Nell’ambito della settimana della cultura, si è svolto a Melito di Porto Salvo il 22 aprile 2012, alle ore 10,30 presso la Sala convegni dell’ex Mercato Coperto un incontro che ha avuto come tema “LA GINESTRA E I SUOI DERIVATI” Organizzato dal GAL Area Grecanica.
Erano presenti in rappresentanza del Comune di Melito P.S., l’Assessore Giuseppe Latella, che ha introdotto i lavori,
I Sindaci dei Comuni di Roghudi e di Palizzi
il Direttore del GAL area Grecanica Dr. Andrea Giovanni Leo Casile,
che ha ringraziato il Comune di Melito P.S. ospitante questo evento, nella settimana della Cultura, e quale Direttore del GAL Area Grecanica ha relazionato sulle difficoltà che incontrano le imprese nel nostro territorio, per cui attraverso le sinergie dei Comuni si dovrebbe creare una rete di imprese, ha sostenuto che occorre riaprire i termini del bando del GAL, ma anche questo non basta, Casile ha sostenuto che va cambiato il modo di pensare e che i Comuni devono lanciare le opportunità di sviluppo attraverso i PIL. Ha introdotto questa novità del progetto sperimentale in corso che parte dall’arbusto della ginestra, ha sostenuto che nel futuro l’utilizzo della ginestra può creare nuove opportunità di lavoro e di economia del territorio, visto che questo arbusto cresce da noi spontaneamente.
Il progetto è curato studiato e portato avanti nel Dipartimento di Chimica dell’Università della Calabria dal Prof. Giuseppe Chidichimo, presente in aula .
Subito dopo è intervenuto il Prof. Pasquale Faenza, Conservatore Beni Culturali, che ha trattato del patrimonio culturale dei Greci di Calabria.
Il Prof. Chidichimo ha prima fatto un excursus sulla ginestra (Spartium junceum, ginestra odorosa della famiglia delle faboideae) noto arbusto delle nostre campagne, sempreverde che raggiunge altezze tra i 4-5 mt., con i suoi rami caratteristici dal nome di giunchi. Pianta con pochissime foglie caduche, i fiori gialli hanno un profumo caratteristico, il frutto è un legume con molti semi ovali, le radici profonde.
Cresce in terreni aridi nei pendii nelle scarpate in grande abbondanza da 1000 mt in su del livello del mare. La fioritura avviene da Maggio ad agosto.
Dai fiori di ginestra si ricava un olio usato dalle industrie di profumeria. Anticamente si ricavava dai rami la fibra che veniva usata per la fabbricazione di tessuti, cordami, filati, mentre i rami venivano utilizzati in agricoltura per legare le piante. Il Prof. Chidichimo ha posto l’accento sulla resistenza della pianta le cui radici raggiungono una profondità notevole 4-5 mt e quindi un’ottima pianta per evitare le piccole frane del terreno.
Il taglio non la danneggia proprio per le radici profonde e può essere tagliata per 30 anni di seguito. Anticamente le donne di primo mattino nei mesi di luglio agosto si recavano a raccogliere i rametti di ginestra in mazzetti di 20-30 cm. che poi riunivano formando dei fasci di 10kg.
Questi rametti venivano bolliti in caldaie di rame, girando ogni tanto gli stessi per 4 – 8 ore. Tolti dalle caldaie venivano lasciati raffreddare e dopo immessi con un peso (Pietre) nell’acqua della fiumara e lasciati lì per circa 8 giorni, in questo modo la fibra contenuta nei rami si ammorbidiva e si staccava molto facilmente. Dopo gli 8 giorni di ammollo i rami venivano trattati con la sabbia del fiume per togliere la viscosità che si formava per i microrganismi presenti nell’acqua. Dopo il trattamento con la sabbia i rami venivano di nuovo lavati con l’acqua per pulirli dalla sabbia, per cui i rametti si scorticavano e si otteneva cosi una fibra grezza che si chiama rama nuda.
Ottenuta la rama nuda i rametti venivano posti su pietre grosse e battuti con una mazza di legno per dividere i fasci fibrosi dal tessuto corticale, venivano dunque risciacquati più volte e messi ad asciugare fino ad ottenere un prodotto tipo lanoso chiamato stoppa.
Questa stoppa a sua volta veniva ancora battuta e aperta con un coltello fino ad ottenere la parte tenera della fibra che serviva a produrre, in quanto rustica, teli e sacchi.
La successiva lavorazione avveniva all’interno delle case, con un apparecchietto di legno con dei chiodi la stoppa veniva allungata messa una sull’altra per formare l’ordito e dopo cardata il prodotto che rimaneva tra i denti invece veniva utilizzato quale filo per la trama. Il filo prodotto veniva attorcigliato e lavorato col fuso dopo immesso nel telaio per ottenere i prodotti finali coperte, tovaglie, maglie interne etc.
Il Prof. Chidichimo ha continuato dicendo che durante il governo Mussolini i chimici del tempo alla lavorazione casalinga contrapposero la macerazione con la potassa che sfibrava i rametti…Oggi la produzione industriale sta ricercando queste fibre ed è stata proprio la FIAT a richiedere all’Università di Cosenza, le fibre ricavate dalla ginestra per essere utilizzate insieme ad altri componenti negli sportelli delle automobili….ed ecco che è partito il progetto, il Prof. Chidichimo ha dichiarato che con le ricerche ormai sono a buon punto che dalla ginestra si ricavano molti prodotti e li ha elencati
La stoppa addirittura viene usata oltre che per l’abbigliamento è usata per costruire le barche; i pannelli fatti utilizzando i rametti mischiati con materiale collante, diventano impermeabili e vengono usati nei tetti e in tante altre combinazioni dell’edilizia etc.
Quanto prima, nell’arco di qualche mese, sarà perfezionata una macchina che consentirà di lavorare la ginestra in grossi quantitativi. Tutto questo perché per ottenere un certo quantitativo di fibre occorre lavorare enormi quantità di ginestra.
Il Dr. Nucera Carmelo, Presidente Circolo di Cultura Greca Apodiafazzi- Già Sindaco di Bova è intervenuto dicendo:
“L’utilizzo della fibra della ginestra in Area Calabrogreca è nota fin dall’antichità. L’ etimologia della parola greca “spartos” conferma la tradizionale utilizzazione della fibra nella produzione di abiti, coperte, la stessa dote alle figlie delle famiglie povere, veniva realizzata con la ginestra) , stuoie, corde, e manufatti vari.
In epoca di autarchia fascista nella zona di Bova ebbe un grande impulso, tanto che sui campi nella contrada “Vardari” venne realizzato un impianto con la installazione di grande caldaie per la bollitura dei mazzetti di rami di ginestra tagliati con forbici e roncole nei mesi giugno, luglio, agosto e dopo la bollitura con aggiunta di ceneri veniva lasciata a macerare per otto giorni nella fiumara, ciò al fine di eliminare la corteccia attraverso la battitura e la strofinatura a mano nella sabbia. Ultimate queste operazioni si separava il materiale tessile dal materiale legnoso ed il tessile dopo la cardatura veniva sbiancato con lavature in acqua corrente sempre con l’aggiunta di cenere e successivamente filato.
Nel 1991/92 durante la mia sindacatura a Bova è stata organizzata una grande mostra di tessuti realizzati al telaio con la ginestra.
Vennero esposti una serie di coperte colorate con colori naturali e dai disegni di origine greca e bizantina, nonché vestiario, abiti di uomo e donna, indumenti intimi, mutandoni per uomo, canottiere, camicioni per il bagno delle donne ecc. bisacce per l’asino, beretti e “pezze” per il viso e tanto altro. La mostra richiamò l’interesse della stampa e di molte imprese del tessile che sollecitarono l’invio di prodotti realizzati a Bova ed alcuni di essi sono esposti in tanti musei.
Nel 2000 la Commissione Europea stanziò 15 miliardi per il progetto Ecocomp ed una parte influente la svolse la Facoltà di Scienza dei materiali dell’Univ. di Terni nonché alcuni centri di ricerca di grande imprese aerospaziali e automobilistiche compresa la Fiat , interessati alla resistenza delle plastiche ed ai materiali per i rivestimenti-
In questa occasione l’area calabro greca non fu interessata all’avvio della sperimentazione.
Di quella sperimentazione noi non abbiamo avuto alcuna informazione.
Negli anni successivi partirono altre sperimentazioni e vennero impegnati altri finanziamenti pubblici e neanche in questa occasione l’area calabro greca venne interessata all’iniziativa, nonostante tramite l’Univ. Mediterranea, facoltà di Agraria furono tentati alcuni infruttuosi approcci.
Successivamente si è venuti a conoscenza di una ricerca avviata dalla Regione Calabria-Arssa e Società Artes e poi nel 2006 l’avvio di altra ricerca del Miur affidata all’Unv. della Calabria con una dotazione finanziaria di 2,5 miliardi di Euro.
Nel 2007 in occasione dei trent’anni della fondazione del Circolo Apodiafazzi tra le altre iniziative è stata riproposta la Mostra sui manufatti di ginestra e un breve documentario sulle fasi di lavorazione della ginestra. Alla conferenza parteciparono imprese tra queste Artes e piccole cooperative tessili che lamentavano la mancanza di filato o l’accesso costoso per l’arcaico sistema di produzione a fronte di una discreta richiesta dei prodotti artigianali con il filo di ginestra.
Lo stesso problema venne sollevato con forza dalla Coop. To Argalìo di Bova Marina che produce “To Rucho”= panno per pulire il viso; ei “ I Sciambèrga”= camicia/casacca per il bagno/doccia.
A parere del sottoscritto vi è stata una grave sottovalutazione a non coinvolgere i territori che nel corso dei secoli avevano lavorato e tratto giovamento dalla ginestra così come grave è stata l’assenza di coordinamento tra quanti si sono cimentati nella ricerca. Noi non siamo interessati a chi arriva prima. ( in modo particolare quando ai nastri di partenza sono magari solo i calabresi). Siamo interessati a riprendere la LAVORAZIONE DELLA FILIERA DELLA GINESTRA che è un’importante fibra naturale e proprio nel 2009 L’ONU ha riconosciuto l’esigenza di proclamare l’anno internazionale delle fibre naturali. Siamo interessati alla sua trasformazione con metodi naturali in modo da mantenere un prodotto naturale.
In area calabro greca si usa dire che la ginestra è come il maiale, non si butta niente. Noi di questo siamo convinti e chiediamo con forza di essere parte del progetto, di avere un ruolo nella filiera, di completare la ricerca passando in tempi certi alla produzione, di conoscere l’iter al fine di mantenere una fibra ecologica a costi competitivi. Di come sin da subito si possa allargare la produzione anche attraverso piani di potatura da parte della forestale e dei consorzi della ginestra spontanea, della possibilità o della incentivazione della semina in aree degradate ed incolte. Tutto ciò va programmato per tempo al fine di non tenere ferme le macchine per assenza di materia prima. La raccolta della stessa materia prima va programmata, verificando mezzi , personale e costi necessari.
Il prof Chidichimo ci propone di incontrarci in autunno per l’avvio della produzione con il macchinario e la tecnologia in fase di sperimentazione, vorremmo che il professore tenesse conto del nostro interesse e ci coinvolgesse come area giacché rappresentiamo una delle tante memorie storiche di questa attività e ci piacerebbe che quanto è necessario possa essere programmato di pari passo con la sperimentazione”..
Il Prof. Chidichimo
si è trovato favorevole a questa proposta e ha detto che appena pronta la Macchina di produzione saranno fatti altri incontri con le nostre imprese locali per creare e utilizzare impianti nostri sul nostro territorio.
Alla fine dell’incontro un aperitivo con prodotti tipici dell’enogastronomia locale.
Melito di Porto salvo, li 24.4.2012
daniele dattola
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