusione del lavoro, nella quinta parte,  fa la tesi di un piano di valorizzazione delle risorse culturali delle Colonie Magno Greche della Provincia di RC e traccia vari itinerari:

 

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Il 1° itinerario è relativo alle colonie Magno greche ed include Crotone per le sue caratteristiche comuni al territorio reggino,

 

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in modo particolare viene messo in mostra il primo calcolatore, ritrovato in Grecia:” il meccanismo di Antikithira”,

 

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che rappresenta il primo calcolatore realizzato e progettato sui principi di Archimede Pitagorico, originario di Crotone. Antikithira è un’isola tra il Peloponneso e Creta, è un calcolatore meccanico databile tra il 650 o 100 a. C., delle dimensioni di 30 x 50 cm, si tratta di un sofisticato planetario, mosso da ruote dentate, che serviva per calcolare il sorgere del sole, le fasi lunari, i movimenti dei 5 pianeti allora conosciuti, gli equinozi, i giorni, i mesi, le date dei giochi olimpici.

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Oggi la macchina è conservata presso il Museo Archeologico Nazionale di Atene, più lo studiano, più sorprende, è uno dei più famosi e studiati reperti archeologici, che rappresenta da anni un vero e proprio rompicapo per la storia della scienza e della tecnologia, è stato trovato in una raccolta di frammenti di bronzo, ripescati nel 1900 da un gruppo di pescatori di spugne in un relitto datato intorno  al 65 a.C., vicino all’omonima isoletta greca. Le poche iscrizioni leggibili con nomi di costellazioni del sole, della luna, fecero capire da subito che i frammenti di quanto restava erano di una sorta di calendario astronomico, nel corso degli anni le analisi condotte da diversi studiosi portarono a pensare che si trattasse del primo meccanismo conosciuto basato su un sistema d’ingranaggi.

 

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Ora le ricerche pubblicate descrivono un meccanismo ancora più complesso, avanti nei tempi più di quanto si credesse, un vero e proprio computer, anti litteram, in grado di calcolare, rappresentando rapporti matematici di grande complessità, attraverso il rapporto tra il numero dei denti dei diversi ingranaggi, le principali variabili astronomiche. E’ un reperto forse il più importante negli ultimi secoli ritrovato. Non si può muovere in quanto molto fragile. Forse, con le opportune autorizzazioni, si potrebbe portare una copia in Italia.

 

 

 

2° Itinerario  Analisi del territorio delle minoranze linguistiche che in passato apparteneva a questa cultura e dell’Isola Ellenofona come territorio dove ancora oggi si parla l’idioma grecanico.

 

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3° Itinerario Sui beni naturalistici ambientali.

 

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4° Itinerario Valorizzare le risorse del rito Greco Bizantino che sono rappresentati dai luoghi di spiritualità, grotte, strade del culto etc.

 

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5° Itinerario Si fa riferimento alle feste religiose, come polo di attrazione turistica, qui la dr.ssa Savrami ha messo in evidenza, che la festa della varia di Palmi è diventata patrimonio dell’umanità, cioè un bene riconosciuto a livello mondiale.

 

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6° Itinerario Propone la valorizzazione di due prodotti tipici calabresi il bergamotto e il cedro.

 

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La Dr.ssa Savrami conclude dicendo  che solo utilizzando i tre elementi essenziali del passaggio culturale Il Bene, l’Uomo e l’Ambiente, come una realtà unica, si può arrivare allo sviluppo sostenibile di un sistema integrale di valorizzazione dell’ambiente.

 

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Durante gli interventi, Il Dr. Nucera Giuseppe Carmelo, Presidente Apodiafazzi,  ha sostenuto che al Museo Ceramico di Atene c’è una stele con epigrafe, realizzata dagli Ateniesi, per un reggino che perorò l’Alleanza in occasione dell’accordo   tra Reggio ed Atene. Il signore in questione si chiamava Sileno, figlio di Fobo, che andò ad Atene, dalla Reggio “giusta e gentile”, (siamo prima del IV° sec. a.C., ed Atene aveva questo giudizio della città di Reggio). Il Dr. Nucera continua dicendo che questa epigrafe dell’Alleanza, noi non ce l’abbiamo perché si trova al British Museum, così come tante opere della Grecia e Magna Grecia si trovano nei Musei di tutto il mondo, tranne che nei nostri Musei.

 

Alleanza Reggio Atene                                                                                              (foto da internet)

 

 

A Reggio è stata realizzata una pubblicazione dal Presidente Apodiafazzi Nucera e il Prof. Mosino, nella quale sono riportate le due epigrafi di Atene e del British Museum. Non potendo farci restituire la stele conservata nel Britsh Museum, ed essendo l’altra conservata nei depositi del Museo di Atene, il Dr. Nucera ha chiesto alla Savrami di interessarsi affinché l’epigrafe conservata  nei depositi del Museo di Atene sia riportata alla giusta luce  rinsaldando con la città di Atene questa antica amicizia. Inoltre, ha richiesto alla Savrami di metterci a conoscenza delle  monete coniate a Reggio e conservate nel Museo di Atene.

 

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Non possiamo che complimentarci con il Dr. Carmelo Giuseppe Nucera, Presidente del Circolo culturale “Apodiafazzi” e la Dr.ssa Savrami che ci hanno regalato una splendida serata culturale.

 

Reggio Calabria, li 7.6.2014

 

daniele dattola

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Melito P.S. Circolo Culturale Meli:”Ai tempi della città dei Tukki- La Vallata del Tuccio”

La valle del tuccio

il 2.4.2014 ho trattato questo argomento  nel mio sito, in questo link a cui vi rimando:

http://dattola.com/22424/melito-ai-tempi-della-citt-di-tukki-la-vallata-del-tuccio/

L’argomento è interessantissimo, non mi resta che ringraziare il Circolo Culturale “Meli” di Melito P.S., che come sempre in queste occasioni, dimostra sensibilità verso questi temi, ed ha organizzato con tempestività questo Convegno.

Melito di Porto Salvo, li 4.6.2014

daniele dattola

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R.C. Conversazione sul tema: “Valorizzazione Flussi Turistici con la Fruizione dei Siti Archeologici e dei Luoghi della Spiritualità, nei Territori delle Colonie Magno Greche della Provincia di RC”

 

 

 

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CIRCOLO CULTURALE

                                            Per la Difesa e la Valorizzazione della Lingua e Cultura Greco – Calabra

                                                                       BIBLIOTECA F. MOSINO – FILELLENO-BOVA

                                                                                CENTRO STUDI BRUNO CASILE

                                                                Via Vescovado 89033 Bova- Reggio Calabria – Italia

__________________________________________________________

www.apodiafazzi.it apodiafazzi@yahoo.it Fax 0030096545990 carmelogiusnucera@libero.it tel.00393483898988

___________________________________________________________________

Iscritto al Registro Regionale delle Associazioni della Provincia di Reggio Calabria art 6 LR 16/85 al N° 462

Decreto N° 5905 del 11.05.04

Iscritto all’Albo Regionale delle Associazioni e degli organismi di cui all’art. 13 della L.R. 15/03, al N° “04”

Gemellato dal 07/07/2012 con i Circoli Culturali: Thofilos e Anagnostirio di Agiassos, Mytilene, LESBO-GRECIA”

 

 

CON LA COLLABORAZIONE DELLA COMUNITA’ GRECA DI REGGIO CALABRIA

 

                                                                                            ORGANIZZA

 

                                                           a REGGIO CALABRIA SABATO 7 GIUGNO ORE 18,30

 

“Salone della Chiesa Ortodossa di San Paolo dei Greci Vico sant’Anna –Sbarre Centrali

 

UNA CONVERSAZIONE SUL TEMA: “VALENZE ECONOMICHE DEI FLUSSI TURISTICI LEGATI ALLA FRUIZIONE DEI SITI ARCHEOLOGICI E DEI LUOGHI DELLA SPIRITUALITÀ, NEI TERRITORI DELLE COLONIE MAGNO GRECHE DELLA PROVINCIA DI REGGIO CALABRIA”

 

L’arch. Marianna Savrami, a conclusione del dottorato di ricerca presso la Università Mediterranea di Reggio Calabria, relazionerà sulla sua idea progettuale, che nasce con l’intento di valorizzare i flussi turistici, legati alla fruizione dei luoghi di spiritualità, tipici dei territori della provincia di Reggio Calabria e del patrimonio archeologico delle colonie magno-greche.

Alla iniziativa partecipano i professori che hanno seguito il corso di studi.

 

                                                                   Carmelo Giuseppe Nucera Presidente Apodiafazzi

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KAULON

 

 

 

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In data 17.5.2014, dopo esserci recati, a visitare,  col Circolo culturale “Meli” di Melito P.S.,  il Monastero S. Giovanni Therestis e la grotta eremo S. Maria della Stella, nel pomeriggio abbiamo fatto un’escursione presso l’antica Kaulon,  situata nei pressi di Punta Stilo, nel Comune di Monasterace, città  fondata dagli Achei, che fu colonia della Magna Grecia. Al tempo di Strabone era deserta. L’odierna Caulonia è nota dall’anno Mille sino all’Unità d’Italia come Castelvetere.

L’ interpretazione sull’origine di Kaulon sono due, la prima, Strabone propende che la fondazione dipenda dagli Achei. La Seconda, più recente, è che Kaulon sia una colonia di Kroton.

La città limita a Sud col fiume Sagra, qui nel VI° sec. a.C. avvenne la famosa battaglia, nella quale Kaulon e Crotone furono sconfitti da Locri e Reggio, grazie all’intervento dei Dioscuri. Kaulon subì anche una dura sconfitta nel 389 a.C. a cura dei Lucani e di Dionisio I° di Siracusa che cedette il terreno agli alleati Locresi e deportò i suoi abitanti a Siracusa.

Fu nel VI° sec. A.C. dopo la sconfitta che subì Kaulon da parte dei Locresi che Kaulon iniziò a battere monete d’argento, quindi si ebbe un periodo di prosperità. Con l’egemonia dei romani sulla Magna Grecia perse d’importanza. Sono di questo periodo le “fattorie”, ville romane disseminate nel territorio.

L’attuale paese sorse nel periodo tardo romano ed era chiamato Castrum Vetus (Castelvetere), fu nel 1863 che Castelvetere fu chiamato Caulonia. Nel periodo Angioino fu feudo dei Scarano di Taranto e dei De Chevreuse. Dal 1331 al 1466, fu gestito dai Ruffo, conti di Catanzaro e marchesi di Crotone. Nel 1479 fino al 1526 dai Carafa, che lo ebbero fino all’eversione della feudalità nell’anno 1806.

L’antica città, è posta a Monasterace Marina, per essere più precisi attorno al faro di Punta Stilo.

 

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La cosa più importante è il tempio dorico (enorme) che si trova a 150 mt. dal mare, risalente al V° sec. A.C. formato da sei colonne difronte al mare e 14 sui lati. I tetti erano in marmo. Sempre nelle vicinanze, resti di un’abitazione, fortificazioni, torri etc. ; a 200mt. un santuario con terrecotte del VI° sec. A.C. . Una cittadella di importanza unica. Questo territorio eroso dal mare, nelle ultime mareggiate stava portando via anche parte del tempio,  all’occhio dei visitatori appare molto maltenuto (considerato i tempi e la crisi) ma è un posto che non si può fare a meno di visitare.

All’entrata ci ha fatto da guida l’archeologa Dr.ssa Minniti originaria di Placanica, bravissima, esperta e molto professionale. Per fare capire l’importanza dei luoghi, riporto quanto da Lei descritto, con grande professionalità e semplicità.

 

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(Incontro con la Dr.ssa Minniti –archeologa- davanti l’area museale di kaulon)

 

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Dopo essere partiti dall’area museale,

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arriviamo in una prima zona che la guida identifica come zona di S. Marco,

 

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perché oltre la ferrovia c’è una chiesa di origini bizantine, costruita sopra una stazione romana. Il primo sito è un’abitazione,

 

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qui gli esperti sono riusciti a effettuare gli scavi portando alla luce una stratificazione da dove si sono ricostruite le varie fasi di vita della città, la tardoarcaica, l’arcaica, la classica e l’ellenistica.

 

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Qui hanno recuperato i materiali più antichi in assoluto della colonia di Kaulonia che risalgono alla prima metà dell’VIII° sec. a.C. a dimostrazione che questa Colonia non è una sub colonia di Crotone, ma una Colonia primaria fondata dagli Achei, molto tempo prima in un periodo che si aggira tra i primi dell’VIII° e i primi decenni del VII° sec. a.C.

 

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I materiali del primo periodo Arcaico, sono pochi per diventare quelli dell’VIII° a.C. più abbondanti.

 

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La Colonizzazione greca non è avvenuta a caso, ma perché la zona era particolarmente appetibile, infatti nel comprensorio delle Serre e a Nord della Colonia, grazie al fiume Stilaro, In alcuni paesi Mongiana, etc. all’interno dello Stilaro, c’è una zona ricchissima di limonite, minerale da cui si ricava il ferro, era appetibile anche perché, i nostri boschi, avevano legname ricchissimi di resina,

 

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gli ateniesi arrivavano fin qui per rifornirsi di questo legname e costruire principalmente le navi, in quanto era un legno resistente all’acqua.

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Ci siamo recati, dopo, in un posto dove c’è un’area con un mosaico, di dimensione enorme, il più antico mai scoperto nell’Italia meridionale.

 

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Si tratta delle Terme dell’Antica Città di Caulonia, scoperte recentemente, si era capito subito che si trattava di Terme perché proprio dietro c’era una fornace per produrre calore,

 

 

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la dimensione dei mosaici e del locale era molto più grande di un’abitazione normale, c’erano intorno le panche, risale agli ultimi decenni del IV° sec. a.C. e ai primi decenni del III° a.C..

 

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Nella parte centrale come un tappeto, fatto da una specie di cassettoni, come se riflettessero la decorazione del tetto, tipo quelle delle chiese, come se avessero voluto fare riflettere il tetto nel pavimento.

 

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Intorno, da cornice alternati a coppie delfini e draghi, con il volto strano, sono dei mostri marini, perché avevano una funzione apotropaica, per farci capire meglio detto in calabrese, “contra u malocciu” ,

 

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un drago in particolare riprende esattamente il modello del drago della famosa casa del drago, rinvenuto qui aldilà della ferrovia, e che si trova oggi a Roma per il restauro, era in una stanza con una soglia molto simile a quello delle foto precedenti.

 

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Sul basamento di forma circolare c’era un enorme vaso di terracotta , insomma un locale sauna, quando sentivano troppo caldo si alzavano e si bagnavano con l’acqua del vaso.

 

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Proseguiamo la visita nel TEMPIO.

Il Tempio è stato individuato da Paolo Orsi.

 

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Nella tettoia hanno scoperto una vasca con tegole piane con nella parte bassa una serie di vasi bucati  quindi si tratta di una vasca rituale, qui gli studi sono condotti dall’università di Pisa che scava dal 1999 in collaborazione con la Scuola normale Superiore di Pisa .

 

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La gradinata che si vede permetteva ai fedeli di sedersi ed assistere ai sacrifici.

 

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Difronte verso il mare si è rinvenuto nel 1999, un altare risalente al VII° sec. a. C., probabilmente  relativo ad un tempio antecedente a questo del V° sec. a. C. e un altro grande altare che sta rischiando che il mare lo porti via, che si trova nella zona più a Nord, dove è vietato andarci per l’erosione del mare ma che di seguito vi mostro

 

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(Poveri versi miei buttati al vento!!!)

 

 

 

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Dove c’è un grosso masso circolare con all’interno un foro e un anello di ferro, venivano legati gli animali, poggiati con la testa e uccisi. In questo punto sono stati trovati, vari pugnali in bronzo, usati per questo culto.

 

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Sempre nell’area del tempio, l’Università di Pisa, ha scoperto una serie di cassette fatte con le tegole piane che non si sa precisamente a cosa servissero, forse all’interno c’erano delle piante sacre.

 

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L’area è piena di pietre conficcate nel terreno ”Cippi”, soprattutto al di fuori del tempio verso sud,

 

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quello che vedete all’interno è un capitello dorico, mentre quello che vediamo è un pezzo di colonna, un altro capitello si trova all’ingresso del comune di Monasterace Superiore.

 

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Ora la visita al Piccolo Museo, che data l’ora tarda abbiamo fatto con una certa fretta, quindi ritengo che la descrizione non sia molto esaustiva.

Ecco i reperti scoperti da Paolo Orsi al di fuori della cinta muraria della città all’inizio del 1900.

 

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Interessanti le vasche da bagno che erano collocate in una stanza adiacente alla stanza del mosaico, otto vasche messe a raggera, in cui si sedevano sul sedile e mettevano i piedi nella buca poggiando le braccia sul poggia braccia. Otto vasche in un bagno circolare ci fanno pensare ad un bagno pubblico.

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In questa vetrina ci sono gli ultimi rinvenimenti fatti nel tempio e alla necropoli tra i più importanti in assoluto perché l’elmo e l’altro pezzo sono di bronzo , sono ex voto e sono stati recuperati all’interno del tempio, sull’anno c’è una dedica dov’è scritto in greco “A ZEUS” il che vuol dire che il soldato che era tornato dalla guerra probabilmente, per avere avuto la vita risparmiata, ha donato parte della sua armatura alla divinità venerate nel tempio,

 

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attenzione il fatto che l’elmo sia dedicato a Zeus non vuol dire che si venerava nel tempio solo Zeus, infatti sono stati trovati altri frammenti con la dedica ad Afrodite Afr. E poi riutilizzata, con una dedica scritta con dialetto italico, probabilmente di Brezzi che era una popolazione succeduta ai Greci . Al centro una tabella scritta in dialetto Acheo unica nel suo genere per la lunghezza, e dopo degli specchi in bronzo realizzati in parte a Kaulon in parte in Grecia, rinvenuti nella Necropoli di Santa Croce trovata in un’area adiacente all’attuale cimitero.

 

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Notate il galletto che probabilmente risale al 5° sec. a.C. e quell’uomo che si vede nell’altro specchio su una tartaruga probabilmente è Achille, che si diceva aveva fatto un viaggio su una tartaruga.

 

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(La pece e la resina estratta dagli alberi che veniva usata per conservare gli alimenti negli otri)

 

 

 

 

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(pesi da telaio, rocchetti etc. di terracotta)

 

 

 

 

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Continuo a ringraziare la Dr.ssa Minniti esaustiva, brava e chiara, con l’invito a tutti quelli che non hanno mai visto questo posto di visitarlo, e il circolo Culturale “Meli” che grazie all’eccellente organizzazione ci permette di visitare questi posti ampliando le nostre conoscenze e ci permette  di far conoscere anche a tutti quelli che ci seguono la nostra storia del passato.

Questo è un posto che tutti dovrebbero visitare e che nasconde delle grandi sorprese. Quando questi scavi, attraverso fondi adeguati, saranno portati a compimento verranno alla luce, sicuramente, reperti straordinari.  Il primo intervento deve riguardare la protezione dalla violenza del mare. Non c’è più tempo, se non s’interviene subito, il mare porterà via buona parte di questo tempio, sembra che gli aiuti economici sono stati già stanziati, quindi ora è diventata una corsa contro il tempo.

Vi chiedo venia se mi sono dilungato oltremodo…ma l’argomento era interessante

 

Kaulon, li 17.5.2014

 

daniele dattola

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