Della storia di Bova mi sono già occupato perciò vi invito a leggere nel sito www.dattola.com l’argomento Luoghi: “BOVA”, che qui ripropongo:
Varie sono le teorie sulle origini di Bova; una cosa è certa Bova ha origini antichissime, si sa che il mare Jonio su cui si affaccia Bova, fa parte del Mediterraneo (mare in mezzo alla terra). Gli antichi popoli del mare, costituiti da razze diverse, provenienti da diversi continenti lo attraversarono, favorendo la nascita di antichi nuclei: Gli Opici, Ausoni, i Pelagi, gli Iberi, i Magnogreci, i Romani e cosi via. E’ inutile elencarli tutti, mi rifaccio alla storia scritta da un eminente cittadino di Bova tale Domenico Bertone Misiano, nato nel 1865, laureato in giurisprudenza, figlio di un farmacista, che nella sua opera “I popoli preistorici dell’Italia” scrisse che, molta influenza esercitò l’Egitto, già presente nel 3000 a.C. nel Mediterraneo. A causa dell’invasione dell’Egitto da parte di una tribù di Hycsos, due grandi tribù, di Butani del Basso Delta e Bink del Sudan emigrarono sulla costa jonica in un posto che fu chiamato Vuà (Bova), i Butani adoravano una grande divinità Vutò, che aveva la forma di toro e parlavano una lingua simile al greco arcaico.
Mentre in altri posti della Calabria si insediarono in questo stesso periodo altri popoli che furono detti Opici, in quanto il primo luogo che abitarono era detto Opicia ( Reseniti, Acri, Vudinoi, Driopi, Choni) e così via. Questi popoli di Butani e Bink si stanziarono nella vallata di S. Pasquale che divenne cosi un piccolo centro detto Scyli e dopo Delia, successivamente una regina greca, per evitare le incursioni sulle coste, si spostò all’interno nell’attuale perimetro del castello di Bova (Bova Superiore).
Per quanto detto sopra in questo territorio (Vallata di S. Pasquale) vi sono tracce di civiltà diverse che provenivano da varie parti del Mediterraneo e che scambiavano i prodotti delle loro lavorazioni.
E’ un posto ricco di storia e proprio per quanto detto sopra, nel primo tratto sono stati ritrovati importantissimi reperti che vanno dal neolitico, al periodo pregreco, al greco, al romano e al post-romano, fino ad arrivare ai giorni nostri.
per quanto riguarda il ritrovamento dei reperti del Neolitico, gli studi e le scoperte sono stati ampiamente divulgati dal Circolo Culturale Agorà attraverso numerosi Convegni.
Oggi visito questo territorio molto interessante dal punto di vista archeologico, la fiumara di S. Pasquale, arrivo, insieme ad altri amici, dopo aver attraversato il paese di Bova Marina o si può anche arrivare attraverso la Statale 106.
Si arriva nella zona degli scavi che sono posti al di sotto della sede stradale (la vecchia 106) è una zona veramente interessante dal punto di vista archeologico,
qui sono venuti alla luce reperti del periodo protostorico, questo territorio è stato sede di diversi insediamenti umani, durante gli scavi, di rinnovo della sede stradale SS 106, nel 1983 è stato trovato un insediamento ebraico, e in questo un basamento di una sinagoga del IV° secolo d.C., con un magnifico pavimento a mosaico.
Il luogo vista la posizione è stato vissuto anche dai Romani, qui passava la strada Appia-Traianea infatti è stato trovato un cippo miliario, simile ai due trovati a Melito di Porto Salvo, risalente all’imperatore Massenzio e dopo riutilizzato sotto Valentiniano, infatti il cippo è inciso due volte agli apici per cui una scritta e contraria all’altra. Una villa romana, alcune tombe e un acquedotto. In località Crimi anche altri reperti, e altri ancora verranno scoperti. Nella stessa zona insiste un piccolo museo interessantissimo ed importantissimo pieno di reperti delle varie epoche tra cui il pavimento della sinagoga e tanti altri che vanno dal neolitico all’età del ferro, materiali litici molto interessanti unitamente a quelli ceramici. E’ una Struttura notevole che ognuno di noi deve andare a visitare perché sono raccolti tutti i pezzi archeologici e ancora ce ne sono tantissimi da sistemare, frutto dei ritrovamenti dei vari scienziati e professori che si sono occupati degli scavi. Sia ben chiaro che le foto non possono sostituire la bellezza dei pezzi visti dal vivo, quindi informo le persone che visitano il sito dell’esistenza di questo materiale e rivolgo un invito a tutti di andare a visitare il Museo, faccio anche presente che è proibito pubblicare le foto e divulgarle in quanto va richiesta un’apposita autorizzazione, appunto per questo ho marcato le foto dei luoghi per evitare divulgazioni inopportune,
Continuo nell’attesa della pubblicazione delle foto, il lavoro relativo alla storia di questo territorio, andando per ordine:
Fino a poco tempo fa storici eminenti sostenevano che la nostra terra era relativamente recente e quindi anche i suoi abitanti.
Questa teoria oggi si è dimostrata notevolmente sorpassata, grazie agli studi condotti una ventina di anni fa da Sebastiano Stranges e Luigi Saccà che hanno trovato unitamente a dei volontari del museo archeologico di Reggio Calabria, numerosissimi siti, che vanno dal Paleolitico arcaico (un milione di anni fa) all’età del ferro (IIIV-IIV sec. A.C.), essi dimostrarono la presenza umana già nel neolitico, ritrovamenti che hanno smentito la storiografia fino a quel tempo esistente.
Gli studi di questi due eminenti ricercatori, sono stati e sono tuttora approfonditi da un famosissimo ed importante Prof., John Robb, dell’Università di Cambridge che aiutato da una equipe di scienziati provenienti dalle più importanti Università del mondo, a suo tempo collaborati anche da Elena Lattanzi ed Emilia Andronico soprintendenti ai beni Archeologici di Reggio Calabria, hanno usato tecniche particolari e modernissime, riuscendo a trovare dei siti neolitici di grande importanza, al fine di conoscere molte cose delle popolazioni antichissime e dei loro sistemi di vita. Circa 1000 sono i siti individuati, dimostrando che questa Area insieme a quella Mesopotamica è la più importante dal punto di vista Neolitico.Importante anche l’opera del famosissimo prof. Tinè paleoetnologo dell’Università di Genova , autore di “Bova Survey”.
Il prof. Robb attraverso i suoi studi ha dimostrato che la popolazione calabrese di allora era molto evoluta e che usava materiale stentinelliano, un materiale lavorato che si rifà a quello di Stentinello di Siracusa., essendo la nostra terra sul mare, vasti erano gli scambi della nostra popolazione con le altre di Sicilia, Africa etc.
Importanti anche i ritrovamenti di “Crimi” un tempio fatto in onore a Ercole e di Umbro, ricco di reperti, dove è stata trovata una fortificazione, costruita con doppi muri a secco e in determinati punti grandi muraglioni.
In data 5.4.11 è pervenuta l’autorizzazione a poter pubblicare n. 5 foto relative all’interno del museo , considerato il fine promozionale della mia iniziativa, e per non correre il rischio (giustamente) di disincentivare le visite al sito archeologico. In ogni caso sono io stesso a sostenere che il sito è di una importanza eccezionale per la nostra storia e quindi Vi invito a visitarlo perchè è interessantissimo. Ecco qui di seguito le 5 foto che ho scattato all’interno dell’area museale: (è ASSOLUTAMENTE PROIBITO RIPRODURRE LE STESSE SOTTO QUALSIASI FORMA)
I reperti vanno da una:
ETA’ PRE-PROTOSTORICA
CON REPERTI PROVENIENTI DASAN SALVATORE;
DA REPERTI PROVENIENTI DA LOC. MAZZA - CASTELLO;
DA REPERTI PROVENIENTI DA UMBRO:
ETA’ GRECA
REPERTI PROVENIENTI DA BOVA , SINAGOGA EBRAICA E TERRITORIO DELLA SINAGOGA;
Nella foto che segue il pavimento della Sinagoga, vicino la Sinagoga, in uno degli ambienti, vicini a questo pavimento è stato trovato un recipiente d’argilla con migliaia di monete che sicuramente erano offerte dai devoti, a monte della Sinagoga vi sono delle tombe, nello stesso posto s’intrecciano varie civiltà infatti accanto alla Sinagoga ebraica un poco più lontano vi sono i resti di antiche mura romane
ETA’ ROMANA
DA REPERTI PROVENIENTE DALL’AREA DELLA SINAGOGA S. PASQUALE
La costa Jonica era attraversata nel periodo Romano dalla strada Appia-Traianea, infatti a Melito di Porto Salvo sono stati trovati 2 cippi miliari, (che sono conservati al Museo di Reggio Calabria), mentre 1 è stato trovato nel territorio di San Pasquale risalente all’imperatore Massenzio e dopo riutilizzato sotto Valentiniano, il cippo per questo è inciso 2 volte agli apici, per cui una scritta è contraria all’altra.
Prima di finire questo giro all’interno dell’area museale della sinagoga, ho notato che molto ancora si deve fare, e sicuramente gli scavi produrranno nuove e importanti testimonianze.
Il periodo Neolitico in pratica termina con la venuta dei Greci Calcidesi che sbarcarono in questo territorio e nel territorio della costa jonica meridionale della Calabria e della Sicilia, pertanto non è vero che furono i greci Calcidesi che arrivarono e fondarono i centri che oggi conosciamo, è al contrario, i Greci Calcidesi appena arrivati trovarono dei centri ed una civiltà avanzatissima (L’Italica), successivamente si sono integrati con le popolazioni esistenti e crearono quindi la famosa “Magna Grecia”, dopo arrivarono i Romani etc. è chiara una cosa che ogni civiltà nuova ha sempre cercato di offuscare la precedente.
Continuando il giro all’interno di questa area notiamo che sotto una piccola tettoia vi sono degli strumenti vecchi della lavorazione del bergamotto e tanti e tanti altri attrezzi che sono la dimostrazione del tempo che fu. Chiedo e mi viene detto che quello è materiale venduto dalla famiglia Nesci al Comune di Bova per permettere di creare un’area museale con queste attrezzature agricole del passato.
Questa Terra è stata gestita nel periodo post-guerra dalla famiglia dei baroni Nesci, che hanno lasciato su questo territorio importanti testimonianze
Veniamo ai giorni nostri, continuo il viaggio lungo la fiumara ed arrivo in un agglomerato di case molto interessanti mi dicono appena acquistata da un imprenditore di Melito faccio delle foto queste case si presentano come un’isola,
posta nel mezzo di giardini, qui incontriamo il proprietario
luogo interessante, trattasi di un piccolo centro perché fornito di tutto, un vecchio mulino, le stalle, i patii,
mi accorgo mentre faccio le foto che ha dei muri molto grossi che la isolano verso l’esterno, nei muri delle feritoie, intuisco che vista la posizione vicino al mare, per evitare le incursioni dei Saraceni e di tutti quelli che potevano arrivare lì d’improvviso, i muri in pratica erano fortificati.
Continuo il viaggio lungo la fiumara ed ecco che a distanza noto un campanile mi dicono essere la chiesa dei baroni Nesci
nelle vicinanze una loro abitazione
ed un granaio che il Comune ha trasformato in un centro di documentazione per il patrimonio culturale e l’ebraismo nell’area grecanica.
La chiesa molto interessante dal punto di vista architettonico ha negli scantinati delle tombe dei Nesci, ma non potendo entrare non posso fare altro che fare qualche foto,
in pratica con i fondi POR il Comune di Bova ha creato un parco “Archeoderi”
comprendente:
L’Antiquarium (Museo);
Gli scavi archeologici;
Il centro di documentazione per il patrimonio culturale e l’ebraismo;
Il centro ristoro.
Continuo il viaggio verso l’interno percorrendo una strada tracciata lungo l’alveo del torrente, il paesaggio si presenta molto bello, ci sono giardini e alle spalle colline veramente splendide,
mi dicono che lungo questo percorso i baroni Nesci hanno costruito un canale sotterraneo che in alcuni punti è visibilissimo, che raccoglie le acque alla foce della fiumara e trasporta le stesse a valle in un lunghissimo percorso di vari chilometri.
ad un certo punto vedo una fontanella che attinge da questo canale ed addentrandomi fotografo il canale, che è di una dimensione tale da fare entrare gli uomini e percorrerlo per la pulizia.
E’ una grande opera perché questo canale è ricco di acqua anche d’estate e quindi permette di irrigare i fondi a valle vicino al mare. Continuiamo il viaggio ed arriviamo alla fine della vallata, che in questo punto si apre diventando molto larga,
qui vi è un grande giardino appartenente al Sig. Marcello Traclò che mi presentano, è una persona veramente accogliente che ci fa da guida in questo posto che oltre ad essere interessante è molto bello, sul lato sinistro, a ridosso della collina un incantevole palazzo che era dei Nesci,
all’interno del palazzo trovo una zona con le attrezzature usate per la lavorazione del bergamotto, naturalmente molto di esse sono state divelte e portate via.
Il palazzo in molte zone è diroccato.
Un’azienda quella del Sig. Traclò che si capisce è tenuta con sacrifici ed amore,
Lui stesso ci accompagna in un’altra zona dove c’è un antico mulino azionato dalle acque che arrivano direttamente dalle montagne, risalente al 1834.
Vista l’ora tarda il Sig. Marcello m’informa che in una parte più alta c’è una magnifica cascata e s’impegna alla prossima visita di farmi fotografare pertanto mi riservo di aggiungere le foto di questa bellissima cascata al più presto.
Io ritengo che i beni naturalistici, culturali e tradizionali di una terra sono patrimonio di tutti e devono essere fruiti da tutti liberamente, (fatta salva la loro integrità). Occorre dare a tutti la possibilità di ammirarli e conoscerli anche da casa ciò è quanto di più didattico e utile si possa creare per la divulgazione della cultura e della conoscenza di una terra. So di per certo che moltissimi disconoscono questo Museo di Bova Marina e per questo ho richiesto di avere la possibilità di una concessione per mostrare a tutti l’importanza di questo museo. OGGI MI SENTO DI DOVER RINGRAZIARE PUBBLICAMENTE LA SOPRINTENDENTE PER I BENI ARCHEOLOGICI DELLA CALABRIA DR.SSA SIMONETTA BONOMI PER L’AUTORIZZAZIONE CHE MI HA CONCESSO DI POTER PUBBLICARE QUALCHE FOTO ALL’INTERNO DEL MUSEO, LA SUA SENSIBILITA L’ HA PORTATA A CAPIRE PERFETTAMENTE LO SPIRITO CHE MI HA MOSSO NEL DESCRIVERE QUESTA TERRA E I SUOI TESORI.
15.03.2011 (aggiornato il 21.04.2011)
daniele dattola
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