Il Sito di Daniele Dattola

21.3.12 RC “ZALEUCO LOCRESE – LA LEGGE E’ UGUALE PER TUTTI”, PRESENTAZIONE DEL VOLUME DELL’AVV. GIUSEPPE PELLEGRINO.

 

 

Presso la libreria “Culture” di Reggio Calabria, Mercoledi 21.3.2012, ha avuto luogo la presentazione del libro:”ZALEUCO LOCRESE – LA LEGGE E’ UGUALE PER TUTTI” ed. Pangallo libro scritto dall’avv. Giuseppe Pellegrino.

 

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L’evento è stato sponsorizzato dal circolo culturale “Apodiafazzi” e presentato dal Dr. Carmelo Giuseppe Nucera,

 

 

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che ha introdotto, L’Autore avv. Giuseppe Pellegrino non nuovo a queste pubblicazioni , infatti lo stesso ha già pubblicato altre due opere:”Iaphet” romanzo storico ed altre cose, sulle vicende di Locri Epizefiri, dalla morte di Zaleuco alla battaglia della Sagra; e “Socji Navales” sulla decadenza politica, economica, e morale di Locri Epizefiri.

 

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L’avv.ssa Angela Minniti , Dirigente Amm.vo presso Asp 11 di Reggio Calabria;

 

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Il Prof. Giovanni D’amico, Ordinario di Diritto Privato;

 

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e il Prof. Vincenzo Nico D’Ascola Ordinario di Diritto Penale entrambi dell’Università  Mediterranea di Reggio Calabria.

 

 

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Tutti gli interventi, interessantissimi si sono incentrati su Zaleuco,, sulle sue Leggi  alcune rapportate al mondo odierno.

 

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Chi era Zaleuco qui riporto uno spunto tratto da internet:

Zaleuco, nativo della colonia di Locri Epizefiri, fu senza dubbio il primo legislatore del mondo occidentale, ed Eusebio lo colloca cronologicamente tra il 663 ed il 662 a.C.

La sua vita ormai è mito, la sua storia è diventata leggenda, addirittura si è negata l’esistenza di Zaleuco tanto che nel corso dei secoli si e giunti anche ad affermare (Timeo fu sostenitore di questa tesi) che, nonostante la certezza dell’origine locrese del primo codice di leggi scritte occidentali, egli non sia mai esistito.

 

 

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veniamo ora alla sua raccolta di leggi.

Il suo codice, ammirato da tutto il mondo greco è importante perché per la prima volta, le leggi venivano scritte e quindi venivano sottratte all’arbitrario uso che ne facevano i giudici nei tempi antichi; e questa novità viene sottolineata da Strabone il quale affermava che “mentre prima si affidava ai giudici il compito di determinare la pena per ciascun delitto, Zaleuco la determinò nelle Leggi stesse”. La pena quindi doveva essere uguale per tutti ed a tutti nota.

 

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Queste Leggi non si sono conservate fino ai  giorni nostri, ed oggi conosciamo alcune in quanto  tramandate,  in opere di autori antichi quali Cicerone, Polibio, Strobio etc.

Sono Leggi molto rigide, che essendo state emanate più di 25 secoli fa e per quei tempi erano leggi “moderne”  in alcuni casi (vedi il divieto di possedere schiavi), precorrevano i tempi di molti secoli;

La natura fortemente conservatrice di tali leggi permise alla citta di Locri Epizefiri di prosperare a lungo ed esse vennero rispettate anche nei secoli successivi alla morte del loro ideatore: Zaleuco, il primo legislatore occidentale.

 

 

 

 

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Locri Epizefiri fu famosa nell’antichità per la particolare usanza che conferiva validità alla discendenza per linea materna e per essere stata la prima città nel 660 a.C a dotarsi di un codice di leggi scritte, attribuito al mitico legislatore Zaleuco che per ogni delitto prescriveva pene specifiche superando così la discrezionalità nelle sentenze dei giudici, spesso fonte di discordie sociali.

 

 

 

 

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Le sue prime radici storiche nella civiltà di Locri e nella Magna Grecia, dove già sei secoli prima di Cristo Zaleuco codificava le leggi (“La più alta Giustizia governa Locri Epizefiri…” Pindaro – Olimpiche X, 17-18; ”Si ritiene che i Locresi siano stati i primi a far uso di leggi scritte…” Strabone, Geografia VI, 259 8), la terra dove Timeo si elevava tanto nella filosofia e nel buon governo da essere citato da Platone nonché nel Paradiso da Dante Alighieri, la terra della poetessa Nosside e del poeta Senocrito, già tra il IV e V secolo prima di Cristo.

 

LE LEGGI di Zaleuco Locrese

(I 14 frammenti del Corpus giunti sino ai nostri giorni)

 

  1. A NESSUNO E’ PERMESSO ALIENARE IL PROPRIO PATRIMONIO, A MENO CHE NON GLI SIA ACCADUTA QUALCHE  

             SVENTURA, PUBBLICAMENTE RICONOSCIUTA.

 

  1. AI LOCRESI NON E’ DATO POSSEDERE NE’ SCHIAVI NE’ SCHIAVE.

 

  1. GLI ADULTERI DEVONO ESSERE PRIVATI DI ENTRAMBI GLI OCCHI.

 

  1. E’ VIETATO ALLE DONNE INDOSSARE VESTI DORATE E DI SETA E ABBELLIRSI CON RICERCATEZZA SE NON PER

             PRENDERE MARITO.

 

  1. LE DONNE SPOSATE DEVONO INDOSSARE BIANCHE VESTI MENTRE CAMMINANO PER IL FORO CON I DOMESTICI,

             ED ESSERE SEGUITE DA UN’ANCELLA. LE ALTRE NUBILI POSSONO INDOSSARE VESTI DI VARI COLORI.

 

  1. NON CI SI DEVE PRESENTARE ARMATI ALL’ADUNANZA DEL SENATO.

 

  1. SI DEVE CONDANNARE AD UN’AMMENDA CHI, RITORNANDO DA LONTANE REGIONI, CHIEDESSE NOVITA’.

 

  1. SI DEVE CONDANNARE A MORTE L’INFERMO CHE HA BEVUTO DEL VINO CONTRO IL DIVIETO DEL MEDICO.

 

  1. E’ VIETATO PIANGERE I MORTI, ANZI SI DEVE BANCHETTARE DOPO AVER DATO LORO SEPOLTURA.

 

  1. E’ VIETATO INTRAPRENDERE UNA CAUSA TRA DUE SE PRIMA NON SI E’ TENTATA UNA CONCILIAZIONE.

 

  1. SI DEVE IMPEDIRE LA VENDITA DI CIBO, SE NON OPERATA DAGLI STESSI PRODUTTORI.

 

  1. SI DEVE CONDANNARE A MORTE IL LADRO.

 

  1. DEV’ESSERE CAVATO UN OCCHIO A CHI NE CAVO’ UNO AD UN ALTRO.

 

COLUI CHE PROPONGA AL SENATO LA RIFORMA O LA SOSTITUZIONE DI UNA LEGGE VIGENTE, DEVE TENERE UN LACCIO AL COLLO, PRONTO A STROZZARLO SE LA PROPOSTA NON VENISSE APPROVATA.

 

Reggio Calabria, li 21.3.2012

 

 

daniele dattola

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