dedicato a Ciccio Gurnari…
A gentile richiesta di Ciccio Gurnari e di tanti altri amici che si ricordano di questo episodio della nostra vita, inserisco questo lavoro, le cui fotografie non sono splendide in quanto tratte da un filmino ma servono a dare l’idea, diciamo che è una parentesi che serve a dimostrare il nostro amore verso il mare.
Eravamo giovani, era il tempo in cui non c’era tutto, come oggi, ma ci accontentavamo, mio fratello Giuseppe era studente universitario in Medicina, gli venne l’idea di costruire un cabinato a vela, iniziò la costruzione dell’ossatura dell’imbarcazione sul nostro tetto di casa,
cosa che avvenne regolarmente, naturalmente io lo seguivo in tutte le sue idee…e progetti…costruimmo l’ossatura in legno e dopo per evitare pesi eccesivi scendemmo, lo scheletro della barca al piano terra…
in uno spazio posto accanto casa, ecco le foto
Il lavoro lo continuammo li, curvatura delle tavole con il fuoco, copertura dell’ossatura di legno, con un compensato marino, uso di una colla particolare adatta al mare “CIBA” etc. e tanta tanta passione ecco altre foto.
alla fine concludemmo il lavoro che fu abbastanza celere, in un paio di mesi…
ultimato lo scafo il problema fu di trasportare questa imbarcazione a mare, Vi posso assicurare che non fu un giochetto da niente,
(livellamento terreno prima della partenza)
(Brindisi prima della partenza, casa Mafrici)
aiutati da tanti amici lo potete vedere nelle foto infine ci riuscimmo di portarlo a mare,
(verso il mare) (nelle vicinanze di Porto Salvo)
(nel passaggio a livello) (P.zza Porto Salvo, qualcuno invece di spingere si fa trainare)
si fecero ulteriori preparativi prima del varo, tante prove vele etc. e poi alla fine ci fu l’inaugurazione.
Madrina dell’evento fu la Sig.ra Bice Alati moglie del Generale Alati, una donna dolcissima, l’intervento del parroco Don Calarco
(la madrina in verde) (Don Calarco, il Generale Alati, Geom Namia)
il socio di mio fratello nonché collega di università Dr. Marino di Motticella di Bruzzano e tanti tanti amici,
cerimonia,
(prima del varo) (rito religioso)
benedizione della barca, rottura della bottiglia contro la fiancata ed infine varo.
(Benedizione dell’imbarcazione)
(rottura della bottiglia sulla fiancata) (varo)
Era una bellissima barca, ma il non esserci il porto ci comportava enormi sacrifici quando si doveva varare e dopo tirare ma la soddisfazione fu grande.
Insomma un episodio che si ricorda con piacere, non l’avrei inserito ma me lo hanno richiesto in molti e lo dedico a loro.
L’ALBATROS.
E DOPO NE COSTRUIMMO UN’ALTRA!!! un bel gozzo in vetroresina!!!
Melito di Porto Salvo, li 14.2.2012
daniele dattola
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