Riflessioni sul COVID,
Sappiamo tutti che il nostro Ospedale zonale, di Melito P.S., serve l’intera area grecanica, ricomprendendo un territorio rivierasco bagnato dallo Jonio che arriva fino all’Aspromonte, con una rete viaria difficile quella pedemontana e montana. L’Ospedale serve una popolazione di circa 50.000 utenti e ricomprende i Comuni di Melito di Porto salvo, Bagaladi, Bova, Bova Marina, Brancaleone, Condofuri, Palizzi, Roccaforte del Greco, Roghudi, Chorio di Roghudi, San Lorenzo , Staiti, Montebello jonico, Fossato con i relativi Borghi. Il Più vicino Ospedale è quello Aziendale di Reggio Calabria ma le distanze sono notevoli specie dal paese montano più lontano. faccio un esempio Roccaforte del Greco è molto distante da Reggio Cal., ci vuole per raggiungerlo almeno 2 0re. Tutti gli utenti per fare ricorso all’Ospedale di Melito, si devono avvalere del proprio mezzo o dell’unica autombulanza in dotazione all’Ospedale.
L’Ospedale Zonale di Melito era nel passato fornito di tutti i servizi essenziali, previsti regolarmente nella Pianta Organica approvata dalla Regione Calabria.
Tutti gli Ospedali in Italia, a causa della politica dei Tagli alle spese, hanno subito depauperamenti delle dotazioni organiche, con chiusura delle UU.OO, per cui, negli ultimi dieci anni sono stati chiusi definitivamente almeno 175 Ospedali, gli altri rimasti in vita sono stati ridotti nelle Attrezzature e nei Servizi, grazie a provvedimenti insensati che puntavano solo a limitare le spese nella sanità. In effetti non è stato cosi, perché le spese nonostante i tagli sono sempre aumentate.
In questa situazione l’Ospedale di Melito pur essendo sopravvissuto si è ritrovato privo di servizi essenziali quali l’Ostetricia, il Punto Nascita, l’Ortopedia, la Pediatria etc. insomma ridotto, ai minimi termini.
Tutta l’utenza prima servita dall’Ospedale di zona si è riversata nell’Azienda Ospedaliera di Reggio Calabria “Riuniti”, che non essendo stata ampliata è stata sovraccaricata di utenze nuove. Cosa più giusta sarebbe stato, quella di creare una rete Ospedaliera con un Ospedale grande Aziendale “Riuniti” e Ospedali satellitari a servizio di esso quale Melito e Scilla.
Il 21 Febbraio 2020 si sono verificati i primi casi di Coronavirus detto in seguito Covid-19, che in Italia si sono sviluppati prima in Lombardia, nel Lodigiano e che man mano sono aumentati. Il contagio si è diffuso nel nostro paese, prima al Nord e dopo si è allargato verso altre Regioni.
Tutta l’Italia diventa zona protetta e viene attuato un decreto DPCM 9 marzo 2020, entrato in vigore il 10 marzo. L’11 marzo: l’Oms dichiara la pandemia. La regola diventa stare a casa, si può uscire solo per comprovate ragioni di necessità come per fare la spesa, per esigenze lavorative, per l’acquisto di farmaci o per altri motivi di salute. Tutto si presenta come in un’inaudita tragedia, giornalmente in Italia in modo specifico al nord, ci sono centinaia di morti, si raggiungono cifre indicibili di 800 morti al giorno.
Le Autorità sanitarie, hanno indicato il potenziamento di tutte le Strutture e la creazione di posti di Terapia intensiva e sub intensiva. In Calabria la nuova Presidente Regionale annuncia delle misure di potenziamento delle Strutture esistenti, infatti sono stati diramati delle notizie relative a un Decreto firmato e pubblicato in merito alla nuova emergenza sanitaria, con il quale venivano individuate tre zone Nord, Centro e Sud per creare posti letto di Terapia sub intensiva, infine nella riprogrammazione dei posti letto Area Sud Covid Hospital veniva precisato che all’Ospedale di Melito erano stati assegnati n. 31 posti letto dedicati covid.
Questa notizia era stata felicemente accolta dalla popolazione. In Ospedale a Melito, la città metropolitana, acquista e consegna con il Sindaco Falcomatà, n. 10 lettini elettrici da sala operatoria. Subito dopo si viene a sapere (si sparge la voce) che niente sarà realizzato. Viene quindi vanificata la richiesta di posti letto di Terapia intensiva dei Sindaci dell’Area Grecanica che autonomamente, cominciano una raccolta di fondi, tramite l’aiuto delle Associazioni, per cercare di realizzare qualcosa a favore della popolazione di questo territorio.
La mancanza totale di questi posti, nell’area Grecanica, in caso di aumento di tale patologia, si capisce creerà enormi problemi. Infatti i pazienti raggiunto l’ultimo stadio, a causa della difficoltà respiratoria, hanno bisogno per sopravvivere di essere intubati con terapia intensiva (rianimazione). Se i casi in Calabria aumentano come nel nord, i soli posti di rianimazione a RC non possono essere sufficienti per cui la gente morirà in casa, visto che non c’è possibilità né di trasporto (una sola autoambulanza non può bastare) né di poter essere trattati, tutti insieme. Anche se oggi, in effetti, ci sono terapie che permettono la vita, al contrario di prima.
Quindi l’emergenza vuole e richiede che siano attivati, in tutto il nostro territorio, posti di Terapia intensiva e sub intensiva, che diventano e sono indispensabili per tutta la popolazione.
Durante questa situazione, si viene a sapere il 31.3.2020, che la Banca d’Italia finanzia dei posti di terapia intensiva, del valore complessivo di 34 milioni di euro per contrastare il COVID-19,
con progetti concertati con l’Autorità sanitarie regionali attraverso la Rete Territoriale della Banca d’Italia, viene stabilito l’allestimento in Calabria di 75 posti di terapia intensiva , da destinare tutti all’Ospedale di Catanzaro, mentre nel nostro Territorio vengono annullati tutti i poliambulatori. (All. 3).
Tutto ciò gestito molto selvaggiamente va a discapito della maggior parte dei cittadini calabresi, e in modo particolare a quelli della zona grecanica, che si sentono giustamente discriminati. Ha ragione il giornalista Toscano quando afferma, che ci fanno sentire sudditi, aggiungo figli di un Dio minore.
E’ veramente Triste come la classe politica non comprende le ragioni fondamentali a tutela di un interesse primario qual’ è la Tutela della salute. Stiamo qua a fare chiacchere sul MES se dev’essere preso o meno dalla Comunità Europea per migliorare la qualità nella Sanità.
Questa di cui sopra è una semplicissima relazione e riflessione che feci ad un mio amico.
Eravamo alla fine della prima fase….sono dunque passati alcuni mesi e iniziano a Ottobre 2020 di nuovo infezioni da covid. Una seconda fase che si presenta più intensa, con meno morti ma che si è sviluppata in modo esponenziale. Avrebbero potuto durante questo periodo specialmente nella nostra Regione e in modo particolare nella Provincia di Reggio Calabria a creare in totale assenza, dei posti per la terapia sub intensiva, niente è stato fatto a danno tutto della nostra popolazione vedremo come finirà, speriamo che nel frattempo riescono a mettere in commercio un vaccino che riesca a frenare questa pandemia. La popolazione è stremata, non tanto per la pandemia, ma perché non si capisce come mai il Governo continua a non fare nulla, mentre hanno avuto tutto il tempo per realizzare dei posti letto adeguati alla necessità. Chiudere tutto significa distruggere l’economia, creare servizi essenziali per tenere sotto controllo la pandemia e i cittadini tranquilli, sarebbe stata l’unica arma per l’attuale Governo, invece di impoverire un poco tutti gli imprenditori.
Melito di P.S. li 25.10.20
daniele dattola