Tutte le mattine alle 5 sento il canto del Muezin che prega e allora anch’io mi ricordo di pregare, è bello iniziare
così la giornata. Sento la voce, ma non ho ancora visto la moschea. A Freetown ne ho viste tante e anche sulla strada che ci ha portato a Pujehun. Oggi è domenica e se tutto è tranquillo forse pomeriggio possiamo fare una passeggiata e vedere il paese, finora ho visto solo il mercato, dove vado ogni tanto a comprare il pane e qualche uovo. Dall’Italia invece, non sento le voci, ma vedo i benefici effetti della preghiera. Dal 24 pomeriggio al 26 notte e giorno è stata una continua emergenza. Tanti bambini sono giunti in condizioni disperate, qualcuno non ce l’ha fatta, ma quelli che tornano a casa guariti sono un conforto. Olimpia il 26 giugno alle 21, 28 mi ha scritto: Stasera col coro di Lazzaro abbiamo deciso di donare ogni giorno 2 minuti del nostro tempo per i bambini della Sierra Leone: alle 20 di ogni giorno, ovunque saremo ciascuno dirà un Angelo di Dio per queste creature. E ancora tanti di voi mi scrivete e mi assicurate che pregate ogni giorno. Mi ha commosso tanto sentire la forza dell’amore che misteriosamente si dilata, attraversando quei ponti traballanti e insicuri, che siamo noi, per dirompere ed irrigare terreni da troppo tempo asciutti, perché dimenticati, con la freschezza e la forza necessaria per dare beneficio. Sono certa, ho risposto ad Olimpia, che il Signore che ha un cuore infinitamente più grande del nostro ascolterà queste invocazioni e spero che tanti si uniscano ancora a questa “raccolta” di preghiere per e in un “fondo” d’amore. Penso che l’Africa oggi abbia bisogno di questo, più che di raccolte di denaro e fondi economici. E per questa raccolta d’amore basta poco, lo può fare chiunque e dovunque, e nello stesso istante in cui si “versa” esso arriva. Come ho scritto di recente ad una cara amica: Ogni gesto verso l’amore sana dal male e, come in un unico corpo, porta sicuro beneficio a tutto il corpo. Non
importa se questo gesto sia fatto in Africa o in Europa, in un salotto o in una capanna, il bene o il male possono essere fatti qui o lì ed hanno lo stesso valore. Il bene si propaga e sana, il male infetta e uccide, dal piccolo al grande, dalle pareti di casa alla missione in Sierra Leone. Ora, non ci crederete, o meglio, proprio perché ci credete, da quella sera non ci sono più stati casi gravi (ce ne saranno ancora lo so…la nostra fede è fragile), e nessun bambino in questi quasi 3 giorni ci ha lasciato… forse è una risposta di cui avevamo bisogno per la nostra fragilità… eppure so, che nonostante questo, continuerò a vacillare ad allontanarmi a cadere, ma Tu Signore sei grande nella Misericordia.
1 luglio. Le grandi piogge sono iniziate, da qualche giorno piove di frequente e abbondantemente, soprattutto la notte. La situazione in ospedale, lasciatemi dire è (dopo quello che ho visto) miracolosamente tranquilla ed anche un lattante che era in serie condizioni sembra migliorare, ma soprattutto non ci sono stati decessi per la malaria cerebrale.
Tuttavia, amici, non abbassate la guardia, purtroppo altri problemi affliggono questa terra. Hanno già allestito la tenda per l’isolamento, qualora si presentasse qualche caso di Ebola e Tito, in questo momento, è ad una riunione con tutto il personale medico, paramedico, amministrativo, per discutere sulle precauzioni e soprattutto per trovare un ambiente isolato dove accogliere chi giunge in ospedale. Perché le visite di coloro che arrivano, per un qualsiasi motivo, grave o no, vengono fatte in una stanza di degenza, quindi a grave rischio di contagio generale (considerando, poi, che ogni bambino è accompagnato almeno da un parente…immaginate). Io sto disegnando le tabelle per indicare la strada ai motociclisti, che, da qualche settimana, vengono pagati dal CUAMM ogni qualvolta portano un bambino ammalato, questo per facilitare gli spostamenti e per venire incontro a chi non si può permettere di pagare e, a piedi, arriverebbe troppo tardi. Dovete sapere anche che in Sierra Leone ci sono tantissime motociclette (nelle altre nazioni africane abbiamo visto camminare tutti a piedi o tutt’al più in bici) e, al mio stupore, mi è stato spiegato che è così grazie ad una bella iniziativa del governo, che, finita la guerra, per riabilitare i “bambini soldato”, ha regalato loro una motocicletta e la licenza di “moto taxista”. E cosi è pieno di moto-taxisti, utilissimi. E tutti portano il casco, perché le multe sono salatissime.
In questo periodo comunicare con internet è difficilissimo, la linea cade continuamente e ritorna dopo svariati tentativi, spesso desistiamo. Il metodo migliore è WhatsApp, basta scrivere i messaggi, toccare invio e quando c’è la linea, anche se per pochi secondi, partono da soli. Che belle invenzioni!
Giorno 5 è stato il nostro 27° anniversario di matrimonio. Delia, per il messaggio d’auguri, si è buttata giù dal letto alle 7 del mattino (per chi la conosce sa cosa significa) e a seguire Mimmi e Maria Olimpia, che in nottata era rientrata a Cambridge dalla Svezia. Alle 17,30 poi, ci sono arrivati “6 secondi” di video con il meraviglioso sorriso di Mimmy, che sono certa diventeranno 6 ore in breve tempo. Tito è arrivato per pranzo quasi alle 3 del pomeriggio, io nel frattempo cucinavo per la sera e pregavo Dio che nessun bimbo se ne andasse, e grazie a Dio così è stato: 5 sono gravi, ma nessuno da allora ci ha lasciato. Abbiamo festeggiato a cena con Paolo, Chiara e Clara (Alessandro è rimasto a Freetown). Ognuno di loro ha dovuto portarsi il piatto e il bicchiere; il menù: gnoccone, patate al forno, frittatona, ananas e… salame di cioccolato… un successone! Stranamente tutto è venuto buonissimo, nonostante abbia dovuto modificare un po’ le ricette. Dopo cena avevamo
programmato di vedere un film insieme, ma erano tutti stanchi. Paolo e Chiara avevano avuto 2 cesari di notte e 2 di giorno, Clara in 3 giorni era dovuta andare a Freetown e tornare e Tito doveva passare a vedere i bambini, come fa ogni sera prima di andare a letto, ed era già tardi. Dopo aver lavato e sistemato tutto mi sono andata a coricare , non prima di aver riguardato i “6 secondi” e aver immaginato gli altri sorrisi lontani. Dopo poco è tornato Tito, il generatore era ormai spento, ho sentito i passi, ho visto la luce della torcia e poi, appena dentro, ho risentito dalla cucina i “6 secondi” e… abbiamo sognato i 3 sorrisi.
Kai Goma = Grazie a Dio.
Nunziella Squillaci
Auguri per il Vs. 27° anniversario di matrimonio, che il Signore vi benedica. Dalle tue parole potrei anche dire che Tito evidentemente sta mettendo in campo tutte le risorse e bagaglio culturale e scientifico che una vita di Pediatra presso l’Ospedale di Melito gli permette di mettere a disposizione per questa missione umanitaria. Auguri affinché, questa sofferenza da te documentata quasi giornalmente, possa nel tempo diminuire, e comunque per questo bisogna dire anche grazie a queste Associazioni ONG, Cuam per l’Africa e Unicef, senza di loro tutto questo non ci sarebbe. A Noi non rimane che pregare per Voi.
10.7.2014
d.dattola
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