Ricevo dal Prof. Domenico Zavettieri la lettera di replica che di seguito pubblico:
LE ELUCUBRAZIONI NOTTURNE DEL DOTTOR SQUILLACI GIOVANNI
In questi giorni è apparsa su diversi siti una nota del dott. Giovanni Squillaci di commento all’articolo del giornalista Lucio Musolino, pubblicato sul Corriere della Calabria, in data 12 aprile 2012, dal titolo “Quando la ndrangheta infesta il palazzo”. In tale nota, il dott. Squillaci sostiene una tesi assai ardita, sostiene cioè che il giornalista Musolino con un’operazione “squallida”, utilizzando l’indagine della magistratura “BELLU LAVURU”, elimina del tutto i nomi degli amministratori di quel periodo, indicati a chiare lettere dai magistrati come i diretti responsabili delle collusioni (Zavettieri Domenico, ex sindaco e Vincenzo Rosario Crupi, ex assessore al bilancio) e vi inserisce i nomi degli amministratori che sono succeduti dopo il 2008”. Cari lettori, come definireste voi le elucubrazioni mentali del dott. Squillaci, se non farneticazioni notturne? Nel tentativo di allontanare da sé l’onta di aver fatto sciogliere il consiglio comunale per infiltrazioni mafiose, dimentica che il Prefetto ha nominato la commissione di accesso agli atti amministrativi il 10 agosto 2011 per monitorare l’attività dell’Amministrazione, uscita dalle elezioni del 13 e 14 aprile 2008. La Commissione d’indagine ha preso in esame gli atti amministrativi dal 2008 in poi e non quelli del periodo precedente. E nel decreto di scioglimento si afferma che “il Prefetto di Reggio Calabria………….. ha formulato la relativa proposta per aver riscontrato concreti, univoci e rilevanti elementi su collegamenti diretti e indiretti degli amministratori dell’ente con la criminalità organizzata locale e su forme di condizionamenti degli stessi”. E più oltre aggiunge che il sindaco, è “risultato eletto alle consultazioni del 2008, con grave compromissione del contesto elettorale dovuta alla capacità pervasiva della criminalità organizzata che ne ha influenzato gli esiti”. Gli atti amministrativi sottoposti ad indagine riguardano esclusivamente l’attività della gestione della Giunta Squillaci. Quindi, alla luce delle affermazioni contenute nel decreto del Presidente della Repubblica, la ricostruzione delle vicende amministrative fatta dal dott. Squillaci diventa semplicemente un’operazione di pura fantasia. Se vogliamo rapidamente rivisitare l’indagine “Bellu lavuru”, constatiamo che c’è qualche intercettazione che riguarda anche l’ex sindaco Zavettieri , ma si tratta di intercettazioni di nessun rilievo penale: in una, con una battuta scherzosa il dott. Squillaci viene definito “nu carrialandi”, in un’altra si afferma che il sindaco Zavettieri è stato “compiacente” con le ditte D’Aguì Terenzio e Dieni Pasquale. Ma questa presunta compiacenza è stata smentita dall’ex sindaco Zavettieri con una nota pubblicata, il 24 giugno 2008, su “Calabria Ora”, nella quale si precisava che alla ditta D’Aguì Terenzio era stato contestato il lavoro della via Marina, non eseguito a regola d’arte, con lettera indirizzata anche al Direttore dei Lavori, Ing. Borrello e al Responsabile del Procedimento, Geom. Mauro, che la Ditta Dieni Pasquale aveva eseguito i lavori aggiudicati con regolare gara d’appalto, secondo regole di trasparenza e legalità. Nessuna collusione e nessun condizionamento esterno all’attività amministrativa della Giunta Zavettieri. La verità è che il dott. Squillaci ha perso i buoi e va cercando le corna. E cerca di arrampicarsi sugli specchi , tentando un’operazione di ribaltamento delle responsabilità. Questa sì , un’operazione squallida. Anziché tentare di scaricare su altri responsabilità che sono sue e della sua giunta, farebbe meglio a riflettere sui danni che la sua avventura politica ha procurato al paese. Se non fosse accecato dalla sua megalomania e fosse dotato di un po’ di umiltà, riconoscerebbe di essere responsabile del disastro del Lungomare per non avere realizzato le opere di difesa costiera, finanziate da più di tre anni con due milioni di euro, riconoscerebbe di essere responsabile della mancata realizzazione del centro AISM per non avere esercitato i poteri di vigilanza e di controllo che rientravano nei suoi compiti. Ma, pretendiamo troppo dal dott. Squillaci. Atti di umiltà non fanno parte del suo stile. Il suo stile è improntato alla massima: Se un mio amico è anche amico di un mio nemico, diventa automaticamente mio nemico.
BOVA MARINA, 26.04.2012
Domenico Zavettieri
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